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Per usare una facile e semplice metafora, sono sempre diverse le cariche virali che tentano costantemente di infettare il nostro tratto respiratorio. Motivo per il quale, non è affatto infondato porsi il quesito riguardante il cosa succederà quando l’influenza incontrerà il Covid-19 nella prossima stagione. Alcuni avevano immaginato che la virulenza di SARS-CoV-2, responsabile della pandemia di Covid-19, sarebbe diminuita con il riscaldamento delle temperature.

È chiaro, oggi come oggi, che il virus continui a imperversare a un ritmo molto sostenuto, come evidenziano i dati riguardanti il numero crescente dei contagiati. Sul cosa potrebbe avvenire nel prossimo autunno e inverno, quindi, diventa un imperativo a cui le autorità preposte debbono trovare rapidamente delle risposte, onde evitare quanto è avvenuto in precedenza.

Infatti, senza nascondersi dietro un dito il coronavirus sarà ancora lì ad ottobre, come ci sarà ancora a Natale e, a meno di clamorose scoperte, anche nella prossima primavera. Quindi, al meno fino a che non si sia trovato un reale vaccino, non resta altro che testare al meglio la popolazione e mettere in quarantena i casi sospetti in modo da contenere ogni tipo di possibile focolaio.

Senza voler essere catastrofisti, è innegabile che, come è stato ampiamente dimostrato, questa pandemia è una vera e propria minaccia mortale a livello globale. Inoltre, sulla base delle recenti tragiche esperienze, sarà bene evitare che gli ospedali debbano ritrovarsi a fronteggiare questa minaccia con ancora numeri alti di ricoveri. 

Comunque, il prossimo futuro sarà alquanto complesso, anche perché, proprio per l’arrivo della stagione autunnale e invernale, sarà alquanto difficile se non, addirittura, complesso determinare quale tipologia di virus stia interessando un paziente. A tal proposito, è doveroso rammentare che tanto l’influenza quanto le altre malattie respiratorie stagionali, siano praticamente indistinguibili, sulla base dei semplici sintomi, dal Covid-19. Di conseguenza, si avrà assoluto bisogno di test diagnostici sempre più efficaci per determinare come il personale sanitario debba intervenire.

D’altra parte, questa situazione alquanto ingarbugliata e con dei possibili scenari molto difficile da andare a gestire, non è affrontabile semplicemente alla stregua di una partita di blackjack online.

Alla luce del fatto che i sintomi dell’influenza, così come di altre tipologie di malattie respiratorie, ovvero dispnea, perdita del gusto e dell’olfatto, febbre, tosse e via dicendo, spesso si possono sovrapporre al COVID-19, l’intera comunità medico scientifica raccomanda che, quante più persone, scelgano di sottoporsi, per la prossima stagione, al vaccino antinfluenzale.

Un invito, quindi, non esclusivamente rivolto a quelle categorie a rischio, ma a tutta la popolazione. Mentre, ad esempio, il governo britannico si è già attivato al fine di organizzare una articolata e ampia campagna vaccinale, il governo italiano, a quanto pare, non fa sapere assolutamente nulla in merito. Eppure, andando a concludere, grazie al vaccino, si andrebbe a promuovere quella che è chiamata diagnosi differenziale, ovvero un sostanziale aiuto ai sanitari al fine di poter andare a riconoscere, più agevolmente e in maniera più rapida, i casi di COVID-19, in modo tale che si potrebbe prontamente intervenire con tutto quanto è utile e necessario.

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