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“La celebrazione dell’8 marzo non può ridursi esclusivamente al ricordo del dramma delle vittime di femminicidio, ma deve piuttosto diventare l’occasione per valorizzare le ‘risorse’ femminili nella società, nell’imprenditoria, nella cultura, nella scienza. Il 2020 è stato non solo l’anno della pandemia, ma anche di tante ‘prime donne’: la prima rettrice della ‘Ca’ Foscari’ di Venezia, la prima vicepresidente degli Stati Uniti, il Nobel per la Pace assegnato a una scrittrice donna. Il cammino per superare definitivamente il ‘gender gap’ e raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 è ancora lungo, e su tale percorso il ruolo della scuola nella costruzione di una cultura della parità e del rispetto dell’altro nelle sue diversità è fondamentale”. Lo ha detto la dirigente dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara Alessandra Di Pietro che ha aperto oggi l’evento ‘Risorse: Femminile plurale. La presenza sociale ed economica delle donne per ripartire’, che ha visto la partecipazione di Doriana Gagliardone, Presidente del Centro Antiviolenza Ananke; Maria Franca D’Agostino, Presidente della Commissione Pari Opportunità Abruzzo; Maria Luisa Abate segretaria Fidapa Pescara; Franca Terra componente della CPO Abruzzo, e Brunella Capisciotti psicoterapeuta. All’iniziativa hanno preso parte gli studenti delle classi quarte, indirizzo Sala e Vendita, Sezione B, e indirizzo Accoglienza Turistica, Sezione A, con i docenti Roberta Degli Eredi, Maria Grazia Di Virgilio e Rosa De Fabritiis.

“Raggiungere l’uguaglianza di genere – ha detto la Dirigente Di Pietro – significa operare su più piani: lottare contro ogni forma di discriminazione, di abusi, contro la violenza ormai non emergenziale ma drammaticamente strutturale, ma anche promuovere una maggiore inclusione delle donne nel mondo del lavoro, una maggiore presenza nei luoghi istituzionali e di rappresentanza politica e nei luoghi decisionali, significa garantire una maggiore corresponsabilità maschile e femminile in ambiti di cura familiari. All’orizzonte abbiamo il raggiungimento dei 17 obiettivi fissati dall’Agenda europea 2030 per lo sviluppo sostenibile, che non riguarda in senso stretto solo l’ambiente, ma riguarda lo sviluppo armonioso, equilibrato della stessa società, assicurando parità di opportunità e di occasione per tutti i cittadini, uomini e donne. E al quinto posto, infatti, la stessa Agenda europea pone la parità di genere, che dunque non è solo un obiettivo italiano, ma riguarda l’Europa. Secondi i dati forniti dal Global Gender 2020, che mette a confronto 153 paesi, l’Italia ancora oggi occupa solo il 76esimo posto quanto a inserimento lavorativo-occupazionale delle donne nel sistema economico; siamo al 59esimo posto nel campo dell’istruzione; al 44esimo posto nel settore della responsabilità politica. Evidentemente è troppo bassa la posizione che occupiamo nel comparto lavorativo: ancora oggi in Italia lavora solo una donna su due, dunque la parità di genere nel mercato del lavoro è ancora molto lontana, peraltro con un disallineamento tra formazione e lavoro. E questo si traduce anche in una differenza salariale tra uomini e donne a parità di livello e di mansioni svolte. Tali dati devono rappresentare un ulteriore sprone a superare tale gender gap consapevoli del ruolo strategico svolto dal mondo della scuola che è fondamentale nella costruzione di una parità di genere. E la ripartenza post-Covid dev’essere un trampolino di lancio, perché non è pensabile una ripresa economica senza il contributo di uomini e donne”. “Le parole chiave sono ‘empowerment’ e ‘autodeterminazione’ – ha confermato il Presidente di Ananke Gagliardone -: ancora troppi sono oggi i casi di donne vittime di abusi, fisici o psicologici, casi di donne costrette o indotte a lasciare il lavoro, per occuparsi solo della casa e dei figli, che è il primo passo verso l’isolamento sociale e la totale dipendenza, economica e psicologica, dall’uomo. Attraverso la nostra associazione Ananke noi aiutiamo le donne nel riconquistare il proprio empowerment, ovvero la consapevolezza delle proprie abilità e capacità, e l’autodeterminazione, la possibilità di decidere da sola, di autodeterminarsi, consentendo loro di riprendere in mano la propria vita e di liberarsi dal corto circuito della violenza domestica o familiare”. “Impegno della Commissione Pari Opportunità – ha spiegato il Presidente D’Agostino – è quello di contribuire a rimuovere le condizioni di disparità: nello specifico la Consigliera di parità si occupa delle discriminazioni sul lavoro, comprese le molestie, mentre la Commissione si occupa di tutte le forme di discriminazione, quale Organo emanazione del Consiglio regionale dotato di una propria autonomia con potere consultivo. A tal proposito oggi stiamo lavorando per far arrivare in aula la nuova legge sui Centri Antiviolenza, che vada ad aggiornare una norma ferma al 2006 inserendo tutte le novità della norma nazionale”. “La parità di genere – ha aggiunto la segretaria della Fidapa Maria Luisa Abate – si raggiungerà quando non parleremo più di uomini e donne, ma di persone. Il vero problema oggi è quello di creare le condizioni e le possibilità per permettere alle donne di partecipare all’attività imprenditoriale, sociale, culturale, consentendole di dimostrare le proprie capacità. Perché non c’è una differenza di salario tra uomo e donna, i contratti sono unici, ma a fare la differenza è la reale possibilità per la donna di lavorare fuori casa, che diventa un’impresa se hai bambini o persone anziane da accudire. Ed è qui che deve subentrare il supporto della società se veramente vogliamo garantire pari condizioni”. Subito dopo la parola è passata agli studenti con le domande rivolte alla psicoterapeuta Brunella Capisciotti e alla componente della Commissione Pari Opportunità Franca Terra.