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«I sindaci non possono essere i terminali delle inefficienze, delle indecisioni e delle contraddizioni dell’azione di Governo che li grava di responsabilità che competono invece all’Esecutivo.

I sindaci devono attenersi alla Legge in tutte le sue forme, compresi quindi i DPCM, le cui lacunosità e la cui nebulosità nell’indeterminatezza non possono essere colmate per iniziativa autonoma, perché in tal modo si trasformano i primi cittadini in parafulmine delle proteste, del malcontento e del disagio sociale.

Troppo comodo e troppo facile.

Aperture e chiusure dei locali e dei luoghi di ritrovo vanno stabilite con chiarezza e senza zone d’ombra. Il rispetto delle regole è compito delle autorità che hanno per questo una precisa competenza istituzionale, alla quale in via sussidiaria può contribuire la Polizia Municipale che non può certamente sostituirsi alle Forze dell’ordine.

In questa fase dell’emergenza, che noi sindaci abbiamo affrontato nel periodo peggiore in primavera con tempismo e lucidità anche a costo di essere impopolari, dal Governo ci attendevamo che in fase decisionale avesse maturato l’esperienza per un indirizzo chiaro, che invece non c’è.

Pare di vedere, invece, un facile scaricabarile che prima attribuisce la responsabilità ai cittadini per la nuova espansione del coronavirus, e adesso ai sindaci per contenerla lì dove le misure sono o blande, o inefficaci, o addirittura inutili».

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