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Il Comune di Pescara è il problema della Pineta Dannunziana, perché è inadempiente sulla gestione. Da un comparto della riserva l’intervento della Stazione Ornitologica Abruzzese per ristabilire quella che ritiene la verità contro le dichiarazione del Sindaco Masci del presidente dell’ordine degli agronomi.

“Rifiuti, alberi caduti sulle recinzioni e rimasti sospesi senza alcun intervento, mucchi di legna secca accatastati in diversi punti anche vicino ad abitazioni, staccionate e bacheche danneggiate, buche pericolose per i passanti, piante alloctone che stanno prendendo il sopravvento sulla vegetazione propria della Pineta: basta fare una passeggiata nelle aree aperte al pubblico in quanto non danneggiate dall’incendio per toccare con mano lo stato di abbandono della Pineta dannunziana e l’assenza di una gestione adeguata ad un’area protetta. Non sappiamo se le condizioni delle aree percorse dal fuoco fossero le stesse, certo è che è veramente incredibile che il sindaco Masci e Matteo Colarossi dell’ordine degli agronomi cerchino di spostare l’attenzione dai responsabili di questa cattiva gestione attaccando invece i vincoli della riserva che sarebbero da rivedere. È la gestione del Comune di Pescara che deve cambiare radicalmente!” così Camilla Crisante e Augusto De Sanctis della Stazione Ornitologica Abruzzese che stamattina ha tenuto una conferenza stampa all’interno dell’unico comparto attualmente aperto mostrando a tutti lo stato pietoso di vaste aree della Pineta oggetto di una corposa documentazione video e foto.

La Stazione Ornitologica Abruzzese in considerazione delle criticità, anche per la sicurezza dei fruitori e per il rischio incendi, invierà in queste ore una diffida al comune e una segnalazione ai vari organi competenti in relazione all’attuazione delle misure dei due documenti cardine della Riserva della Pineta Dannunziana, il Piano di assetto e il Piano anti-incendio.

A tal proposito, si chiederà di far luce intanto sull’applicazione dell’art.28 del Piano di Assetto che riguarda le misure di prevenzione anti-incendio che a nostro avviso sono fondamentali. Questo articolo prevede da un lato che il comune curi la rete idraulica anti-incendio e dall’altro indica che la “Direzione regionale competente in materia di Protezione Civile indica gli interventi attraversol’aggiornamento annuale del Piano antincendio regionale. Di conseguenza l’Entegestore (il comune, ndr) aggiornerà il Piano Comunale di Protezione Civile rispetto alle esigenze dellaRiserva.” Ora, l’aggiornamento 2021 del Piano regionale è avvenuto con Delibera della Giunta Regionale 444 del 17 luglio 2021 (sic!).

In tale aggiornamento 2021, nel capitolo “Parchi e riserve“, a pagg. 56-58 sono citate esclusivamente le attività di formazione svolte con i Parchi nazionali. Nulla sulle riserve regionali come la Pineta dannunziana. La riserva è invece citata ampiamente nell’aggiornamento 2020 del Piano regionale.

Infatti il comune di Pescara nel 2020 ha inviato un documento, il “Piano preliminare di previsione e prevenzione del rischio di incendi boschivi (Legge 353/2000) – Riserva naturale regionale Pineta dannunziana alla Regione, che è rientrato quindi nell’aggiornamento regionale dello scorso anno. Il Piano, redatto dai dottori forestali Mario Di Bartolo e Silvia Di Paolo prevedeva numerosissime attività da implementare sia per la prevenzione sia per l’intervento immediato. Si va dall’attivazione di gruppi di volontari con corsi di formazione all’acquisto di materiale di base per spegnere gli incendi; dal posizionamento di telecamere all’informazione alla popolazione su cosa fare in caso di incendio (anche per evitare le situazioni con i volenterosi accorsi letteralmente in ciabatte e pochissimi mezzi); dal diradamento degli alberi alla eliminazione della vegetazione alloctona. Previsti punti di avvistamento e il coordinamento tra le varie forze. Interessante notare che i due tecnici evidenziavano la necessità di prestare massima attenzione ai giorni più rischiosi e alla fascia oraria 10-17, proprio quella in cui è partito l’incendio. Previsto anche il potenziamento dei punti per il prelievo dell’acqua per lo spegnimento.

Ci chiediamo: cosa è stato fatto per rispettare questo piano anti-incendio? Esiste qualche atto organizzativo in tal senso? Abbiamo consultato il Piano comunale di Protezione Civile approvato a novembre 2020 ma, a parte qualche riferimento generico alla Pineta, non abbiamo ritrovato questo documento. È stato inserito nel Piano comunale di Protezione Civile? Di tutte le numerose misure, cosa è stato realmente attuato.

