Saranno I Solisti Aquilani con Ugo Pagliai e Paolo Fresu con Daniele Di Bonaventura i protagonisti domani, domenica 22 agosto, della sesta e ultima serata della 39esima edizione dello Spoltore Ensemble 2021, che si prepara a chiudere in bellezza una carrellata storica di arte, musica, teatro e spettacoli per la prima volta spalmati su sei giornate al fine di permettere la partecipazione più ampia possibile del pubblico e, in questo modo, compensare le limitazioni e restrizioni anche numeriche, in termini di presenze, causate dal Covid. A fare da teatro a una serata d’eccellenza sarà, ancora una volta, la piazza di Largo San Giovanni, nel cuore del centro storico di Spoltore.
“E’ evidente che la scelta di diluire lo Spoltore Ensemble su sei serate è stata efficace e funzionale – hanno commentato il Direttore artistico Angelo Valori e il sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito –: ogni iniziativa ha registrato il sold out e soprattutto la grande varietà degli spettacoli offerti ha garantito un continuo ricambio anche del pubblico. Tra qualche giorno tireremo le somme dell’intero Festival, ma le premesse e soprattutto le espressioni di apprezzamento ricevute ci dicono di aver percorso la strada giusta e ora ci prepariamo per la quarantesima edizione”.
Ad aprire domani l’ultima serata dello Spoltore Ensemble nell’Arena del Festival in Largo San Giovanni, alle ore 21 sarà il Quintetto de I Solisti Aquilani, ossia Rocco Roggia, violino; Daniela Marinucci, violino; Margherita Di Giovanni, viola; Simone De Sena, violoncello; Giovanni Ludovisi, contrabbasso, con Ugo Pagliai e Cesare Chiacchiaretta al bandoneon con lo spettacolo ‘Buon Compleanno, Astor!’, omaggio ad Astor Piazzolla a 100 anni dalla nascita. Virtuoso del bandoneón Piazzolla fu anche e soprattutto un compositore colto, uno dei più importanti del XX secolo, che rivoluzionò la storia del tango, innalzando le forme tradizionali di questo ballo popolare e traghettandolo dalle milonghe di Buenos Aires alle più importanti sale da concerto. Portatore di una vera e propria rivoluzione, inizialmente incompresa, oggi è nel pantheon dei più grandi musicisti di sempre. ‘El tango se lleva dentro de la piel’. Il tango si porta dentro la vita. Questo era il ‘nuevo tango’ di Astor Piazzolla e della sua Argentina, che di questa forma fece una delle sue espressioni più autentiche. A 100 anni dalla nascita il concerto lo celebra con alcuni tra i più famosi brani del suo repertorio. Travolgente, passionale, romantica, sorprendente: la musica del compositore argentino sarà la protagonista di un dialogo tra l’ensemble cameristico de I Solisti Aquilani, il suono penetrante e suggestivo del bandoneon di Cesare Chiacchiaretta e i testi dello stesso Piazzolla e dei più importanti poeti della letteratura argentina interpretati da Ugo Pagliai.
I Solisti Aquilani si costituiscono nel 1968 sotto la guida di Vittorio Antonellini. Il loro repertorio spazia dalla musica pre-barocca alla musica contemporanea. Hanno tenuto concerti in Europa, Africa, America, Medio ed Estremo Oriente e sono ospiti delle più prestigiose istituzioni musicali e sale da concerto dell’America Centrale e del Sud, Austria, Canada, Croazia, Egitto, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Kazakhstan, Irlanda, Jugoslavia, Libano, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Svizzera, Tunisia, Turchia, Ungheria. Importanti le collaborazioni con grandi musicisti quali Maurice André, Felix Ayo, Paul Badura Skoda, Hermann Baumann, Renato Bruson, Michele Campanella, Severino Gazzelloni, Massimo Quarta, Jean Pierre Rampal, Ramin Bahrami, Massimo Mercelli, Gabriele Pieranunzi, Dee Dee Bridgewater, Salvatore Accardo, Luis Bacalov, Andrea Griminelli, Giovanni Sollima, Alessandro Carbonare, Alessio Allegrini, Mischa Maisky, Vladimir Ashkenazy, Krzysztof Penderecki, Sergei Nakariakov, Mario Brunello, Anna Tifu, Shlomo Mintz, Richard Galliano, Manuel Barrueco, Marco Rizzi, Andrea Lucchesini, Edicson Ruiz, Vinicio Capossela. Hanno realizzato importanti progetti con Peter Eötvös, Lars Thoresen, Carla Fracci, Paolo Mieli, Piergiorgio Odifreddi, Walter Veltroni e John Malkovich. Il 1° giugno 2017, in diretta su RAIUNO dal Palazzo del Quirinale, hanno suonato alla presenza del Capo dello Stato e delle più alte cariche istituzionali. Nell’ aprile 2019 sono stati invitati a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo, e a Roma, a Palazzo Montecitorio, con il progetto “Una nuova stagione” e a settembre dello stesso anno sono stati ospiti della 63^ edizione della Biennale Musica di Venezia. Daniele Orlando è il violino di spalla. Dal 2013 la direzione artistica è affidata a Maurizio Cocciolito.
