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“Strumentazione obsoleta, strutture fatiscenti con canoni di affitto costosissimi, totale mancanza di una pianificazione a lungo termine per migliorare concretamente la sanità a livello territoriale. Questo è ciò che la Giunta regionale di centro destra è riuscita a ottenere nella Asl di Pescara da quando è alla guida della Regione. Il distretto di Pescara Sud ne è l’emblema più chiaro, che certifica come fino a ora gli abruzzesi abbiano assistito a un fallimento su tutta la linea da parte di chi, a parole, aveva dichiarato di voler cambiare il sistema abruzzese, per poi andare in perfetta continuità con il lavoro precedentemente svolto dal centro sinistra nella passata legislatura. E i disagi che affrontano cittadini e personale sanitario sono gli stessi, se non peggiori, di quelli con cui sono costretti a convivere da anni”.

Lo afferma il Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che nel corso di una conferenza stampa ha illustrato le problematiche che si vivono nel territorio di competenza della Asl pescarese e, nello specifico, nel Distretto Sanitario di base di Pescara Sud di Via Rieti.

“La strumentazione che qui viene messa a disposizione dei medici è totalmente inadeguata. Penso soprattutto all’unico ecografo multidisciplinare attualmente attivo e che deve servire una struttura che risponde a circa 70mila utenti, il 60% della popolazione pescarese. Oltre a essere uno strumento ormai superato dalla tecnologia attuale, visto che risale agli anni 2005-2006, viene perfino condiviso tra numerosi specialisti di branche diverse. Significa che i professionisti, soprattutto i cardiologi,  non possono chiarire eventuali dubbi che possono sorgere nel momento in cui viene svolta una visita. Questo porta al conseguente aumento delle liste d’attesa, si frammentano le cure e, con l’emergenza Coronavirus ancora in essere, aumenta la circolazione di persone potenzialmente infette all’interno delle strutture. Tutto ciò non è accettabile sia per i pazienti che per i nostri operatori sanitari, che ogni giorno svolgono, senza sosta, un lavoro straordinario. Il minimo che il Governo regionale dovrebbe fare è metterli quantomeno nelle condizioni di lavorare al meglio, ma evidentemente la Giunta, che aumenta gli stipendi ai direttori regionali, ha ben altre priorità”.

“Oltre alla strumentazione ormai antiquata, il personale sanitario e i pazienti sono costretti a utilizzare palazzine fatiscenti, di proprietà di privati o di altri Enti, per cui la ASL paga canoni di affitto altissimi, invece di essere spostati in strutture che siano realmente funzionali. Il distretto di Pescara Sud si trova in una palazzina edificata negli anni ’60 e non concepita per uso sanitario. Significa che gli spazi sono angusti ed è pressoché impossibile mantenere il distanziamento tra pazienti, i locali sono difficili da sanificare, e i requisiti di accessibilità, sicurezza e abitabilità non sono all’avanguardia come dovrebbero essere. I mesi passati in piena emergenza Covid sono lì a dimostrarlo”. Anche il Servizio Medicina dello Sport e il Distretto Sanitario di Montesilvano insistono in edifici privati dove la ASL paga l’affitto, spesso fatiscenti, nonostante le strutture di proprietà pubblica realizzate da anni per allocare i distretti citati e mai completamente attivate. 

“Il caso del presidio di Pescara Sud – prosegue Pettinari – è solo l’emblema della totale disorganizzazione che regna nella direzione generale della Asl e all’Assessorato della Sanità. Non mancano, infatti, gravi carenze a livello di personale, con specialisti che, una volta andati in pensione non sono mai stati rimpiazzati e, piuttosto che utilizzare l’apposita graduatoria regionale, si è preferito l’immobilismo. La carenza di personale è una delle motivazioni che grava sulle lunghe liste d’attesa. E’ indispensabile, a mio avviso, l’assunzione di personale aggiuntivo, e nel frattempo si potrebbe istituire una task force di specialisti dedicati ai distretti sanitari che diano disponibilità quotidiana a servire, per esempio, i codici di priorità delle ricette rosse prevedendo specifici incentivi. Questa soluzione di facile attuazione è stata applicata in altre regioni e sembra funzionare. Come potrebbe anche essere utile attivare i cosiddetti PAC Pacchetti assistenziali complessi, che possono erogare un buon servizio di efficienza e qualità all’utenza.

Altra grave criticità riguarda poi la visione che Regione Abruzzo non sembra avere del futuro della sanità regionale. Grave errore privilegiare la cura (ospedali) rispetto alla salute (territorio). La medicina territoriale dovrebbe davvero essere potenziata, non solo a parole, per svolgere quella essenziale funzione di filtro verso gli ospedali dove, purtroppo, si ingolfano i reparti rendendo l’offerta sanitaria insufficiente. A fronte di milioni e milioni di euro spesi per l’ospedalizzazione, con l’ultimo caso che riguardano gli 11 milioni per l’ospedale Covid a Pescara, non si ha nessuna contezza della cifra destinata alla sanità territoriale, nonostante tutte le evidenze scientifiche convergano sulla necessità di rafforzare il territorio”. A proposito dell’ospedale Covid non posso non segnalare che con delibera n.577 del 21 maggio 2020 del Direttore Generale della ASL di Pescara si richiede ad una agenzia di lavoro interinale la somministrazione di 37 infermieri e 42 operatore socio sanitario a tempo determinato (6/7 mesi) per l’attivazione dei reparti del Covid Hospital nelle fasi 1 e 2 per un importo presunto pari ad €1.768.000,00 più iva. Sono stato sempre contrario e sempre lo sarò sulle assunzioni a tempo determinato per servizi sanitari che dovrebbero essere garantiti nel tempo con continuità. Perchè non si è fatto un bando per l’assunzione a tempo indeterminato di questo personale? Andando avanti cosi si alimenta solo il popolo dei precari. Tra l’atro, nei mesi di assunzione di questo personale, il numero dei pazienti nei reparti Covid dovrebbe essere, molto probabilmente, di gran lunga inferiore al numero del personale stesso. Forse si sarebbe dovuto dedicare lo stesso personale anche e soprattutto ad altri reparti che soffrono una carenza cronica di organico.  

“È lampante come il presunto cambiamento alla sanità dato dal centro destra, tanto sbandierato sulla stampa, sia rimasto semplice carta straccia. La realtà ci racconta di quotidiane difficoltà, di professionisti messi nelle peggiori condizioni per poter svolgere il proprio mestiere, di strumenti vecchi e obsoleti, di palazzine assolutamente inadeguate. Una situazione inaccettabile su cui un’amministrazione regionale attenta al territorio, dovrebbe intervenire subito. Chiedo quindi una immediata inversione della rotta con imponenti trasferimenti di risorse sul territorio al fine di assumere nuovo personale, rinnovare e aumentare la strumentazione dei distretti sanitari e trasferire immediatamente i servizi nelle nuove strutture pubbliche realizzate da anni e mai messe a regime. 

Mi chiedo perché l’Assessore Verì e la direzione della Asl aspettino ancora a darsi una mossa. Non c’è tempo da perdere nella difesa della salute e della sanità pubblica degli abruzzesi”, conclude.