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Nei giorni scorsi militari del Nucleo Cites del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, con la partecipazione delle Guardie Ittiche dell’Associazione “Guardia Civile ambientale”, nominate per l’occasione ausiliarie di polizia giudiziaria, hanno denunciato un cinquantenne pescarese di origini straniere per detenzione illecita di 15 esemplari vivi di Anguilla, specie inclusa nell’allegato “B” della Convenzione di Washington e sequestrato le tre nasse usate per catturarle.
Infatti, dopo alcuni appostamenti svolti durante l’attività di contrasto al bracconaggio ittico sul Fiume Pescara, hanno scoperto alcune nasse per la cattura di Anguille, posizionate lungo la sponda sinistra, a circa 600 metri l’una dall’altra, sul Lungofiume dei Poeti di Pescara.
Durante tale appostamento, i Militari hanno notato l’arrivo di un soggetto in bicicletta che, sollevando le nasse dall’acqua, le ispezionava per verificare la presenza di Anguille, che catturava e riponeva all’interno di una busta di plastica.


L’indagato, seguito a distanza fino all’ultima nassa, posizionata sempre sulla sponda sinistra, proprio sotto il Ponte all’altezza del Palazzo di Città, è stato quindi controllato e trovato in possesso di quindici esemplari vivi di Anguilla europea (Anguilla anguilla L.), pescati illecitamente.
Tale specie, tutelata dalla Convenzione di Washington (Cites), come previsto da un Regolamento dell’Unione Europea del 1997, risulta a rischio di estinzione, con una popolazione naturale in declino anche in Italia.
Pertanto, sentito il Pm di turno, i Militari hanno sequestrato le tre nasse, depositate in caserma a disposizione della Magistratura, e hanno liberato sul posto le Anguille rinvenute nelle mani dell’indagato, rilasciandole nel Fiume Pescara.
Al responsabile del reato sono stati contestati anche alcuni illeciti amministrativi ai sensi della Legge Regionale vigente in Abruzzo in materia di pesca nelle acque interne.
“L’indagato” ha dichiarato il Comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, “oltre alle sanzioni amministrative comminate, rischia l’ammenda da ventimila a duecentomila euro o l’arresto da sei mesi ad un anno per aver catturato degli esemplari naturali di una specie a rischio di estinzione”

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