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Dal rinvenimento di oggetti al supporto delle attività di investigatori in delicate operazioni: parte dall’Abruzzo una storia particolare. L’associazione “Sos metal detector nazionale” è nata solo due anni fa, ma oggi è una realtà che non si limita solo a mettere in contatto coloro che hanno smarrito oggetti metallici con detectoristi presenti su tutto il territorio nazionale ai fini del rinvenimento. Da tempo, infatti, l’associazione collabora con le forze dell’Ordine e la Protezione Civile anche nella ricerca di persone scomparse e in altre attività di interesse pubblico. L’associazione, con sede dapprima a Montesilvano e attualmente a Città Sant’Angelo, è nata da un’idea di Luciano Diletti, presidente della stessa e sovrintendente capo in pensione della polizia e oggi conta quasi 450 associati e circa 800 volontari in tutta Italia. Su Facebook ha un gruppo molto attivo, chiamato “Associazione Sos metal detector nazionale oggetti Smarriti”, che vanta 3.937 iscritti, e che rappresenta un ulteriore strumento di contatto per tutti gli appassionati.

«L’idea – racconta Diletti – di creare l’associazione mi è venuta qualche tempo fa, insieme a mia moglie Sonia, date le tante richieste delle persone di cercare oggetti d’oro persi. Allora ho deciso di trasformare questa passione in un’associazione che potesse sviluppare un modo alternativo e virtuoso per utilizzare il metal detector, che in tanti purtroppo associano solo ai tombaroli. Recuperiamo anelli, braccialetti, orologi ma ci dedichiamo anche ad altre attività». L’associazione, infatti, in un biennio vanta numerosissime collaborazioni, dentro e fuori i confini abruzzesi, sia con i carabinieri, alla ricerca di armi da fuoco e droga, sia con la celebre trasmissione Chi l’ha visto? della Rai per le varie inchieste del programma. Tanti gli interventi in Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna, dove la collaborazione è molto sviluppata: da giugno a ottobre 2020, l’associazione conta sul territorio nazionale circa 230 interventi, dei quali quasi 180 con responso positivo. L’ultimo contributo dell’associazione è stato dato affiancando Penelope Abruzzo Onlus, grazie al l’interessamento del presidente Alessia Natali, nella ricerca di Angelo Ferrante detto Lillino, scomparso a Bernalda Matera.

«Le ricerche vengono effettuate sul campo attraverso due metodi, quello visivo, osservando sul posto l’area, e quello con il metal detector nei casi che lo richiedono, mediante la ricerca di oggetti metallici che possono segnalare, o farci presumere, la presenza di una persona. Chiaramente la ricerca visiva possono farla tutti, mentre per usare un metal detector servono degli specialisti. E l’uso dei social ci aiuta in altro modo, non solo per tenerci in contatto. Divulghiamo ad esempio le foto di persone scomparse e proprio dopo aver visto una foto nel nostro gruppo, un associato ha riconosciuto una persona scomparsa a Firenze», racconta ancora Diletti. Al di là degli incarichi più delicati, in supporto alle forze dell’ordine, l’associazione continua ad occuparsi del ritrovamento dei piccoli oggetti ma anche a collaborare con i Comuni per mantenere pulite spiagge e zone delle città. Ma c’è di più. C’è anche uno scopo didattico che si sta unendo alle attività canoniche dell’associazione. A ottobre scorso, ad esempio, grazie alla collaborazione del Comune di Città Sant’Angelo, è stata organizzata presso la foce del fiume Saline un’attività che ha coinvolto circa 80 bambini. «Abbiamo delimitato un tratto di spiaggia e nascosto oggetti in metallo che poi i piccoli partecipanti, insieme ai genitori e ovviamente nel rispetto del distanziamento e delle altre prescrizioni vigenti, hanno ritrovato, divertendosi molto. Un modo alternativo per fare una lezione di educazione ambientale su uso, disuso e riciclo. Prossimamente, magari anche in collaborazione con l’associazione Nuovo Saline Onlus, vogliamo proporre corsi di antincendio boschivo e nozioni di primo soccorso».