Dopo le note del ministero dell’Ambiente siamo costretti, nostro malgrado, ad intervenire di nuovo sulla vicenda di Bussi.
Dobbiamo dire che un Ministero “tafazzi” ci mancava. Pur di difendere l’indifendibile annullamento della gara per la bonifica integrale delle discariche 2A e 2B con rimozione dei rifiuti, i vertici del Ministero dell’Ambiente si lanciano in spericolati contorcimenti privi di logica.
Insomma, dovremmo godere se martellandoci per una volta manchiamo il bersaglio!
Leggiamo infatti esterrefatti che dopo l’annullamento della gara per la bonifica delle discariche 2A e 2B, i 47 milioni di euro rimarrebbero comunque in Abruzzo “per il disinquinamento delle aree pubbliche del sito“.
Insomma, considerate le “motivazioni” e la “logica” alla base dell’annullamento della gara, dovremmo arrivare alla conclusione che il Ministero ritiene che le aree “pubbliche” siano state inquinate direttamente dallo Stato e non da privati.
Oppure, cosa ancora più grave, si sta ammettendo che non sono rintracciabili gli inquinatori su cui far ricadere l’obbligo derivante dal principio “chi inquina paga”, visto che il Ministero ha sostenuto che per le discariche 2A e 2B lo Stato non può anticipare le spese e poi rivalersi sul privato inadempiente.
Sono solo i frutti avvelenati di una scelta incomprensibile a leggere gli atti quando bisognava semplicemente fare i lavori anticipando le somme pubbliche togliendo tutti i rifiuti seguendo un progetto favorevole agli interessi generali e poi rivalersi sul privato.
Ora invece siamo nelle mani di Edison.
PS: non capiamo poi il trionfalismo sui 47 milioni che restano in Abruzzo visto che è una legge dello Stato a dirlo dal 2011. Oppure volevano annullare anche quella?