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  1. PREMESSA

L’attività investigativa posta in essere dagli uomini del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Montesilvano trae origine da due gravi eventi delittuosi di matrice estorsiva accaduti la notte del 14 agosto 2018 e alle prime ore del 18 novembre 2018 in Città Sant’Angelo (PE), ai danni di un imprenditore del luogo. Il primo afferente l’incendio di un autocarro e il danneggiamento di un’autovettura attinta da colpo di pistola ad un pneumatico, mezzi entrambi in uso alla vittima; il successivo, più rilevante, riguarda l’esplosione di un potente ordigno rudimentale collocato davanti all’abitazione dell’imprenditore che la notte del 18 novembre 2018 danneggiava irrimediabilmente l’immobile della vittima, nonchè i muri esterni e interni di un appartamento in ristrutturazione di un prossimo congiunto.

  1. LEINDAGINIACURADELNUCLEOOPERATIVO

In conseguenza di quest’ultimo evento il personale del Nucleo Operativo procedeva al sequestro dell’area interessata dall’esplosione, effettuava i rilievi tecnici fotografici che consentivano di rinvenire i frammenti dell’ordigno esploso ed acquisiva le prime immagini registrate dal sistema di videosorveglianza fatto appositamente installare nei pressi dell’abitazione dell’imprenditore subito dopo il primo episodio del 14 agosto 2018. L’analisi delle stesse permetteva di ricostruire le fasi della consumazione dell’evento delittuoso e dalle stesse si aveva modo di notare che poco prima della mezzanotte un uomo, sopraggiunto a bordo di un’autovettura, dopo averla parcheggiata nei pressi dell’abitazione interessata, collocava l’ordigno in corrispondenza del muro perimetrale e, a piè veloce, si allontanava verso un vicino canneto, prima che si verificasse la violenta esplosione.

Le risultanze acquisite dai sopralluoghi effettuati presso l’abitazione, le immagini acquisite, e la denuncia formalizzata dalla stessa vittima facevano emergere i primi sospetti su T.G. di origine pugliese.

L’attività d’indagine proseguiva quindi con le operazioni di intercettazione telefonica sulle utenze in uso alle persone coinvolte, al fine di verificare la genuinità delle dichiarazioni rese dal denunciante, accertare il vero movente ed apprendere i fatti che avevano originato i primi due gravi episodi criminosi collegati fra loro.

La prolungata e complessa attività investigativa1, non solo permetteva di accertare i contatti fra il soggetto cerignolano T.G. ed un altro di origine albanese N.E., entrambi con precedenti di polizia, ma di rilevare le certe responsabilità di questi ultimi2 nell’ennesimo tentativo incendiario avvenuto il successivo 19 dicembre 2018, ancora una volta ai danni del medesimo imprenditore, e di individuare il vero movente che si celava dietro la reiterata sequela di attentati intimidatori, rispettivamente i primi due avvenuti nelle già citate date del 14 agosto 2018 e del 18 novembre 2018, e gli ultimi e più recenti del 19 dicembre 2018 e del 24 maggio 2019. In questi ultimi due eventi, determinante e tempestivo è risultato l’intervento del personale del Nucleo Operativo di Montesilvano che monitorava l’abitazione della vittima sin dal 19 novembre 2018. In entrambi i casi venivano resi inermi due ordigni che avrebbero potuto creare seri pericoli per l’incolumità dell’imprenditore vittima di estorsione, della sua famiglia e di tutto il vicinato3.

Il proseguo dell’attività info-investigativa permetteva di accertare che all’origine degli attentati intimidatori a danno dell’imprenditore vi erano in verità i numerosi e più concreti interessi economici da parte di una vera e propria organizzazione criminale4, con a capo il T.G. quale “dominus”, volta ad acquisire – mediante plurime e reiterate condotte estorsive5 – il controllo di varie attività commerciali (ndr. piccole aziende, night, supermercati, società ed altro) scelte ad hoc per “riciclare” e gestire i profitti6, proventi di reiterate negoziazioni fraudolente poste in essere dal sodalizio in danno di molteplici attività commerciali, società finanziarie e di leasing sotto le mentite spoglie di società gestite da prestanomi come, la SERAF s.r.l., attraverso la quale venivano portate a compimento circa 50 truffe a carico di medi e grandi imprenditori in campo nazionale7.

In particolare si ricostruivano i livelli organizzativi dell’associazione per delinquere, finalizzata alla consumazione di plurime truffe mirate all’acquisizione fraudolenta di beni di elevato valore commerciale8, reimpiegati in favore di terzi acquirenti o destinati all’espatrio, avvalendosi di soggetti “deboli” quali “prestanome”, principali interlocutori con le medie imprese e le grandi società commerciali, e quindi alla commissione di plurimi delitti quali estorsioni, ricettazione, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, con la certa individuazione del promotore e coordinatore del vincolo associativo in T.G.

