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Umberto Di Primio - sindaco Chieti

Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, Vicepresidente Nazionale dell’Anci con Delega alla riforma della Pubblica Amministrazione, Politiche del Personale e Relazioni Sindacali, ieri mattina ha partecipato a Roma, al Comitato Direttivo dell’Anci, riunitosi per proseguire il confronto con il Governo e il Parlamento su problematiche di finanza locale e proposte di provvedimenti in materia di Enti locali.
Il Sindaco, intervenendo in merito all’attuazione delle disposizioni contenute nella legge di stabilità per il 2015 relative al ridimensionamento degli organici delle Città metropolitane e delle Province e alla conseguente ricollocazione del personale soprannumerario di tali Enti verso i Comuni, ha evidenziato alcune rilevanti criticità.
In particolare, ha chiesto al Governo di chiarire: 1) quale sia il limite territoriale entro il quale debbano essere attuati i processi di mobilità obbligatoria; 2) che le nuove disposizioni non incidano sulla mobilità volontaria in entrata e sulle quote percentuali del turn over; 3) che i Comuni possano comunque avviare nuove procedure di reclutamento in relazione a specifici fabbisogni concernenti figure professionali non rinvenibili attingendo dal bacino del personale soprannumerario.
Il Sindaco ha specificato inoltre che «posto che il riassorbimento del personale provinciale e delle Città metropolitane dovrà avvenire nel 2015 e nel 2016 a valere sulle quote di turn over disponibili per cessazioni intervenute nel 2014 e 2015, sarà utile chiarire che i Comuni potranno concludere e perfezionare anche nel 2015 le procedure di assunzione già avviate attraverso le quote di turn over riferite alle cessazioni di personale avvenute fino all’anno 2013.
Questa manovra finanziaria – ha aggiunto il Sindaco – dovrebbe essere più vicina alle autonomie locali in ragione del fatto che a capo del Governo c’è un ex primo cittadino. In realtà tale manovra è nemica dei Comuni perché sottrae fette significative di autonomia agli Enti Locali. La norma che sancisce il blocco delle assunzioni per far spazio al personale in sovrannumero delle Province è inaccettabile, inoltre, mancano significativi interventi in materia di semplificazione e di razionalizzazione dei controlli esterni.
Infine è intollerabile che a fronte di ritardati pagamenti da parte dei Comuni (60 giorni nel 2015 e 90 giorni nel 2014) la Legge di Stabilità preveda il blocco delle assunzioni per gli Enti Locali senza tenere conto del fatto che i ritardi possono dipendere da trasferimenti non tempestivi dello stesso Stato o di altro soggetto pubblico finanziatore, ovvero per il semplice fatto che i pagamenti non sono stati effettuati per rispettare il Patto di Stabilità.
A tutto questo s’aggiunga che le norme vincolistiche in materia di personale, fra tutte quella sul turn over, penalizzano, in particolare, i piccoli Comuni (da 1000 a 5000 abitanti) che rischiano, fra Patto di stabilità e blocco delle assunzioni, di non poter più garantire i servizi essenziali».