Si è svolta questa mattina, nell’Officina del Senatore D’Alfonso, la conferenza stampa in merito alla sentenza della Corte Costituzionale nr.235/2021.
La sentenza della Consulta non può e non deve inficiare l’opera di risanamento portata aventi, in questi
anni, a partire dalla scorsa legislatura.
Devono prevalere, come anche un’intelligente pronuncia della Corte Costituzionale ha statuito su iniziativa del Giudice Balloriani del Tar di Pescara, l’importanza di altri diritti fondamentali rispetto alle determinazioni del bilancio della Regione, qualora si possa disporre di un consapevole rientro del debito, senza, per questo, sacrificare altri diritti fondamentali dei cittadini.
All’inizio della legislatura 2014-2018 le nuove norme avrebbero imposto alla Regione Abruzzo un rientro insostenibile che avrebbe azzerato ogni stanziamento per gli altri diritti fondamentali dei cittadini.
Per questi motivi è stato necessario e, per questi motivi, rivendichiamo l’aver prodotto e guadagnato una norma nazionale per l’ammortamento dapprima a 7,poi a 10 ed infine a 20 anni del disavanzo di bilancio in aggiunta ai debiti della sanità ereditati dalla Giunta D’Alfonso.
Questa norma ha consentito un cospicuo abbassamento del disavanzo, di ben 300 milioni in sei anni,
tanto da meritare l’uscita dal commissariamento.
È necessario dialogare nuovamente con il governo per spiegare che una regione non può pagare un debito così rilevante e garantire, al contempo, tutti gli altri diritti fondamentali dei cittadini, come quelli relativi al trasporto o alle borse di studio.
È necessario dialogare anche nell’ambito della Conferenza delle regioni perché questo è un problema,
che oggi riguarda l’Abruzzo, ma potrebbe riguardare anche il Lazio, la Campania o altre regioni.
La tematica è relativa a come affrontare un debito preesistente che entra a far parte dei documenti contabili quando cambia la classe dirigente.
È necessario affrontare la problematica a più livelli e con un’attenta riflessione, non in maniera
istantanea.