La voce recitante sarà quella di Ugo Pagliai, attore e doppiatore italiano di teatro, cinema e televisione. Di formazione teatrale, ha raggiunto l’apice della popolarità già negli anni settanta come protagonista di diversi sceneggiati televisivi di grande impatto emotivo, tra cui “Il segno del comando” (1971) e “L’amaro caso della baronessa di Carini” (1975), entrambi diretti da Daniele D’Anza. Nato a Pistoia, cominciò a frequentare il teatro da piccolo seguendo in particolare le programmazioni fiorentine. Già nella sua città natale ebbe modo di avere esperienza come attore, ma in questa direzione si volse decisamente con l’iscrizione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica (1958). Dopo il diploma fece parte della compagnia Randone Fortunato, e dal 1961 al 1963 si legò alla Compagnia “I nuovi”, diretta da Guglielmo Morandi per la TV. In tale contesto recitò in “Ma non è una cosa seria” (Pirandello), “Il cane dell’ortolano” (Lope De Vega), “Addio giovinezza!” (Sandro Camasio e Nino Oxilia), “Adorabile mascalzone” (Griboedov) “La sciarpa” (sceneggiato) e la serie televisiva dal titolo “Vivere insieme”. Negli anni 1963 e 1964 recitò allo Stabile di Genova, diretta allora da Luigi Squarzina, partecipando a “Ciascuno a suo modo” (Pirandello) e “Corte Savellla” (Anna Banti). In questo periodo figurò nel cast de “Il Conte di Montecristo”, elaborato per la TV da Edmo Fenoglio. Seguì un anno allo Stabile di Roma con “I 4 cavalieri” di Biraghi, e, subito dopo, allo Stabile dell’Aquila. Tornato più assiduamente alla televisione, dopo “I Corvi” di Beque e una “Maria Stuarda”, interpreterà nel 1969 la parte di Lawrence d’Arabia, ne l’Aviere Ross, di Rattigan, regia di Giuseppe Fina. Fu un grande successo. Dal 1973 tornò ad essere sempre più presente sulla scena. Con Rossella Falk interpreta “Trovarsi” di Pirandello, con la regia di Giorgio De Lullo. Nel 1975/1976 formò una compagnia in cui figurava anche Lilla Brignone e due sono le rappresentazioni di rilievo: “Spettri” di Ibsen e “Processo di famiglia” di Fabbri. Sempre nel 1976, con la regia dello stesso autore, propose “Anonimo Veneziano” di Berto, cui seguiva l’anno dopo “Don Giovanni torna dalla guerra” di Hovarth. Dal 1979, facendo compagnia con Paola Gassman, ha affrontato i seguenti testi teatrali: “Il gatto in tasca” di Feydeau, “Il bugiardo” di Goldoni, “Liolà di Pirandello, “Il piacere dell’onestà”, “L’uomo la bestia e la virtù” di Pirandello, Giobbe nell’omonimo testo di Carol Woityla, messa in scena da Zanussi, “Domino” di M.Achard, “Scene da un matrimonio” di Italo Svevo, “Il padre ” di Strindberg, “Ma non è una cosa seria” di Pirandello, “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare, “Spirito allegro” di Coward, “Ifigenia in Aulide” di Euripide, “Giu dal Monte Morgan ” di A. Miller, “Vita col Padre” di Crouse, “Elena” di Euripide, “Harvey” di Mary Chase, “Bugie sincere” di Vittorio Gassman, “Una donna di casa” di Vitaliano Brancati. Nel 1988 è stato insignito del premio speciale “Flaiano” per interprete teatrale. Pagliai ha lavorato in commedie e sceneggiati con ruoli primari, per la TV italiana, per la TV francese e per la TV svizzera. Per il cinema numerose sono state le partecipazioni, con registi che vanno da Giovanni Fago e Luigi Comencini (con lui ha girato “Dio mio come sono caduta in basso” e “Cuore” per la televisione italiana). Tra le sue ultime apparizioni televisive vanno segnalate quelle in “Don Gnocchi – L’angelo dei bimbi”, film televisivo del 2004 in cui ha interpretato il cardinale Schuster e “Fuoco amico TF45 – Eroe per amore”, nel 2016. Ha anche preso parte nel 2015 a “Rimbocchiamoci le maniche”, una fiction con Sabrina Ferilli. Nel 2016 ha doppiato Robert Redford in “Captain America: The Winter Soldier” (Alexander Pierce), “Il drago invisibile” (Sig. Meacham).
