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l cimitero di Chieti è stato chiuso dopo che all’interno si è rifugiato un grosso cinghiale, ripreso in video da alcuni cittadini. Sul posto il veterinario della Asl, pattuglie della Polizia Municipale e dei Carabinieri, anche per verificare la presenza, segnalata, di un altro esemplare, pare ferito.

Per operare al meglio i cancelli sono stati chiusi; pertanto si potrà accedere solo quando l’operazione sarà conclusa. A Chieti negli ultimi mesi sono stati numerosi gli avvistamenti di cingliali, anche in zone centrali della città. (

Al momento il cimitero cittadino è chiuso, perché all’interno si è rifugiato un grosso esemplare di cinghiale ripreso in diversi video dalla cittadinanza. Sul posto stanno operando i veterinari della protezione animali e una pattuglia della Municipale e dei carabinieri, anche per verificare la presenza di un altro esemplare, pare ferito. Per poter operare al meglio, i cancelli sono stati chiusi, il cimitero è stato evacuato, e chiuso finché l’operazione non sarà conclusa. “Alla cittadinanza si raccomanda la massima attenzione”, fanno sapere dall’Amministrazione comunale

“Semplicemente vergognoso”: questo il laconico commento del WWF dopo la diffusione sul web di un video (inviato da diversi cittadini anche alle Guardie ambientali del WWF) che ritrae un cinghiale inseguito da un’auto bianca all’interno del cimitero di Chieti, tra assurdi commenti, fino a spingere lo spaventatissimo animale a uscire a grande velocità dal cancello su piazzale Sant’Anna, tra cittadini e auto, con possibili gravi conseguenze che solo fortuitamente non si sono verificate. 

Raccontiamo quel che è accaduto partendo dall’antefatto: questa mattina intorno alle 9 un cinghiale è stato notato (fotografato e filmato) in via Salomone, nell’area collinare della città, dove è entrato anche in un bar. Poco dopo è stato notato in via Ianni, da dove ha cercato rifugio nel cimitero comunale, dove pare ne fosse già presente un altro, ferito. Per inciso gli ungulati a zonzo lungo le strade cittadine rappresentano l’ennesima dimostrazione del fallimento della politica di contenimento della specie affidata alla caccia: ormai, tra attività venatoria e quella cosiddetta “di selezione”, ai cinghiali si spara praticamente tutto l’anno, e da molti anni, e in Abruzzo persino durante i giorni di “zona rossa”, eppure danni e presenza non diminuiscono affatto.  

Ma torniamo al racconto, citando a questo punto alcune frasi tratte dalla pagina facebook del Comune di Chieti: “Nella giornata di oggi il cimitero cittadino resterà chiuso, perché divenuto meta di due grossi esemplari di cinghiali (…). Dopo le prime segnalazioni arrivate dai cittadini, l’Amministrazione ha mobilitato subito la Polizia Municipale che ha provveduto con l’ausilio di una pattuglia di Carabinieri Forestali a evacuare la zona e a chiudere i cancelli, sia a tutela della cittadinanza, sia per mettere in sicurezza gli animali, grazie anche all’intervento dei veterinari. La ricerca prosegue da ore, uno dei due esemplari è riuscito a fuggire ed ha vagato in altre zone della città, forse cercando di riprendere la via dei campi. (…). Alla cittadinanza si raccomanda la massima attenzione, come attenzione sarà assicurata dall’Amministrazione a non nuocere agli animali, nell’impedire che possano provocare danni a persone o cose”. 

Una comunicazione che stride con quanto si è visto nell’assurdo filmato in cui gli inseguitori nell’auto bianca (almeno due persone) di tutto sembrano preoccuparsi meno che di non nuocere all’animale e di curarsi dell’incolumità pubblica visto come il cinghiale – si presume quello che è riuscito a fuggire – è stato invece letteralmente spinto a uscire dall’ingresso principale, col cancello peraltro aperto. Questo mentre in teoria era in corso una azione coordinata per risolvere il problema. 

Il WWF informerà in merito al filmato che circola sul web il sindaco e i carabinieri forestali, perché assumano gli opportuni provvedimenti. Nel contempo chiede che venga attivato un tavolo cittadino per affrontare il problema della presenza nelle aree urbane e periurbane di fauna selvatica. Una problematica con la quale si deve necessariamente convivere ma che può essere mitigata da comportamenti adeguati a cominciare dalla gestione dei rifiuti. Il WWF e il coordinamento provinciale della Guardie di Chieti mettono ovviamente a disposizione le proprie competenze e le esperienze già acquisite nel territorio.

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