Le istanze espresse dalle associazioni d’impresa della provincia di Chieti saranno portate all’attenzione del Governo centrale e nei prossimi giorni saranno anche oggetto della riunione del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Tutto ciò, mentre sarà avviato uno specifico sportello di ascolto verso settori produttivi gravemente provati dall’emergenza sanitaria, in particolare per quel che riguarda i rischi di infiltrazioni malavitose e l’usura, in cui potrebbe però essere coinvolta anche l’Università d’Annunzio attraverso la sua rete di specialisti in psicologia e psichiatria per il sostegno dei tanti imprenditori che si trovano a vivere un momento di grave disagio economico e sociale.
Sono i principali impegni assunti ieri mattina dal Prefetto Armando Forgione al termine dell’incontro da lui convocato con i rappresentanti di Anva, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, dedicato alle “problematiche economico-sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”. Un incontro in cui lo stesso Forgione ha manifestato la propria attenzione e vicinanza ai problemi delle categorie sociali rappresentate dagli interlocutori presenti: imprese artigiane, ambulanti, commercianti, dei servizi, del turismo.
Al vertice con il Prefetto erano presenti presenti il presidente dell’Anva di Chieti, Domenico Gualà; Letizia Scastiglia, direttore provinciale di Cna; Carlo De Luca, vice presidente vicario della Confartigianato L’Aquila-Chieti; Marisa Tiberio, presidente della Confcommercio di Chieti; Lido Legnini, direttore regionale di Confesercenti. Diversi i temi da loro sollevati nel corso dell’incontro, a rappresentare la complessità della condizione che oggi vive il mondo della micro impresa in generale: con la richiesta di accelerare decisamente il ritmo delle vaccinazioni a fare da collante e trait d’union tra i diversi temi.
Per Gualà, centrali i temi specifici legati alla condizione degli ambulanti: mercati spesso vietai anche in zone “arancioni”, abusivismo dilagante, sostegni e indennizzi non adeguati, peso eccessivo dei canoni demaniali imposti agli stagionali per diverse attività, come cibo da strada o installazione di giostrine. Scastiglia, da parte sua, ha posto l’accento sulla richiesta di riduzione della tassazione locale, Tari in testa, sulle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese in ragione di un sistema bancario locale che tra accorpamenti e fusioni si mostra poso sensibile alle esigenze del territorio, sul dilagare dei fenomeni di abusivismo nelle attività di parrucchiere ed estetiste, con gli operatori spesso costretti ad improvvisarsi detective a fronte di una vigilanza non sempre inappuntabile delle istituzioni. Ragione, questa, per sottolineare la richiesta assieme a Casartigiani e Confartigianato di riaprire al più presto questa attività anche in “zona rossa”.
Tiberio ha sottolineato nel suo intervento ha chiesto di studiare misure che sostengano affittuari e proprietari dei locali commerciali, categorie colpite entrambe dalla crisi di fatturati e incassi e per questo bisognose di attenzione; il rischio che in molti restino tagliati fuori dai ristori; come la disperazione, in assenza di misure di sostegno, possa portare molti operatori ad intraprendere percorsi sbagliati nella ricerca di finanziamenti, finendo nelle mani degli usurai; l’impegno della Confcommercio nella campagna vaccinale, anche attraverso l’apertura delle proprie sedi. Il tema della riapertura in sicurezza è stato al centro del contributo di De Luca, che ne ha ribadito la priorità, ovviamente in condizioni di sicurezza, come condizione per consentire una reale ripresa economica. Legnini, infine, ha richiamato lo studio sulla liquidità commissionato dalla Camera di Commercio di Chieti-Pescara al Cerved, da cui emerge che nell’immediato futuro il problema delle piccole e medie imprese sarà proprio quello della solvibilità; ribadito a sua volta l’insufficienza dei ristori stanziati; ha insistito sulla richiesta al Governo di centrale di indicare con chiarezza tempi e modi su sostegni e riaperture.