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Consiglio comunale aperto ieri pomeriggio a Pescara sul problema della crisi idrica in città e nell’area metropolitana, fortemente voluto dalle minoranze di Centrosinistra e Movimento 5 Stelle. Un’occasione per fare chiarezza sulla situazione e soprattutto condividere con Ersi ed ACA, soluzioni di breve, medio e lungo periodo.

Tamponare l’emergenza della crisi idrica in attesa dei lavori di rifacimento e adeguamento delle reti idriche di Pescara, che in alcuni casi sono vecchie anche di 50 anni, che presentano in più punti delle criticità che ora, a partire da giugno 2020 in particolare, hanno accresciuto l’emergenza acqua. È in estrema sintesi il senso dell’intervento dell’ingegner Giovanna Brandelli che in apertura dei lavori del Consiglio comunale straordinario in sessione aperta sull’emergenza idrica, tenutosi nel pomeriggio, ha tenuto un’approfondita relazione sullo stato della crisi idrica nell’area metropolitana Chieti-Pescara. Il vertice di Aca ha sottolineato come nel 2020 le carenze idriche sono state in particolare determinate da un’importante aumento dei consumi dovuti in particolare dall’emergenza sanitaria, mentre nel 2021 vi è stata una perdita di disponibilità del 30 per cento.  La presidente dell’azienda Aca ha inoltre ricordato come attualmente si sia tornati indietro ai valori di disponibilità del 2007; la stessa Brandelli ha riferito di 20mila interventi di riparazione e, dall’inizio dell’emergenza, del 70% di disservizi, riferendosi a quelli segnalati presso gli uffici di relazione con il pubblico, in utenze che però non fruiscono di autoclave; nel 2021 sono stati oltretutto 239 i servizi di riempimento di serbatoi presso impianti di autoclave, mentre dove non erano a disposizione queste dotazioni si è intervenuti mettendo a disposizione autobotti e serbatoi. La priorità, nel programma dell’Aca e della stessa Ersi (Ente regionale servizio idrico integrato), è la tutela e la ristrutturazione delle reti, attraverso i tre step del rifacimento, digitalizzazione e  distrettualizzazione del sistema idrico. Tutto questo ai fini del recupero di una percentuale di efficienza sufficiente. Grande affidamento si rimette nelle risorse previste dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), affinché possa seguire nell’immediato una pianificazione delle opere per restituire alla città di Pescara una rete idrica adeguata alla sviluppo prorompente che la città ha avuto negli ultimi 50 anni.

Numerosi gli interventi sviluppati in aula, oltre che da consiglieri di maggioranza e opposizione, che hanno visto protagonisti il presidente dell’Ersi, Nunzio Marolli, diversi cittadini e i rappresentanti del Forum e dei comitati di difesa e tutela dell’acqua. Hanno quindi preso la parola il consigliere Vincenzo D’Incecco e il vicepresidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari.

<Non è questo il momento delle contrapposizioni e dello scontro – ha detto il sindaco Carlo Masci – ma quello di lavorare per affrontare un problema che è storico in questa città e che non può trovare una risoluzione in polemiche inutili. È un appello che rivolgo a tutte le forze politiche presenti in quest’aula e in tutti quei Comuni che stanno soffrendo di questo grave problema. Oggi bisogna superare questa crisi mettendo in campo lo stesso livello di efficienza politica e amministrativa che abbiamo dimostrato riguardo alla emergenza pandemica, quando il Governo e il commissario per l’emergenza ci hanno riconosciuto qualità e capacità tali per il numero di vaccini somministrati e per la funzionalità dell’hub vaccinale, non dimenticando che in pochi mesi abbiamo avuto la forza di mettere in piedi un ospedale anti-Covid. Oggi dobbiamo fare in modo di trovare in breve tempo soluzioni che non sono state trovate in 20 anni. È un nostro dovere preciso>.

Nel suo intervento il primo cittadino ha voluto ricordare come i servizi erogati dall’azienda Aca siano rivolti a 469mila cittadini abruzzesi, di cui 120mila della sola città di Pescara; ma allo stesso tempo ha rimarcato come i soci siano 13 e che la città di Pescara abbia solo un voto da esprimere nelle assemblee.

In aula sono stati  presentati e approvati all’unanimità due diversi ordini del giorno urgenti.
La maggioranza ha sostenuto nel proprio testo:

·        l’insediamento di un tavolo di concertazione permanente con l’Aca  e con tutte le amministrazioni del comprensorio acquedottistico, per favorire un confronto costante  per adottare misure comuni, condivise e coordinate;

·        la necessità di attivare, con il contributo della Regione Abruzzo, la progettazione di opere capaci di arginare e ridurre per quanto possibile la situazione emergenziale, tra le quali:

reperimento di fondi utili alla realizzazione del potabilizzatore e di una rete duale che progressivamente raggiunga le singole utenze, al fine di differenziare l’utilizzo dell’acqua disponibile sulla base delle reali esigenze (ad esempio uso di acqua non potabile per gli scarichi o per uso irriguo di giardini e spazi verdi);

istituzione di una Cabina di regia condivisa per la realizzazione delle opere di manutenzione straordinaria, per 30 milioni di euro di investimenti, previste nel PNRR e per l’attivazione di un’azione sinergica per la rapida erogazione del fondo;

attuazione di un’azione sinergica nei confronti del Governo e del Ministero dell’Ambiente, anche con il coinvolgimento delle compagini parlamentari abruzzesi, per il rilascio delle nuove autorizzazioni per l’attivazione di nuovi pozzi di emungimento dell’acqua nei siti compresi nel SIN-località Bussi, che garantirebbero una ulteriore disponibilità di risorse idriche da distribuire alla popolazione;   

·        di chiedere l’intervento di Regione Abruzzo, Aca ed Ersi, per valutare la possibilità di reperire risorse finanziarie da poter tradurre in un contributo per le famiglie che dovranno dotarsi di autoclave, sostenendone i relativi costi, al fine di partecipare in modo concreto al contenimento della stessa emergenza idrica e dei relativi disagi che oggi ricadono interamente sul territorio. Tale contributo andrà ovviamente erogato sulla base della valutazione reddituale del singolo richiedente, eventualmente prendendo a riferimento il modello ISEE e stabilendo un tetto reddituale, al fine di supportare le famiglie in  reali condizioni di necessità;

·        di obbligare i condomini di nuova realizzazione e costruzione a prevedere, già in fase progettuale, la presenza di autoclavi e di vasche di raccolta dell’acqua piovana a uso irriguo.

Le minoranze nel loro documento hanno chiesto di conoscere cause, responsabilità, competenze e ambiti di intervento riguardo la pesante crisi idrica che affligge buona parte della provincia pescarese; nel contempo di indicare le progettualità e i passi che si intendono compiere per reperire risorse utili alla pianificazione progettuale per gli interventi non più rinviabili in ordine alla ristrutturazione e all’adeguamento delle rete idrica cittadina.