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Dopo la recente assoluzione di Luciano D’Amico , già Rettore dell’Università di Teramo e presidente del cda di ARPA e poi TUA, nella sua Officina, il Senatore Luciano D’Alfonso ha proposto una riflessione su questa e sulle sentenze assolutorie in generale.

Alle 11:30 di questa mattina si è svolta presso l’Officina del Sen. Luciano D’Alfonso la conferenza stampa avente ad oggetto l’assoluzione di Luciano D’Amico.

Alla presenza dei giornalisti intervenuti il Senatore ha prospettato la necessità di costituire un’associazione denominata “Articolo 358” composta da giuristi, professori universitari ed operatori del diritto, proprio in onore dell’art. 358 del c.p.p. che fa obbligo in capo al P.M. di ricercare le prove anche a favore dell’indagato.

D’Alfonso ha anche affermato che la giurisdizione operante nel Tribunale di Teramo ha assolto, perché il fatto non sussiste, il Rettore emerito Luciano D’amico ed ha ritenuto opportuno sviluppare questa conferenza stampa perché il Suo nome risulta due volte nel dattiloscritto degli atti giudiziari, in una specie di declaratoria freudiana tra Luciano D’Alfonso e Luciano D’Amico, ciò poiché nominò Lui, in qualità di Presidente della Giunta Regionale Luciano D’Amico Presidente di TUA S.p.A., intuizione di successo.

Il Senatore ha affermato: “Il gigantismo accusatorio e l’emotività accusatrice, alla luce della conclusione della vicenda, hanno tolto all’Abruzzo una delle sue migliori competenze.”

La lavorazione accusatrice si è rilevata destituita di ogni fondamento, in quanto l’assoluzione è stata pronunciata con formula piena.

Non solo la condotta non è stata da questi tenuta, ma nemmeno l’evento prospettato dall’accusa, come reato, si è mai verificato.

Durante una sessione di convegnistica, nel quadro di alcuni curriculum è stato messo in evidenza quello di Luciano D’Amico, quale figura di esperto nel mondo del credito, ed è stata espressa la volontà di nominarlo, ma il Testo Unico bancario vieta la possibilità di nominare gli indagati.

Si dovrebbe fare a monte un procedimento di discernimento. Il Senatore ha auspicato che questa vicenda sviluppi una capacità di insegnamento, quasi una capacità rieducativa.

È necessario prospettare una giustizia nel percorso accusatorio. Dagli anni ’90 ad oggi si dovrebbe sviluppare uno studio scientifico-statistico su quanti impianti accusatori si sono concretizzati in sentenze assolutorie di tale portata.

Il Senatore ha concluso affermando che: “È necessario accendere luce su questo art. 358 c.p.p., lavorare per un sistema di giustizia nel quale si cerchino anche prove a favore dell’indagato”.