“Passando al Piano di Assetto, senza voler aggiungere commenti sui decenni persi per approvarlo – aggiunge l’Arch. Crisante, che aveva coordinato la prima stesura del Piano di Assetto nel 2000 – bisogna fare chiarezza su cosa prevedono le norme per l’area in questione oltre a quanto previsto dal Piano anti-incendio. Chiunque può leggere il Piano di Assetto per capire che gli attacchi ai vincoli della riserva che impedirebbero di agire sono totalmente infondati. Anzi, vero il contrario visto che, tra l’altro, in queste aree il Piano obbliga a realizzare molteplici interventi tra cui, leggo testualmente dall’art.7 del Piano, la “manutenzione e riqualificazione naturalistica degli ecosistemi o di loro singole componenti biotiche e abiotiche;” oppure azioni per “l’accelerazione dei processi naturali che conducono alle comunità e associazioni ecologiche tipiche del contesto ambientale – paesaggistico della Pineta” oppure iniziative per la “difesa del suolo, sotto l’aspetto idrogeologico, utilizzando preferibilmente tecniche di ingegneria naturalistica” e “l’eliminazione delle specie esotiche, ed in particolare di quelle spontaneizzate”. Il piano in queste aree prevede anche la “realizzazione di percorsi e aree di sosta attrezzate con finalità didattiche, scientifiche, escursionistiche” e la “manutenzione della rete sentieristica esistente e tracciamento di sentieri che ne consentano la fruizione in forma di visite guidate”. Nella relazione generale del Piano per queste aree si dice testualmente che “Nella zona A della Riserva si ritrovano le formazioni forestali meglio conservate dove tuttavia si necessità di compiere interventi finalizzati alla rimozioni di elementi di disturbo quali ad esempio diradamento arboreo, rimozione dei rifiuti, taglio degli alberi pericolanti, ripristino e/o creazione della rete sentieristica, ecc.”. Addirittura ci sono schede progettuali specifiche in tal senso nel Piano, anche per il comparto 5. Rispetto a queste chiari obblighi gestionali cosa ha fatto il Comune di Pescara nelle aree percorse dal fuoco? Nelle aree rimanenti, anche quelle con molti meno vincoli ambientali, basta fare appunto due passi per accorgersi che l’amministrazione è gravemente inadempiente su tantissimi di questi obblighi“.

“Le previsioni dei due piani smentiscono totalmente amministratori e ordine degli agronomi che invece di chiedersi se fossero state applicate dal Comune e dagli altri enti le numerose e stringenti previsioni del Piano di Assetto e del Piano anti-incendio, hanno preferito parlare d’altro attaccando incredibilmente i vincoli della riserva che non permetterebbero la manutenzione in alcune aree. Alcuni si sono concentrati sulla “pulizia” del sottobosco che non si potrebbe fare nelle aree a maggiore tutela. Tutti hanno fatto molta confusione. Nel Piano di Assetto ci sono diverse aree chiamate ” Zona A – Aree ad alta integrità naturale da conservare” e non riserve integrali, come erroneamente qualcuno ha voluto far intendere, che rimandano a qualcosa che non si può toccare.* In primo luogo queste aree di Zona A della Riserva non sono solo quelle del comparto 5 maggiormente danneggiato ma sono molto più ampie, alcune delle quali fortunatamente non incendiate. In secondo luogo il sottobosco è un elemento naturale e le specie più rare della Pineta appartengono proprio agli strati erbaceo e arbustivo. Pertanto radere al suolo il sottobosco tout-court equivarrebbe a far scomparire specie rarissime dando il colpo finale alla biodiversità della Riserva. Poi, ad evidenziare la totale strumentalità delle dichiarazioni, vi sono i fatti: come mai nelle aree meno vincolate della riserva la situazione è di totale abbandono? Come mai le previsioni dei piani non sono attuate con ogni evidenza” commenta Augusto De Sanctis.

Dopo la tragedia del Rigopiano, ci si aspetterebbe intanto una pianificazione anti-incendio regionale fatta non il 17 luglio in piena calura estiva con diversi incendi già scoppiati, visto che tutti gli altri enti devono avere tempo per organizzarsi a loro volta secondo le indicazioni del Piano. Poi ci si immagina di vedere attuate concretamente le norme e le iniziative previste dai vari piani. È su questi aspetti che va fatta chiarezza, pretendendo una gestione ordinaria all’altezza dei valori di questa Riserva naturale.

NOTA BENE: tra l’altro stamattina, guarda caso appena prima della conferenza stampa, l’albero caduto sulla recinzione e rimasto “sospeso”, che campeggiava nella foto dell’invito raccolta e diffusa ieri (foto e un video che rialleghiamo nella galleria foto/video allegata, a testimonianza di quello che c’era fino a ieri), è stato tagliato. Potenza dei media, almeno su questo singolo caso, ci verrebbe da dire…a testimonianza ulteriore che volendo si può e si deve intervenire!

*Il solo comparto 5, oltre a essere riserva, è anche zona A1 del Piano paesistico regionale, conservazione integrale dei valori paesaggistici, ma, appunto, non c’entra nulla con la delimitazione delle varie zone della riserva (e, comunque, il Piano regionale paesistico consente numerose attività gestionali anche nelle aree A1). Sono leggi diverse. Questa riguarda la tutela paesaggistica. Tantissime aree in Abruzzo sono A1 del Piano paesistico.