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Il Forum H2O la scorsa settimana ha inviato un corposo dossier a vari enti che, carte alla mano, smentisce su tutta la linea la ricostruzione che il Ministero dell’Ambiente ha usato per revocare la gara da 45 milioni di euro per la bonifica delle discariche 2A e 2B a Bussi.

L’appalto, che prevedeva finalmente la rimozione completa e il trasporto in discarica di centinaia di migliaia di mc di rifiuti pericolosi e non pericolosi e del terreno sottostante contaminato, era stato indetto dal Commissario di Governo Adriano Goio nel dicembre 2015 dopo che il progetto era stato vagliato da vari enti tra cui l’ARTA. Dopo la morte del Commissario il Ministero dell’Ambiente era subentrato nella gestione della procedura aggiudicando il 7 febbraio 2018 definitivamente la gara per 38 milioni di euro ad un’associazione temporanea d’imprese.

A giugno 2018 la Provincia di Pescara aveva individuato in Edison il responsabile della contaminazione, a cui sarebbero state quindi accollate le spese della bonifica anticipate dallo Stato, come espressamente previsto dal bando di gara del Commissario (e qui cade qualsiasi rilievo che  qualcuno  improvvidamente avanza sul fatto che Edison non possa essere chiamata a rifondere le spese). Inoltre era stato firmato un accordo di programma tra Ministero, Regione Abruzzo e Comune di Bussi centrato proprio sull’esecuzione dei lavori appaltati.

Il Forum H2O aveva però svelato, divulgando una lettera ufficiale del 20 dicembre 2018, che la nuova dirigente ministeriale Distaso aveva espresso l’intenzione di annullare tutto. Era seguita, il 23 gennaio 2019, una smentita tranchant del Ministro Costa che aveva testualmente dichiarato “Su Bussi negli ultimi giorni si sono sentite corbellerie. I 47 milioni per la messa in sicurezza e la bonifica ci sono. Non so chi ha messo in giro la voce che siano stati bloccati o persi. Non è così: è solo stato cambiato il capitolo di spesa“. Quindi tutti rassicurati.

Invece i nuovi dirigenti ministeriali Distaso e Lo Presti sono andati per la strada che era stata prospettata e pochi giorni fa hanno avviato l’iter della revoca della gara, che prevede una fase di contraddittorio. Qui la prima questione sollevata dal dossier del Forum: la legge sul procedimento amministrativo 241/1990 impone di coinvolgere tutti i soggetti interessati che devono poter accedere alla documentazione e poter esprimere osservazioni sulla procedura prima che sia conclusa. Qui addirittura il Ministero che revoca dichiara ufficialmente di non avere le carte dell’appalto (sic!) e, inoltre, non ha coinvolto i soggetti pubblici che avevano sottoscritto l’accordo di programma, regione e comune, alla faccia della lealtà istituzionale e delle norme. Inoltre, ha già rimandato indietro al Ministero dell’Economia i 45 milioni di euro complessivi, dimostrando un pregiudizio che l’amministrazione pubblica non può avere visto che, sulla base delle osservazioni e controdeduzioni nel frattempo pervenute nella procedura di revoca, potrebbe cambiare idea. Il Comitato VIA regionale, ad esempio, più volte ha approvato un’opera dopo un preavviso di rigetto sulla base delle controdeduzioni degli interessati.

Il dossier prosegue smontando pezzo per pezzo, carte alla mano, la ricostruzione ministeriale che è basata su tre rilievi tecnici che semplicemente non esistono. 

Il Forum H2O è in grado di divulgare, infatti, i documenti progettuali che erano  stati esaminati dagli enti fin dal 2015, mesi prima della gara.

Da questi documenti risulta inequivocabilmente che:

1)IMPERMEABILIZZAZIONE AREE DI STOCCAGGIO TEMPORANEO DEI RIFIUTI: sia nel testo sia nei disegni è dichiarata l’impermeabilizzazione, con una platea di cemento di 15 cm di spessore e un telo in HDPE. Quindi nel progetto le aree sono assolutamente impermeabili;

2)ELENCO DEI SITI DI SMALTIMENTO: nel documento progettuale c’è addirittura un intero capitolo, il 7, dedicato ai luoghi in cui possono essere smaltiti i materiali, con tanto di elenco delle discariche esistenti autorizzate per accogliere i diversi materiali provenienti da Bussi.

