«Shoah – Il monito della storia e i percorsi del dialogo», manifestazione ideata e promossa dal Comune di Pescara, è andata oltre la commemorazione del «Giorno della memoria 2021», con eco mediatica nazionale e internazionale, proprio per la capacità di affrontare da diverse prospettive le tematiche dell’antisemitismo, a partire dall’esperienza dell’arcipelago dello sterminio a gli aspetti dell’attualità.
Le giornata evento è stata aperta dalla deposizione da parte del sindaco Carlo Masci e del presidente del Consiglio Marcello Antonelli di una Stella di David (Māḡēn Dāwīḏ) ai piedi della lapide che ricorda le vittime della Shoah affissa a Palazzo di Città, seguita dalla benedizione religiosa da parte del vescovo di Pescara Mons. Tommaso Valentinetti.
Quindi si è articolato il convegno condotto e moderato da Federico Gentilini in diretta streaming sul sito YOUTUBE (https://youtu.be/4qtFS_jji2U), seguito da centinaia di studenti, con gli interventi per i saluti istituzionali. Il sindaco Masci, nel salutare gli illustri ospiti, ha voluto sottolineare che «Pescara, con iniziative come quella odierna, prova a costruire un raffronto con la storia che non sia solo rievocazione, ma che sia soprattutto messaggio di speranza, di condivisione, di percorso comune, di civiltà». Per il presidente Antonelli «il Giorno della memoria, istituito per legge nella ricorrenza della liberazione del lager nel 1945, non può essere confinato a una scadenza sul calendario, e neppure a un estemporaneo momento di riflessione su ciò che è stato e perché. Deve lanciare un messaggio verso il presente e verso il futuro».
Il presidente della Regione Marco Marsilio ha parlato di «infezione dello spirito» che ha generato la Shoah come un unicum della storia umanae ha messo in guardia dalle «scorciatoie del pensiero soprattutto in periodi come questo odierno di crisi sociale ed economica». Monsignor Valentinetti si è soffermato sulle origini dell’antisemitismo. «Il cristianesimo ha interpretato malamente fonti come il Vangelo di Giovanni. È il momento di camminare insieme, come auspicio di rispetto e di unità». Milena Santerini (Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, Ordinaria di Pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano) ha rivolto il suo plauso alla Città di Pescara «per la capacità di fare rete con le comunità ebraiche e le diocesi. Da questo punto di vista siete un Comune esemplare». Ha poi sottolineato la necessità di «lavorare su più piani (memoria, cultura, formazione) perché l’antisemitismo sta cambiando: non è più quello di ieri, “classico”, ed è pericoloso perché è strutturato. C’è però una diga morale eretta dai tanti, soprattutto giovani, che non si riconoscono in questo tipo di odio. Le forme moderne dell’antisemitismo sono la banalizzazione, la volgarizzazione, gli assassini della memoria». Per Lisa Billig (American Jewish Committee) «Pescara rappresenta una realtà eccezionale per sensibilità e impegno al dialogo e all’amicizia». Ha poi ripercorso alcuni pregiudizi come il «deicidio ripudiato e abolito da tutte le chiese», le «diffuse teorie del complotto» basate su clamorosi falsi come i Protocolli dei Savi anziani di Sion, e i pericoli che arrivano da «movimenti politici che usano antisemitismo ed ebrei come valvola di sfogo dei problemi sociali» come accaduto più volte in passato. Adam Smulevich (Unione delle comunità ebraiche, direttore ed editorialista di “Pagine Ebraiche”) ha trovato nel tema dell’incontro «linee guida originali per un nuovo racconto di un’esperienza che ha segnato il Novecento e la storia». Ha tratteggiato alcune figure nobili del calcio italiano come i fondatori delle squadre di Casale, Napoli e Roma, Raffaele Jaffe, Giorgio Ascarelli e Renato Sacerdoti, di origini ebraiche, perseguitati o cancellati dalla memoria. «Ci sono tante storie nello sport che vanno fatte emergere perché i suoi valori sono quelli dell’umanità e che vanno difesi nei luoghi in cui sono più minacciati». Argomenti ripresi da Ruggero Alcanterini (presidente Comitato Nazionale Fair Play del CONI, Memoriale della Shoah di Milano) il quale ha posto l’accento sulla disattenzione su «cultura, istruzione e formazione» non solo in senso civico, e sulla presa d’atto della «mancanza di sensibilità e dei fondamentali. Lo sport deve essere momento di condivisione, di gioia, di partecipazione, di fratellanza. Le radici dell’odio vanno affrontate a monte, non a valle». La cultura dello sport e quindi del rispetto è stata al centro del contributo di Renato Mariotti (Associazione International Football Museum di Loreto Aprutino premiata nel 2019 dal CONI per il progetto «Il calcio e la Shoah»). Luigi De Salvia (presidente Religions for Peace Italia Onlus) si è soffermato sull’atteggiamento della Chiesa cattolica e sul fiorire delle amicizie ebraico-cristiane che «hanno superato la cultura del disprezzo, della chiusura e del rifiuto. Non è un processo finito e ci vorrà del tempo prima che sia compiuto. Ma noi guardiamo a quanto di positivo viene fatto e non ci abbandoniamo alla disperazione delle paure non risolte». Donia Ellis Schaumann (vicepresidente Delegazione Milano e consigliere KKL Italia Onlus) ha tratteggiato come il sogno di «far fiorire la terra» sia stato realizzato in Israele, «nel deserto e non, con la creazione di bacini per la conservazione delle acque, tramite una raccolta fondi originale, l’acquisto di alberi e l’ingegneria agricola avanzata». Alberi piantati «in segno di pace e di fratellanza sono oggi foreste, perché dopo le tragedie ci ricordano che c’è sempre la rinascita». Marco Cassuto Morselli (presidente della Federazione Amicizie Ebraico Cristiane in Italia) ha presentato la «Bibbia dell’Amicizia» scritta con Giulio Michelini, prefazione di Papa Francesco e Rav Abraham Skorka, e ha auspicato la nascita di un’Amicizia ebraico-cristiana anche a Pescara e in Abruzzo. Conclusioni affidate ad Amy K. Rosenthal (giornalista e storica del Queen’s Mary College di Londra e Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University di Roma), che ha saputo tirare le fila del discorso della riflessione.