I gravi e numerosi elementi indiziari raccolti nel corso delle complesse indagini effettuate fra l’agosto 2018 ed l’aprile 2021, attraverso le numerose conversazioni intercettate, i contestuali servizi dinamici eseguiti anche fuori territorio di giurisdizione con elevati rischi per il personale operante a causa della disponibilità di armi ed esplosivi dei membri del sodalizio, utilizzate in alcuni casi9 per intimidire gli imprenditori e le altre parti offese, le perquisizioni ed i numerosi sequestri di documentazione finanziaria, fiscale e bancaria, hanno perfettamente dimostrato la sussistenza del vincolo associativo fra 13 (tredici) delle 20 persone indagate.

L’attività laboriosa e complessa, per lo più svolta nel delicato periodo epidemiologico, ha in sostanza permesso di accertare la perpetrazione di ben 70 reati complessivi in tema di associazione per delinquere finalizzata alla acquisizione diretta ed indiretta della gestione e del controllo di attività economiche, soprattutto nel campo commerciale, rivolta al conseguimento di plurimi ed ingenti vantaggi ingiusti, provento di delitti contro il patrimonio, quali intestazione fittizie di beni, riciclaggio, truffe, appropriazione indebita, ricettazione, nonché di delitti contro la persona, quali estorsioni e danneggiamenti, nonché di detenzione e porto di armi ed esplosivi.

Gli esiti delle indagini, riepilogati in tre voluminose informative depositate nel periodo compreso fra l’aprile 2019 ed il settembre 2019 alla Procura della Repubblica di Pescara, avevano subito un lungo periodo di “stasi” sia a causa dell’emergenza pandemica, che dei procedimenti di impugnazione delle misure cautelari richieste a carico di tutti gli indagati dal P.M. dott. Andrea Di Giovanni che ha diretto tutte le attività investigative – e quelle di opposizione promosse dai rispettivi legali, nonché dai successivi ricorsi per Cassazione.

Nel dettaglio nel mese di dicembre 2019 la Procura di Pescara nella persona del dott. Andrea Di Giovanni richiedeva idonee misure cautelari per tutti e venti gli indagati al

G.I.P. presso il Tribunale di Pescara. Il G.I.P. presso il Tribunale di Pescara in data 02 marzo 2020 emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere nr.1065/19 R.G.N.R. e nr.3873/2019 R.G.G.I.P. a carico del solo T.G., rigettandola per tutti gli altri indagati. La Procura di Pescara il 10 marzo 2020 proponeva immediato appello al Tribunale del Riesame di L’Aquila avverso l’ordinanza emessa dal G.I.P. di Pescara, e detto Tribunale, concordando l’impianto accusatorio del P.M. di Pescara, emetteva altre nr.7 misure cautelari nei confronti di T.P., D.V., F.A., N.E., P.I., F.F. e C.F. Gli indagati a mezzo dei rispettivi legali proponevano ricorso in Cassazione e la suprema Corte riconfermava l’impianto accusatorio del Tribunale di L’Aquila emettendo provvedimento di esecuzione delle misure cautelari.

  1. LE PERSONE ARRESTATE

Nel frattempo T.G., colpito dalla misura cautelare del G.I.P. di Pescara, a partire dal 30 marzo 2020 veniva dichiarato “latitante”. Le successive e mai interrotte attività di ricerca dell’indagato consentivano nel pomeriggio dello stesso 30 marzo il suo

rintraccio e la sua cattura in Pescara, proveniente da Milano, ove il soggetto si era aveva cercato rifugio.

In data 8 settembre 2020, in esecuzione all’ordinanza di misura cautelare n. 95/2020 Reg. Imp. emessa in data 15/06/2020 dal Tribunale del Riesame di L’Aquila (quale Giudice di Appello avverso l’Ordinanza di rigetto parziale del GIP di Pescara), divenuta “irrevocabile” il giorno 11 luglio 2020, personale del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Montesilvano riusciva a localizzare in Bollate (MI), ove aveva tentato di sfuggire alla cattura, l’indagato F.A.,lo traeva in arresto e lo sottoponeva agli arresti domiciliari in Bollate.

Il 09 giugno u.s. in Cerignola sempre i Carabinieri del N.O., in esecuzione all’ordinanza nr.5/2021 Reg. Imp. e nr.1065/19 R.G.N.R. Pescara emessa in data 18 febbraio 2021 dal Tribunale per il Riesame di L’Aquila divenuta irrevocabile il 27 maggio 2021, dopo la certa localizzazione in detta località, traeva in arresto T. P. e D.V. nei confronti dei quali era stata disposta la custodia cautelare in carcere, associandoli alla Casa Circondariale di Foggia.

