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I pochissimi giorni di ferie nel suo Abruzzo sono già finiti e Giampaolo Ricci è pronto per una nuova avventura. Reduce dallo Scudetto da capitano con la Virtus Bologna e dai Giochi Olimpici di Tokyo con la Nazionale, il cestista teatino è pronto a tuffarsi in una grande sfida chiamata Olimpia Milano. Sarà infatti il club più blasonato d’Italia la sua nuova casa.

«Ci vorrà un po’ di tempo per farmi amare dai nuovi tifosi visto che lo Scudetto lo abbiamo vinto in finale proprio contro Milano», racconta Pippo. «L’Olimpia per me è un ulteriore passo in avanti e una grande sfida, forse sarebbe stato più facile rimanere a Bologna dopo il trionfo dell’anno scorso invece di andare via. Ma le cose semplici non mi sono mai piaciute ed eccomi qui per questa nuova grande esperienza, sono pronto a rimettermi in gioco e a cancellare tutto quello che è stato ieri per pensare al domani». Nel suo immediato futuro c’è anche la laurea in matematica, ormai prossima nonostante i mille impegni che la vita di un atleta professionista di primo livello impone. Quest’estate ha studiato poco, causa Giochi Olimpici, e nel suo cuore non sono ancora sopite le grandi emozioni di Tokyo.

«Dopo la sconfitta con la Francia eravamo tutti arrabbiatissimi, nello spogliatoio per 20 minuti nessuno ha detto una parola. Poi dato che la Francia è arrivata seconda, ci siamo resi conto che il nostro quinto posto assume un valore importante. Porto con me tre immagini in particolare dai Giochi. L’esultanza a centrocampo dopo il match con la Nigeria, che ci ha fatto entrare tra le 8 squadre più forti del mondo, in una partita nella quale mi sono sentito davvero protagonista, la condivisione di tutto il Team Italia incollato alla tv nel villaggio a vedere la vittoria di Jacobs, un’emozione unica pregna di patriottismo, e il selfie che ho fatto con Scola alle 4 del mattino in mensa dopo la partita. In quel momento mi sono reso davvero conto di dove ero e di esser stato testimone della storia, perchè l’Italia ha vinto 40 medaglie ed è stata un’edizione memorabile. Essere olimpionico mi rimarrà dentro per sempre e ripaga dei tanti sacrifici che ho fatto nella mia vita. Le pizze non mangiate, le uscite con gli amici negate, il vedere solo pochi giorni l’anno la famiglia. Il ragazzino che partì a 14 anni da Chieti per provare a diventare un giocatore sarebbe fiero. Il mio è stato un percorso lungo, arrivare a questo punto significa che tutte le rinunce hanno avuto un senso. Quando ottengo qualcosa dico sempre che è la chiusura di un cerchio. E’ stato così con la vittoria della Coppa Italia, poi con lo Scudetto e l’Olimpiade. Ho fatto tanta strada e sono orgoglioso di quello che ho realizzato, ma non mi accontento e guardo avanti».

L’ultimo pensiero lo rivolge alla squadra della sua città, pronta per la seconda stagione in A2. «Invio un grosso in bocca al lupo al presidente Marchesani, tra i miei primi tifosi, e a coach Maffezzoli, spero si coroni l’aspirazione di tornare presto tra le grandi d’Italia per una città di forte tradizione e che è davvero innamorata della pallacanestro. Chiudere la carriera a casa? Le porte immagino saranno spalancate, vedremo il futuro cosa mi riserverà». Adesso è ancora presto, però, Giampaolo Ricci da Teate ha ancora tante sfide da vincere prima del trionfale ritorno a casa.

(Il Messaggero)

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