3)L’ANALISI DI RISCHIO, come aveva spiegato l’ARTA già nel 2015, non era necessaria perché il Commissario, per fare presto, aveva scelto la procedura semplificata prevista dalla legge, l’art.242bis del Testo Unico dell’Ambiente, che appunto rende possibile saltare quella fase se si rimuove tutto scegliendo obiettivi di bonifica molto stringenti, più di quelli che risulterebbero con un’Analisi di Rischio. La caratterizzazione, con la procedura semplificata, si fa alla fine della rimozione. Cade così un altro rilievo formulato, quello relativo al fatto che i dati usati dal Commissario fossero risalenti nel tempo. 

Il Forum H2O si chiede nel dossier quali elaborati progettuali siano stati usati dal Ministero visto che in quelli esaminati dagli enti nel 2015 questi elementi c’erano. Addirittura l’ARTA aveva inviato la sua analisi tecnica anche al Ministero che non aveva mosso alcuna critica. Eppure se fossero emerse stranezze c’era tutto il tempo per non indire la gara.

Se questi sono i rilievi utilizzati dal Ministero per revocare la gara, a parte le questioni gravissime connesse alla disponibilità della documentazione e alla trasparenza finora negata alla Stazione Ornitologica Abruzzese che aveva richiesto un accesso vincendo anche un ricorso alla responsabile anti-corruzione del Ministero stesso, lo Stato rischia di andare a schiantarsi contro il muro di risarcimenti milionari con il triste risultato di allontanare la bonifica per altri 5-6 anni almeno, il tempo di rifare tutte le analisi, elaborare ed approvare un progetto e poi attuarlo da parte di Edison. 

Tra l’altro abbiamo appreso che questa società ha presentato un nuovo ricorso in Cassazione per annullare la sentenza del Consiglio di Stato che confermava la validità dell’ordinanza della Provincia del 2018. Un’altra picconata alle velleità del ministero che, tra l’altro, in questi due anni non è riuscito neanche a far rispettare un’ordinanza che, non essendo mai stata sospesa dai giudici, rimaneva vigente,. Il Ministero riesce a spiegare cosa ha fatto in questi due anni, da giugno 2018 a giugno 2020? Altra stranezza su cui auspichiamo che l’inchiesta aperta dalla Magistratura per omessa bonifica possa fare luce.

Il Forum nel dossier mette a confronto le due strategie. Quella dell’esecuzione della gara è una strategia in cui si vince comunque (si potrebbe dire “win-win”) perché, comunque andranno i ricorsi, alla fine la bonifica integrale ci sarà potendo recuperare anche i fondi dal privato, qualora Edison perda i ricorsi o dovesse essere individuato un altro responsabile (in caso di ricorso vinto). Quella della revoca porta a sicuri ricorsi in cui lo Stato rischia di soccombere pagando milioni di euro di risarcimenti, allontana di anni la bonifica che magari potrebbe essere fatta su presupposti meno conservativi – ad esempio potrebbe essere proposto il “tombamento” in loco come propose Edison per la Tremonti – e, magari, se dovesse perdere i ricorsi di Edison, vi è pure la possibilità che alla fine debba riproporre comunque un progetto di bonifica interamente basato su fondi statali.

Il dossier si chiude con la richiesta di procedere con i lavori della gara aggiudicata fermando ogni revoca in assenza di fatti più gravi che finora non paiono essere emersi. Ovviamente, se il Ministero dovesse andare avanti, il Forum si rivolgerà alla Magistratura a cui chiederà di fare chiarezza sul comportamento dei vari attori in gioco a partire dal Ministero dell’Ambiente che, alla fine, è il soggetto competente per legge per le bonifiche nei Siti Nazionali per le Bonifiche. Ente che dal 2008, anno di istituzione del SIN, non è riuscito a far partire concretamente neanche una bonifica.