Il giorno dopo, ovvero il 10 giugno u.s., in Ascoli Piceno lo stesso personale notificava la medesima ordinanza all’albanese N.E.ivi sottoponendolo agli arresti domiciliari.

  1. RISULTANZE DELLE INDAGINI

Il complesso dell’operazione ha consentito, quindi, di:

Denunciare in stato di libertà n.20 persone per i reati di associazione per delinquere operante in campo nazionale10 e transnazionale11 finalizzata alla acquisizione diretta ed indiretta della gestione e del controllo di attività economiche soprattutto nel campo commerciale rivolta al conseguimento di plurimi ed ingenti vantaggi ingiusti (un giro di affari con profitti illeciti valutabili in circa 1 milione di euro), provento di delitti contro il patrimonio, in species intestazioni fittizie di beni, riciclaggio, truffe, appropriazione indebita, ricettazioni, e delitti contro la persona, quali estorsioni, sequestri di persona e danneggiamenti, delitti in materia di armi, in species detenzione e porto di armi ed esplosivi. Le vittime di tali attività illecite sono circa 40, medi e grandi imprenditori dimoranti nelle zone del pescarese, del teramano, nelle Marche, in Umbria, in Emilia Romagna, in Lombardia.

Arrestare su ordinanza di custodia cautelare personale complessivamente n.5persone, di cui n.3incarceree n.2inregimediarrestidomiciliari.

1 L’attività investigativa è stata svolta con intercettazioni telefoniche (oltre 50 utenze telefoniche intercettate dal 19.11.2019 al 31 gennaio 2020), servizi di o.c.p. con videoriprese, uso di localizzatori di posizione GPS magnetici, escussioni di persone informate sui fatti e formalizzazione delle denunce delle persone fisiche e/o giuridiche vittime delle reiterate condotte criminali plurioffensive poste in essere dai membri del sodalizio e l’acquisizione di ingenti quantità di documentazioni comprovanti tutti i reati accertati e ascritti alle note informative conclusive.

2 Il T.G. quale mandante e l’albanese N.E. quale esecutore materiale del tentativo incendiario.

3 il fallito attentato del 24 maggio 2019 avvenuto con l’utilizzo di due ordigni esplosivi pronti per essere utilizzati e rinvenuti nelle immediate adiacenze dell’abitazione della vittima, in Città Sant’Angelo e poi fatti brillare dal personale del Nucleo Artificieri e Antisabotaggio di Chieti.

4 la cui sede veniva individuata in Pescara.

5 L’attività d’indagine ha permesso di riscontrare che effettivamente i membri dell’organizzazione criminale utilizzavano metodi minacciosi e violenti per convincere le proprie vittime a cedere alle ingiuste ed illecite pretese ed inoltre aveva disponibilità di armi di qualsiasi tipo ed esplosivi.

6 Profitti illeciti consistenti in beni commerciali di varia natura come autovetture di grossa cilindrata di elevato valore commerciale, merci di qualsiasi genere (tonnellate di plastica, polimeri, porte in legno pregiato, materiale informatico come p.c. stampanti e telefonia) e anche alimentari, per un ammontare di 1.000.000,00 di euro che l’organizzazione criminale nella maggior parte dei casi faceva confluire presso il capannone della SERAF ubicato in Bellante (TE), per la successiva redistribuzione e commercializzazione dei beni in altri esercizi commerciali molti di essi gestiti da associati o con l’alienazione fraudolenta all’estero in species verso l’Albania (come nel caso delle autovetture).

7 SERAF s.r.l. corrente in Spoltore, il cui amm.re unico è risultato essere P.I. prestanome “ex tunc” del T.G. quest’ultimo vero promotore e coordinatore del vincolo associativo. La sede dell’organizzazione criminale è stata individuata in Pescara, ovvero l’abitazione del nucleo familiare del T.G.

8 come autovetture di grossa cilindrata di elevato valore, merci di qualsiasi genere (tonnellate di plastica, polimeri, porte in legno pregiato, materiale informatico come p.c. stampanti e telefonia) e anche alimentari, per un ammontare di 1.000.000,00 di euro che l’organizzazione criminale nella maggior parte dei casi faceva confluire presso il capannone della SERAF ubicato nel teramano per la successiva redistribuzione e commercializzazione dei beni in altri esercizi commerciali molti di essi gestiti da associati o con l’alienazione fraudolenta all’estero in species verso l’Albania (come nel caso delle autovetture).

9 come accertato con il sequestro di nr.4 fucili, avvenuto il 13 dicembre 2018 a Cerignola a carico di D.V., uno dei membri del sodalizio criminale.

10 In Abruzzo (nel pescarese e nel teramano) , nelle Marche (provincia di Pesaro), in Umbria (provincia di Perugia), in Emilia Romagna (Modena, Bologna e Cesena), in Puglia (Cerignola), in Lombardia (nel bergamasco e nell’hinterland milanese).

11 In Albania

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