Si è riunita nuovamente oggi, 22 novembre 2021, la “Commissione ASL Pescara per l’applicazione della normativa di cui all’articolo 4 del decreto legge 44/2021”, per esaminare la posizione di 49 dipendenti, di cui 28 tra operatori ausiliari e OSS e 21 collaboratori professionali sanitari, che hanno manifestato il rifiuto alla vaccinazione anti Covid o che non hanno risposto ai ripetuti inviti da parte dell’Azienda Sanitaria.
I dipendenti non vaccinati, inseriti in appositi elenchi, erano stati invitati a produrre, entro un termine stabilito, la documentazione comprovante una delle seguenti condizioni: l’avvenuta vaccinazione, l’esenzione o il differimento ai sensi di legge, la presentazione della richiesta di vaccinazione, l’insussistenza dei presupposti per l’obbligo vaccinale.
Eseguite le dovute istruttorie, la sospensione è scattata per circa 40 dipendenti su 49, che come i precedenti 25 (di cui 2 dirigenti medici, 1 dirigente farmacista e 22 infermieri), oggetto di accertamento il 16 novembre scorso, sono tenuti ad utilizzare tutti gli istituti di assenza residui per l’anno 2021, fino ad azzeramento delle ferie, per essere poi sospesi da ogni mansione sino alla data del 31 dicembre 2021, con sospensione dello stipendio e di altri emolumenti.
L’iter non è concluso, in quanto per alcuni la decisione è rinviata per ulteriori accertamenti; altri hanno manifestato l’intenzione di aderire alla vaccinazione.
Come dichiarato anche dal Consiglio di Stato la vaccinazione anti Covid-19 del “personale medico e, più in generale, di interesse sanitario risponde ad una chiara finalità di tutela non solo, e anzitutto, di questo personale sui luoghi di lavoro e, dunque, a beneficio della persona, secondo il già richiamato principio personalista, ma a tutela degli stessi pazienti e degli utenti della sanità”
La Commissione della ASL di Pescara agisce in adempienza del DECRETO-LEGGE 1 aprile 2021, n. 44, che obbliga alla vaccinazione anti Covid-19 il personale sanitario ai fini di «mantenere le condizioni di sicurezza nella cura e nell’assistenza» essendo la vaccinazione un «requisito essenziale» all’esercizio della professione.