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“Finalmente posso tornare a fare quello che amo di piú. L’attesa è finita, sono guarito e libero di potermi allenare. Oggi conta solo questo!”. Giulio Ciccone sceglie i canali social per dare la notizia più bella ed attesa, quella della guarigione. Il campione teatino, dopo due settimane di isolamento domiciliare perchè positivo al Covid-19 al test il 31 agosto, nei tamponi del 14 e 15 settembre è risultato negativo e può guardare con fiducia al domani. La notizia era nell’aria, anticipata dallo stesso Giulio, sempre via social, il giorno prima di sottoporsi al primo tampone poi risultato negativo.

Si era fatto ritrarre seduto accanto alla bici, corredando il post con parole inequivocabili ed improntate all’ottimismo: “Eccola, la luce alla fine del tunnel. Non è stato semplice superare lo sconforto, ma ora il mio corpo mi dice che sto bene. I sintomi del virus sono alle spalle. Posso tornare a sorridere e, spero presto, a rimettermi in moto”. Il peggio è definitivamente alle spalle, ma sono state settimane durissime. Ciccone aveva nascosto la paura quando aveva annunciato la sua positività al Coronavirus ad inizio mese. Era in ritiro con la sua squadra, la Trek-Segafredo, in Trentino, e della truppa era risultato positivo al Covid-19 solo lui. Una mazzata tremenda.

“Sto vivendo un momento difficile e molto complicato. Questo maledetto virus mi ha travolto e steso. Non è facile accettare tutto questo, dopo tanti sacrifici e rinunce”, raccontò. Ha dovuto rinunciare alla Tirreno-Adriatico, al Tour e anche al Mondiale, con la rassegna iridata che era uno dei suoi grandi obiettivi (sarebbe stato una pedina fondamentale per la Nazionale azzurra di Cassani) in un 2020 che era partito benissimo, con il trionfo al Trofeo Laigueglia e le imprese sui rulli durante il lockdown (la scalata virtuale dell’Everest e la vittoria al “The Challenge of Stars”, il torneo degli scalatori a eliminazione diretta), e che doveva avere il suo clou con i Giochi Olimpici di Tokyo. Adesso per Giulio scatta la corsa contro il tempo per poter partecipare al Giro d’Italia, dove correrebbe con il grado di luogotenente del capitano Vicenzo Nibali ma con licenza di provare ad attaccare in montagna. Nei suoi pensieri c’è la volontà di confermarsi miglior scalatore della rassegna rosa, come nel 2019 quando vinse anche la tappa del Mortirolo, e provare a vincere una delle due tappe abruzzesi dell’edizione 2020, segnatamente la San Salvo – Roccaraso di 208 km che sembra semplicemente perfetta per le sue caratteristiche (11 ottobre).

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