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“Purtroppo gli ultimi dati aggiornati sul fenomeno della violenza contro le donne, anche su Pescara, non sono buoni, anzi il lockdown ha ulteriormente aggravato il problema. Le donne sono più spaventate, si alternano momenti in cui i telefoni dell’Associazione Ananke squillano a tutta birra, ad altri in cui tacciono e non perché non si verificano maltrattamenti, ma perché la pandemia sanitaria ha aggravato l’incertezza economica e molte più donne hanno maggiori difficoltà a tirarsi fuori da relazioni sbagliate. Questo significa che le Istituzioni e le Associazioni devono ulteriormente potenziare la propria presenza sul territorio per offrire un rifugio, una spalla, un sostegno concreto, utile a far sentire meno sole le donne più fragili”. Lo ha detto la psicologa-psicoterapeuta Brunella Capisciotti, responsabile del centro antiviolenza Ananke che oggi ha incontrato gli studenti dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara per un evento organizzato on line sul tema ‘Stop alla Violenza di Genere – Come riconoscere le relazioni violente e come chiedere aiuto’, promosso in occasione della ricorrenza del 25 novembre – Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Presenti la dirigente dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ Alessandra Di Pietro; l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pescara Adelchi Sulpizio; Rosa De Fabritiis, docente referente del percorso formativo, e le classi terze indirizzo Enogastronomia, sezioni A ed F, e indirizzo Sala e Vendita sezione A, e le classi quarte indirizzo Enogastronomia sezione H, indirizzo Sala e Vendita sezione B, con alcune docenti tra cui Valentina Parlione e Rossella Cioppi.

“La pandemia sanitaria in corso – ha sottolineato la dirigente Di Pietro – non deve farci dimenticare che ci sono anche altre emergenze nel nostro vivere quotidiano, fra le quali la violenza contro le donne che non accenna a diminuire. Il nostro Istituto, da anni impegnato in prima linea nel contrasto contro ogni forma di violenza, da quella di genere al bullismo al cyberbullismo, in difesa dei principi della legalità e del rispetto della persona, ha scelto di affrontare la tematica, anche per riaccendere le luci dei riflettori sulla Giornata internazionale contro la violenza di genere, che si celebrerà comunque il prossimo 25 novembre. La nostra scuola è da sempre impegnata nel promuovere la cultura della prevenzione, tanto che già dal 2017 abbiamo aperto lo Sportello di ascolto con Ananke, a disposizione di studenti e docenti non solo per parlare, ma anche per apprendere nozioni e informazioni utili. Del resto compito della scuola è educare alla parità, all’affettività, a gestire situazioni di stress e le emozioni, educare all’accoglienza e all’inclusione di tutte le diversità. E parlare con i nostri ragazzi di violenza di genere è ancor più importante oggi quando a causa dell’emergenza sanitaria si sono interrotte le relazioni tra ragazzi e con i docenti, si sono stravolte le abitudini di vita, si sono ridotti i rapporti sociali, e dunque è fondamentale per tutti noi riannodare le fila di quei rapporti, con un evento che non è un incontro spot, né occasionale né emergenziale, ma è piuttosto una tappa di un percorso formativo iniziato tre anni fa”. “E’ importante imparare a riconoscere i segnali della violenza contro le donne, che non è solo quella fisica, lo schiaffo, la spinta, ma è soprattutto quella psicologica – ha sottolineato la responsabile Ananke Capisciotti -. Quando un uomo insiste troppo con la moglie o la fidanzata affinchè lasci il proprio lavoro, interrompa le relazioni al di fuori della famiglia, quando vuole conoscere le password del cellullare, dell’account mail o dei social, è chiaro che siamo dinanzi a una relazione pericolosa, in cui il partner cerca di tagliare le relazioni tra la donna, che considera sua proprietà, e il mondo esterno, e vuole creare una dipendenza, perché se una moglie non ha un proprio reddito e ogni giorno deve chiedere soldi al marito, è chiaro che il potere nella coppia lo detiene chi ha la forza economica. Con il lockdown la situazione si è ulteriormente aggravata perché è cresciuta l’incertezza economica e molte donne non ci chiamano perché hanno paura del futuro senza quella ‘relazione pericolosa’. Il lavoro per le donne è sicuramente fonte di soddisfazione personale, ma le rende anche più critiche, capaci di pensare con un cervello sempre in movimento che si confronta con altri, perché il controllo dei pensieri, al quale mira l’uomo violento, è anche un problema di controllo economico. Purtroppo in quindici anni di lavoro abbiamo ben compreso che la violenza di genere non conosce ceto sociale, né livello culturale, abbiamo assistito ogni tipo di donna che ha accanto ogni tipo di partner, dall’operaio all’avvocato. Il femminicidio è l’atto estremo, l’epilogo più drammatico di una relazione in cui c’è l’uomo violento che decide di uccidere la donna che vuole vivere una vita in cui quell’uomo non ha più ruoli né poteri. Ecco perché quando ci troviamo dinanzi a una violenza di genere è importante la multidisciplinarietà del singolo caso, che veda presenti psicologi, Forze dell’Ordine e Procura della Repubblica per eseguire una corretta ‘valutazione del rischio’, perché ci sono maltrattanti che non accettano di farsi lasciare, se c’è una situazione di rischio, la donna va allontanata velocemente e dobbiamo aiutarla a non sottovalutare la situazione in cui si trova”. “Mercoledì – ha annunciato l’assessore Sulpizio – forniremo i dati casistici aggiornati sulla violenza di genere nel nostro territorio, ma possiamo già anticipare che non sono affatto buoni e da avvocato confermo che senza dubbio il lockdown ha pesantemente peggiorato la situazione. Segno che la strada da percorrere è ancora lunga e accogliamo con grande favore la creazione del Tavolo tecnico specifico con la Prefettura e lo Sportello aperto dalla Procura della Repubblica, vuol dire che le Istituzioni stanno facendo la propria parte, che non si limita ai convegni, ma all’adozione di misure concrete, come sta facendo da anni anche la scuola”. “Obiettivo del nostro Sportello scolastico, oggi anche on line, istituito su volontà della dirigente Di Pietro nel 2017 e che ci vede collaborare in modo costante con l’Associazione Ananke – ha ribadito la docente referente del progetto De Fabritiis – è quello di dare ai nostri ragazzi gli strumenti per riconoscere gli atteggiamenti che sono di controllo da parte dell’uomo sulla vita della propria compagna o fidanzata, sin dall’inizio. Il ragazzo che chiede alla propria compagna di allungare l’orlo di una gonna giudicata ‘troppo corta’, o di non indossare pantaloni troppo aderenti, di non pettinarsi in un certo modo, di non indossare magliette ‘scollate’, è un sintomo di controllo. Dunque ai nostri studenti ricordiamo di tenere sempre gli occhi aperti, di non sottovalutare lo schiaffo, la spinta, ma di essere sempre pronti a cogliere i segnali di una relazione insana”.