“Il dibattito che si sta sviluppando sulla ferrovia Roma-Pescara (e in generale sui collegamenti infrastrutturali della nostra Regione) non può che farmi piacere”, dichiara il presidente Marco Marsilio. “Era un preciso obiettivo del mio mandato di governo quello di riportare al centro della discussione tale argomento, che purtroppo da decenni era stato colpevolmente marginalizzato, con le conseguenze che conosciamo. Quando ho assunto la carica di presidente, ho trovato i porti letteralmente insabbiati (da quello di Pescara non uscivano nemmeno i pescherecci, il cartello ‘Spalato’ sull’asse attrezzato a indicare l’imbarco del traghetto sembra una beffa a ricordo di tempi migliori…), l’autostrada dei Parchi a rischio chiusura e moltiplicazione dei pedaggi a causa di un Pef mai approvato, la A14 con i viadotti sequestrati dalla Procura, le ferrovie un sogno ormai abbandonato, la regione tagliata fuori da tutti i corridoi europei (la cosiddetta rete Ten-t, che letteralmente gira intorno all’Abruzzo evitando scientificamente di passarvi sopra). E potrei continuare…
Ho posto a tutti gli interlocutori, quelli istituzionali e quelli sociali, questo tema, trovando anche risposte importanti e significative, che stanno producendo effetti importanti. Ora è decisivo continuare a fare squadra e non mollare la presa, proprio perché siamo alla vigilia di decisioni importanti sui fondi e sui progetti da finanziare prioritariamente.
In particolare sulla ferrovia Roma-Pescara, ho chiesto e ottenuto da Mit (oggi Mims), RFI e Regione Lazio l’apertura di un Tavolo per condividere il progetto di velocizzazione. Tavolo che si è riunito a marzo 2020 concludendo i lavori (caso più unico che raro) nei tempi stabiliti, con un progetto presentato a settembre scorso al Ministero. Progetto che il premier Conte ha inserito tra le priorità del PNRR e il parlamento tra le opere degne della nomina di un Commissario che ne garantisca la rapida esecuzione.
Ora si tratta di vedere se alle premesse positive seguiranno i fatti. E i fatti, ad oggi, dicono che nel PNRR entrerà la parte del progetto per il quale lo Stato può garantire il completamento e la spendita dei fondi entro il 2026. Sono alcuni lotti, disseminati in varie parti del tracciato, che ‘cubano’ 620 milioni. Come è noto, l’opera complessiva è stimata in oltre 6 miliardi e mezzo. Il Recovery, quindi copre circa il 10% dell’intervento. Il resto deve essere stanziato con altri fondi, a cominciare da quelli ordinari del Bilancio dello Stato, per finanziare il Contratto di Programma con RFI. Il Ministro Giovannini, che ho sentito pochi giorni fa, mi ha già assicurato il suo impegno perché ciò avvenga con la necessaria evidenza – aggiungo io – perché non vi siano dubbi o brutte sorprese lungo questo cammino. Non ho motivo di ritenere che il Ministro non mantenga l’impegno, già così solennemente assunto in più occasioni dal precedente Governo e finora mai smentito. E’ naturale che su questo impegno la vigilanza e l’impegno di tutte le Istituzioni interessate sarà utile per portare a casa un obiettivo che solo pochi anni fa sembrava una serena utopia.
Nel frattempo, sarebbe utile che la procedura per la nomina del Commissario (indicato in Vincenzo Macello) venga completata senza più alcun indugio: si tratta di uno degli oltre 50 Commissari previsti in un decreto-legge di ormai circa 10 mesi fa. Lo schema di DPCM è stato trasmesso al Parlamento a fine gennaio e mi risulta che da poche settimane le Commissioni abbiano espresso il parere favorevole di competenza. Ora resta solo il Decreto di nomina. Lo attendiamo con ansia per partire immediatamente, completare le progettazioni e aprire i cantieri.
Sono certo che tutti i parlamentari abruzzesi daranno il loro contributo per assicurare, nel Governo e in Parlamento, che questa opera fondamentale per gli interessi del territorio venga debitamente ‘presidiata’, allocando le risorse necessarie a programmare la realizzazione dell’intero intervento. Solo dimostrando il reale e fattivo interesse del Governo nazionale a sostenere questa opera, peraltro, si potrà rafforzare e rendere credibile nell’Unione Europea la richiesta dell’Abruzzo (che il Governo ha recepito e fatta propria) di inserimento del Corridoio mediterraneo tirrenico-adriatico nella Rete Ten-t, che è attualmente in corso di revisione”.