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Nelle prime ore di questa mattina la Direzione distrettuale antimafia di L’Aquila ha dato via all’operazione “Terre d’oro”. L’indagine è relativa ad una attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti speciali e discarica abusiva. Oltre 100 agenti del Corpo forestale dello Stato hanno eseguito, nelle province di Pescara e Chieti, cinque misure cautelari personali, la notifica di diciotto avvisi di garanzia, il sequestro di tredici mezzi pesanti, la perquisizione di tredici imprese tra Pescara, Chieti, Milano e Roma ed il sequestro per un equivalente di circa 3.000.000 di euro. Quattro imprenditori sono finiti agli arresti domiciliari e ad uno è stato notificato il divieto temporaneo di esercitare imprese. L’attività di polizia giudiziaria, eseguita dal Corpo forestale dello Stato, coordinata dal comando provinciale di Pescara, ha già sequestrato 400mila mila metri cubi di rifiuti e sette siti dove sono stati smaltiti i rifiuti speciali. Nel corso delle indagini è emerso che il fine perseguito era quello di limitare i costi di trasporto e, contestualmente, di evitare i costi di smaltimento del materiale di scavo o quello di campionamento e di analisi degli oltre 400.000 metri cubi manipolati.

Le quattro persone agli arresti domiciliari, accusati a vario titolo e in concorso di diverse fattispecie di reati ambientali, sono: Filippo Colanzi di 50 anni di Chieti, Carmen Pinti di 47 anni di Bucchianico, Gianluca Milillo di 43 anni di Sulmona, Massimiliano Di Cintio di 42 anni di Pescara. La misura dell’interdizione dall’attività lavorativa è scattata per Emanuele Colanzi di 26 anni di Guardiagrele.

Gli altri indagati sono Bruno Maria Bazzoni di 69 anni di Brescia, Giuliano Garavello di 56 anni di Forli’-Cesena, Alberto Voltolina di 43 anni di Chioggia, Antonio Di Muzio di 52 anni di Chieti, Remo Alessandro Ghignone di 74 anni di Milano, Vera D’Agostino di 56 anni di Moscufo , Enzo Perilli di 49 anni di Atri, Carmine Rafani di 66 anni di Bucchianico, Carla Rubino di 66 anni di Bucchianico, Luigi Renzitti di 65 anni di Penna Sant’Andrea, Ermano Natale di 65 anni di Montesilvano, Osvaldo Amico di 48 anni di Lecce e Doriana Buccarello, 44 anni svizzera.
Sette le società coinvolte: E.co. Strade s.a.s., la Emoter s.r.l. e la Emoter lavori s.r.l. con sede legale a Chieti, Energia Verde Spa, con sede legale ad Assisi, Soim srl con sede legale a San Giovanni Teatino, Saline srl con sede legale a Montesilvano, Akka srl con sede legale a Roma, l’associazione “Fondazione Figlie Dell’amore Di Gesu’ E Maria – Onlus”. Tutte sono interessate da provvedimenti sanzionatori di illecito amministrativo dipendente da reato.

La ditta esecutrice dei lavori aveva mostrato agli agenti di polizia giudiziaria della forestale documentazione accompagnatoria (cosiddetti formulari) che è risultata fin da subito di dubbia provenienza, come hanno potuto scoprire attraverso controlli documentali incrociati, sommarie informazioni assunte da persone informate dei fatti e da una perquisizione eseguita nel 2013 a carico della ditta esecutrice dei lavori. Le indagini hanno permesso di accertare l’esistenza di una doppia procedura di contabilità informatizzata: una ufficiale che veniva fornita agli organi di controllo che venivano di fatto ingannati; ed una occulta e interna nella quale venivano registrati, cantiere per cantiere, tutti i reali movimenti di terre e rocce da scavo, specificando la data, l’autista impiegato per il trasporto, il quantitativo giornaliero trasportato, il sito di carico e il sito di scarico. La scoperta della doppia contabilità, frutto di una specifica conoscenza informatica da parte degli investigatori, ha permesso di togliere il tappo al vaso di pandora e di capire il giro seguito dai rifiuti: il loro smaltimento ha dato luogo a diverse discariche, sia su terreni sottoposti a vincolo idrogeologico, paesaggistico, sia su terreni ad elevata pericolosità idrogeologica ed idraulica. Come nel caso del centro commerciale Megalò 1 di Chieti ove sono state riempite aree a monte e a valle del centro commerciale, tra cui anche una cassa di espansione del fiume Pescara, per una superficie complessiva di circa 8 ettari. Dai rilievi del Genio Civile sono stati stimati riempimenti fino a 3 – 4 metri in destra idraulica del fiume Pescara, a valle del centro commerciale alterando in modo significativo l’equilibrio idraulico del corso d’acqua.

La vicenda, tuttavia, ha avuto ulteriore sviluppi. Gli investigatori, che lavorano sul caso da mesi, avrebbero portato alla luce anche un’attività di corruzione relativa alla realizzazione di Megalò 3, un progetto di sviluppo del grande centro commerciale, e che vede indagato anche il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio. Le due vicende, (Il caso dello smaltimento illecito dei rifiuti e Megalò 3), in carico agli stessi pubblici ministeri, hanno in comune un indagato, vale a dire Enzo Perilli, titolare della “AKKA”. La squadra mobile di Pescara e il Corpo forestale, che hanno cominciato ad indagare su di lui partendo da un altro filone di indagine, avrebbero rilevato, tra l’altro, degli elementi di responsabilità in merito allo smaltimento illecito di rifiuti (tra marzo 2010 e aprile 2013), incrociando così l’attività di indagine relativa all’altro procedimento, quello sfociato nell’operazione “Terre d’oro”. Per l’ipotesi di corruzione, secondo la ricostruzione degli investigatori, Perilli avrebbe corrotto il sindaco di Chieti e il funzionario regionale con la promessa di utilità economiche, per la realizzazione di Megalo 3, e in questo caso i fatti su cui si sta indagando partono dal mese di aprile 2013. Una ipotesi, questa, seccamente smentita oggi in conferenza stampa dal sindaco Di Primio.

Nel corso delle indagini portate avanti dalla squadra mobile di Pescara e dal Corpo forestale dello Stato sono stati ricostruiti i movimenti dei rifiuti smaltiti illecitamente, di cui deve rispondere anche Enzo Perilli, legale rappresentate della societa’ Akka di Roma e socio di fatto della Emoter srl e della Emoter lavori srl. In particolare tra i materiali smaltiti illegalmente, con un ingiusto profitto, ci sarebbero, per gli investigatori, anche quelli provenienti dal cantiere che ha portato alla realizzazione del complesso commerciale di Ikea (per circa 260mila metri cubi) a San Giovanni Teatino. Altro materiale proveniva, sempre per chi ha portato avanti le indagini, dai cantieri per la realizzazione del complesso commerciale Decathlon (sorto vicino a Ikea), della nuova sede della concessionaria Audi di San Giovanni Teatino, del raccordo autostradale ss 81 Bucchianico – Guardiagrele e altre costruzioni ancora.