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Ad un anno  dall’avvio della campagna vaccinale dovremmo avere una macchina rodata e funzionante, sarebbe il segnale inequivocabile che Governo e Regione fanno sul serio per sconfiggere il maledetto virus. Ed  invece la realtà è  un colabrodo, nonostante la stragrande maggioranza dei cittadini voglia vaccinarsi.
La Asl di Pescara, Regione e Comuni hanno smantellato i grossi centri vaccinali della provincia presso il Pala Fiere a Pescara e presso il Pala congressi a Montesilvano senza adeguate alternative.
Migliaia di pescaresi rischiano dal 1 febbraio di rimanere senza terza dose e senza green pass. Tutti coloro che hanno effettuato il primo ciclo vaccinale prima del 31 luglio 2021 vedranno scadere il proprio green pass il 31 gennaio 2022. Si accorciano i tempi della validità del green pass da 12 a 9 e ora a 6 mesi,  si riduce l’intervallo per la somministrazione della dose booster da 6 a 4 mesi,  ma chi si è prenotato già dicembre o lo fa adesso ha ricevuto o riceve un appuntamento dopo la metà di febbraio e il sistema non consente di modificare o anticipare la data. Infatti occorre cancellare la prenotazione e rifarne un’altra con il rischio di vedersi l’appuntamento ulteriormente rimandato, perché non ci sono in provincia disponibilità. Anche chiamando le farmacie a causa delle scarse dosi disponibili, gli appuntamenti per gennaio sono completi. Con queste premesse come si può raggiungere chi non ha ancora fatto alcuna dose?
Certo è possibile fare la vaccinazione senza prenotazione, ma è una vergogna attendere in fila ore all’aperto per fare il vaccino senza alcuna certezza che al momento del proprio turno sia garantita la dose. Le scene delle settimane scorse all’Outlet Village di Città S. Angelo e alla Stazione di Porta Nuova in questi giorni sono eloquenti di una strategia fallimentare.
Una campagna vaccinale decisiva come questa non può basarsi su volontariato, lavoro gratuito e improvvisazione. Se è una emergenza occorreva un piano straordinario di assunzioni per infermieri e medici vaccinatori, così come per tracciamento, analisi dei tamponi, cure domiciliari e per rendere i posti letto inaugurati negli ospedali realmente fruibili garantendo la presenza del personale medico necessario.
Se questo è il Governo dei migliori, se queste sono le capacità del centrodestra regionale, allora siamo difronte ad una classe politica indegna di un paese avanzato.
La Asl di Pescara ha il dovere di aumentare le linee vaccinali e consentire alle cittadine e ai cittadini della provincia di completare il ciclo vaccinale con la terza dose entro gennaio. Regione e Comuni si diano da fare per reperire risorse e strutture idonee, possibilmente pubbliche, senza ulteriori oneri per la collettività, perché è davvero vergognoso che si lucri sulla necessità di somministrare un vaccino salvavita.
Infine è drammatico constare che mentre i contagi raggiungono numeri record ed esponenziali negozi e ipermercati sono rimasti sempre aperti e  i centri vaccinali al contrario chiusi. Prima i profitti e dopo la salute dei lavoratori e dei cittadini, si può fermare tutto ma non i consumi, anche in piena pandemia.
Corrado Di SanteRifondazione Comunista – Sinistra Europea