Cesare Chiacchiaretta, nato a Chieti, si dedica sin da giovanissimo allo studio della fisarmonica per poi intraprendere ed affiancargli quello del bandoneon. Ha studiato con il M° Claudio Calista presso l’Accademia Musicale Pescarese, diplomandosi con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari nel 1995. In seguito si è perfezionato con maestri del calibro di M. Bonnay, V. Zubitsky e M. Ellegaard. È stato premiato nei più importanti concorsi nazionali ed internazionali ottenendo tra gli altri il primo premio, nel 1993, al Concorso internazionale “Città di Castelfidardo”. Nel 1991 è prescelto quale unico rappresentante italiano alla Coppa del Mondo dell’Unesco. Nel 1993 viene invitato a partecipare, in rappresentanza per l’Italia, al 43° trofeo Mondiale della Fisarmonica a Setubal (Portogallo). Ha tenuto oltre 1.000 concerti in 35 Paesi al mondo e suonando da solista con importanti orchestre: Orchestra della Radio Svizzera Italiana, Kaunas Chamber Orchestra (Lituania), Orchestra Sinfonica di Bacau (Romania), Orchestra Sinfonica di Queretaro (Messico), I Virtuosi di Mosca, Lugansk Philarmonie (Ukraina), Kiev Philarmonica, Baden Baden Philarmonie (Germania), Brazos Valley Orchestra (USA), Orchestra da Camera della Filarmonica di Zagabria, Orchestra Sinfonica Abruzzese, Orchestra da Camera di Trento, East Western Orchestra (Corea del Sud), Salzburg Soloists (Austria), Orchestra A. Scarlatti di Napoli. Ha suonato sotto la direzione del Maestro RICCARDO MUTI presso il Teatro dell’Opera di Roma. Ha collaborato con Eddie Daniels, Amanda Sandrelli, Elio, Enzo Iacchetti, Giampaolo Bandini, Corrado Giuffredi, Trio di Parma, Enrico Fagone. Nel 2008 ha svolto una tournée in veste di bandoneonista con Fernando Suarez Paz, (il violinista di Astor Piazzolla) e con il quale ha inciso un disco risultato vincitore del premio della Critica Orpheus Award. Ha vinto l’Orpheus Award 3 volte. Nel 2011 ha vinto il Premio Astor Piazzolla per la divulgazione dell’opera del grande maestro argentino. Attualmente insegna presso il Conservatorio Statale di Musica – Istituto di Alta Formazione Musicale “Umberto Giordano” di Foggia. Ha tenuto Masterclasses nelle Università di Missoula (Montana-USA), San Pietroburgo (Russia), Loyola University (Los Angeles-USA) e Conservatorio Centrale di Pechino (CINA). Ha inciso per la Decca, Naxos, Concerto, Fonè.
Alle 22.30 gran finale con il concerto di Paolo Fresu, alla tromba e flicorno, e Daniele Di Bonaventura, al bandoneon. Un dialogo in musica nel segno degli strumenti ad aria e di un lirismo dagli aromi mediterranei. Già insieme con le voci corse del coro A Filetta nel progetto ‘Mistico Mediterraneo’ e dell’omonimo disco pubblicato dalla ECM, Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura si ritrovano qui nella dimensione più ristretta del duo. Un’estrazione poetica del magico interplay del progetto madre, che caratterizza, ormai da tempo i loro sempre più frequenti incontri divenuti, nel tempo, progetti originali e autonomi. La loro intesa li ha portati a registrare ‘In maggiore’ nuovo disco in duo uscito ancora per le nobili produzioni Ecm, nella primavera del 2015. Un concerto di grande effetto che vive di intimismo e di piccole cose che raccontano i grandi colori dell’universo musicale contemporaneo.
La banda del paese e i maggiori premi internazionali, la campagna sarda e i dischi, la scoperta del jazz e le mille collaborazioni, l’amore per le piccole cose e Parigi. Esiste davvero poca gente capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e trasformarlo in un’incredibile e veloce crescita stilistica. Paolo Fresu c’è riuscito proprio in un paese come l’Italia dove – per troppo tempo – la cultura jazz era conosciuta quanto Shakespeare o le tele di Matisse, dove Louis Armstrong è stato poco più che fenomeno da baraccone di insane vetrine sanremesi e Miles Davis scoperto “nero” e bravo ben dopo gli anni di massima creatività. La “magia” sta nell’immensa naturalezza di un uomo che, come pochi altri, è riuscito a trasportare il più profondo significato della sua appunto magica terra nella più preziosa e libera delle arti.
Il costo del biglietto è di 13 euro più 2 euro di prevendita sul circuito www.ciaotickets.com per ciascuno spettacolo o domani sera presso la biglietteria di Largo San Giovanni, fatto salvo il sold out dei 200 posti a sedere disponibili. Gli spettatori dovranno munirsi di Green Pass e documento in corso di validità da presentare all’ingresso dove, in base alle disposizioni normative anti-Covid, verrà effettuata anche la misurazione della temperatura.