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Il cavalluccio marino è un essere minuscolo capace di scuotere
la fantasia ed evocare immagini fiabesche.

<Madre Natura superò se stessa quando creò il Cavalluccio marino> (D. Clark).

L’artista pescarese Enea Cetrullo, pittore e incisore, rende omaggio alla città e alla cultura del mare con la realizzazione di un’opera in maiolica, il “Cavalluccio di mare”, che riproduce le forme di questo piccolo abitante del Mediterraneo e dell’Adriatico. La creatività di Cetrullo e il suo amore per la terra delle origini disegnano un altro momento dedicato alla bellezza con la realizzazione di un’opera che vuol rappresentare un raffinato collegamento ideale tra i ricordi dell’infanzia dell’artista – e i racconti fiabeschi sul mare e i suoi misteri – e la contemporaneità.

< Ma il “Cavalluccio di mare” – ha detto Cetrullo – vuole essere anche un simbolo di speranza, di gioia e di fortuna, un invito ad avvicinarsi al Natale con animo lieto e fiducioso verso il futuro>. Per l’assessore alla Cultura Mariarita Paoni Saccone <Cetrullo è un testimonial della pescaresità, ed esprime la sua arte con grande semplicità prendendo a prestito con garbo i simboli della nostra identità. Sono quindi lieta di aver sostenuto come amministrazione questa iniziativa>.

Cetrullo da molti anni si cimenta in creazioni legate ai motivi del mare, in un connubio di sentimenti legati all’arte e al senso di appartenenza alla comunità.
Ha infatti già realizzato diverse opere accolte in diversi punti della città di Pescara ma anche fuori dal capoluogo adriatico: tra queste “Giulia, la ragazza del fiume Pescara”,  un’opera consistente in un pannello di cm 170×110 composto da 40 formelle di maiolica di cm 20×20, e cornice in cotto, donato al Comune di Pescara in occasione della riqualificazione delle aree antistanti il cosiddetto “Parco dei Teatri d’Annunzio/Flaiano”; o come le 70 acqueforti, ossia acquetinte stampate dall’autore con torchio a braccia su foglio, dal titolo “Barche nel lungofiume”. 

acquetinte stampate dall’autore con torchio a braccia su foglio, dal tito

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