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I 14 arresti del Ros dell’Aquila (di cui 11 in carcere e 3 ai domiciliari) scaturiscono da un’ attivita’ investigativa avviata nel 2013 nei riguardi di un’ associazione clandestina denominata ‘Avanguardia Ordinovista’ che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico neofascista ‘Ordine Nuovo’ e ponendosi in continuita’ con l’eversione nera degli anni 70, progettava azioni nei confronti di obiettivi istituzionali, al fine di sovvertire l’ordine democratico dello Stato. In particolare le indagini documentavano come il gruppo, guidato da Stefano Manni di Ascoli Piceno di 48 anni residente a Montesilvano (che vanta un legame di parentela con Gianni Nardi, terrorista neofascista che negli anni 70 insieme a Stefano Delle Chiaie, Giancarlo Esposti e Salvatore Vivirito era uno dei maggiori esponenti dell’ Ordine Nuovo), avesse elaborato un piano volto a minare la stabilita’ sociale attraverso atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali quali Prefetture, Questure e uffici di Equitalia e previsto in un secondo momento di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito; avviato la ricerca di armi per la realizzazione degli scopi eversivi recuperandone alcune sotterranee e dopo l’ ultima guerra mondiale, acquistandone altre in Slovenia tramite contatti locali o approvvigionandosi con una rapina, gia’ pianificata di armi detenute da un collezionista. Sempre secondo le indagini il gruppo ha utilizzato il web ed in particolare Facebook come strumento di propaganda eversiva, per incitare all’ odio razziale e fare proselitismo. Manni aveva realizzato un doppio livello di comunicazione, uno attraverso un profilo pubblico, dove lanciava messaggi volti ad alimentare tensioni sociali e a suscitare sentimenti di odio razziale, in particolare nei confronti delle persone di colore; un altro attraverso un profilo privato,limitato ad un circuito ristretto dove discuteva le progettualita’ eversive del gruppo. Altro aspetto rimarcato, quello di aver progettato la costituzione della ‘Scuola Politica Triskele’, legata alla creazione del ‘Centro Studi ProgettoOlimpo’ attraverso cui promuovere ed organizzare incontri politico-culturali in varie localita’ italiane nonche’ i cosiddetti ‘campi hobbit’ all’interno dei quali diffondere e sviluppare l’ ideologia e le progettualita’ eversive del gruppo che ha intrattenuto contatti con altri gruppi attestati su posizioni di estrema destra per unirsi nel processo di destabilizzazione e lotta politica quali i “Nazionalisti Friulani’, il ‘Movimento Uomo Nuovo’ e la ‘Confederatio’. L’attivita’ di indagine ha accertato anche come la struttura clandestina proponesse i parametri tipici delle organizzazione eversive di destra, caratterizzate da una struttura verticistica, dalla presenza di chiari riferimenti ideologici, dalla costante verifica della affidabilita’ dei soggetti operativi e dei simpatizzanti. E’ stato confermato dall’inchiesta il ruolo di riferimento svolto dal Manni quale guida del sodalizio eversivo e punto di riferimento per le attivita’ di proselitismo, reperimento armi e ricerca di fondi per l’organizzazione; il ruolo di indirizzo ideologico dell’ ex ordinovista Rutilio Sermonti (gia’ rappresentante del disciolto movimento politico ‘Ordine Nuovo’) estensore di una nuova Costituzione della Repubblica, basata su un ordine costituzionale di ispirazione marcatamente fascista. Inoltre nelle carte il progetto sfumato, di assassinare il noto ordinavista Marco Affatigato (esponente politico dal 1973 al 1976 del Movimento politico ‘Ordine Nuovo’, attualmente latitante in quanto accusato di associazione sovversiva) ritenuto ‘infame’ poiche’ legato ai servizi segreti.

Gli arrestati nell’ambito dell’operazione “Aqula Nera” condotta dal Ros contro l’eversione sono: Stefano Manni, 48 anni di Ascoli Piceno ma residente a Montesilvano (Pescara); Marina Pellati (49) di Varese, residente a Montesilvano; Luca Infantino (33) di Legnano (Milano), ivi residente; Piero Mastrantonio (40) dell’Aquila, ivi residente; Emanuele Pandolfina Del Vasto (63) di Palermo, residente a Pescara; Franco Montanaro (46) di Roccamorice (Pescara), ivi residente; Franco La Valle (51) di Chieti, ivi residente; Maria Grazia Callegari (57) di Venezia, residente in provincia di Torino; Franco Grespi (52) di Milano, residente a Gorizia; Ornella Garoli (53) di Milano, residente a Gorizia; Katia De Ritis (57) di lanciano (Chieti), ivi residente. Ai domiciliari sono finiti Monica Malandra di 42 anni dell’Aquila, ivi residente, Marco Pavan (30) di Venezia, residente a Padova e infine, Luigi Di Menno di Bucchianico 47enne di Lanciano (Chieti), ivi residente. Nell’ambito dell’operazione sono state complessivamente indagate 44 persone. La base operativa era Montesilvano (Pescara).

Le dichiarazioni del PM

“Durante le perquisizioni abbiamo scoperto una lista a casa di uno degli indagati con l’elenco delle persone che potevano essere degli obiettivi. Vi erano intenti tutti tenuti sotto controllo che pero’ procuravano molta attenzione a chi li stava seguendo perche’ se ci fosse sfuggita di mano la situazione, potete immaginare cosa poteva succedere. Si e’ proceduto anche ad un sequestro di 21 armi a Pescara che sarebbero state oggetto di mira ai danni della persona che le custodiva legalmente. I carabinieri hanno fatto un accertamento amministrativo, fortunatamente non tutto era in regola e cosi’ si e’ provveduto a fare un sequestro amministrativo, riuscendo a sottrarre le armi alla volonta’ illecita manifestata dal gruppo”. Lo ha chiarito il pm della Dda dell’Aquila, Antonietta Picardi, nel corso della conferenza stampa indetta per illustrare i contenuti dell’operazione “Aquila Nera” contro l’eversione con finalita’ terroristiche. “Per la prima volta c’è stata l’applicazione della norma che prevede la presenza di agenti infiltrati in materia di terrorismo”. Lo ha detto il Procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, e responsabile della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo dell’Abruzzo Fausto Cardella nel corso della conferenza stampa sull’organizzazione (smantellata) di estrema destra che progettavano massacri per destabilizzare lo Stato democratico.