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Due anni di interventi cardiochirurgici all’ospedale civile di Pescara. Un servizio sanitario di elevata qualità anche nel periodo più difficile dell’emergenza coronavirus. Prestazioni che dimostrerebbero come di fatto il Santo Spirito sia già un DEA II livello

Da oltre 2 anni  Annunziato Mangiola, Professore associato presso l’Università G. D’Annunzio e direttore della scuola di Specializzazione in Neurochirurgia, dirige l’Unità Operativa Complessa  di Neurochirurgia dell’Ospedale Santo Spirito di Pescara, cui afferisce un bacino d’utenza di circa 700.000 persone.

Grazie all’esperienza ultratrentennale maturata presso il Policlinico Gemelli di Roma,  il Prof. Mangiola coordina l’attività del suo team  formato da 8 Neurochirurghi per curare   le patologie del Sistema Nervoso  che necessitano di una terapia chirurgica.

In molti casi è necessario un approccio ed una collaborazione multidisciplinare che vede prevalentemente coinvolte  le Unità Operative Complesse di Neuroradiologia e Rianimazione, dirette rispettivamente dal Dott. Vincenzo Di Egidio e dalla Dott.ssa Rosamaria Zocaro, e l’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Anestesia, diretta dalla Dott.ssa Maria Rizzi.

Nel biennio 2018-2019 sono stati effettuati 1227 interventi chirurgici ( mediamente poco meno di 2 procedure al giorno) avvalendosi di tecnologie e strumentazioni avanzate, al fine di ottimizzare i risultati e ridurre i rischi, ai quali si aggiunge l’ attività ambulatoriale.

Oltre la quotidiana attività clinico-chirurgica, il Prof. Mangiola ed il suo team sono coinvolti nella formazione degli specializzandi in Neurochirurgia e nella ricerca, soprattutto nel campo dei Tumori Cerebrali, in collaborazione con diversi gruppi di ricercatori  italiani dell’Università G. D’Annunzioe svedesi dell’Università di Uppsala e del Karolinska Institut.

Grazie alla attività clinica e di ricerca sono periodicamente prodotte pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e il Prof. Mangiola è stato invitato al  XXXVIII Congresso LatinoAmericano di Neurochirurgia in Bolivia per portare la sua esperienza ed i risultati raggiunti nella chirurgia dei  Tumori Ipofisari.

 Anche in un periodo di segregazione dovuto alla Pandemia le patologie neurochirurgiche urgenti sono state affrontate e  continuano ad essere trattate con  impegno ed efficienza pari al periodo  prepandemico. Purtroppo nella fase di progressivo incremento dei contagi è stato necessario reindirizzare verso i reparti COVID  molte risorse umane, logistiche e tecnologiche che precedentemente erano dedicate ad altri settori assistenziali. Anche alcuni Neurochirurghi hanno prestato la loro opera nei reparti COVID senza venir meno al resto delle attività neurochirurgiche.

Tutte le procedure neurochirurgiche non urgenti e programmabili e in particolare gli interventi per patologie degenerative del rachide ( ernie , stenosi, listesi vertebrale) hanno subito un significativo decremento e la condizione di lockdown ha inciso positivamente  sulla incidenza delle patologie traumatiche, che si sono ridotte di circa il 50%.

Nessuna variazione significativa è stata riscontrata  per le patologie tumorali ed emorragiche.

Nel periodo di segregazione sono stati effettuati 87 interventi neurochirurgici con procedure di urgenza /emergenza e  in 18 casi si è trattato di eventi emorragici che sono stati gestiti tempestivamente con protocollo di  sicurezza congruo con la condizione pandemica.

L’ottimizzazione del risultato nel trattare una patologia complessa quale l’emorragia cerebrale richiede tempismo e sincronia fra specialisti con diversa  competenza che devono sapere  dialogare fra loro e interagire in maniera coordinata  e finalizzata per un comune obiettivo , il benessere del paziente. 

Sabato 16 Maggio una giovane paziente di 11 anni è giunta in pronto soccorso per una grave emorragia cerebrale causata dalla rottura di una malformazione vascolare  cerebrale profonda ( condizione molto rara in questa fascia di età, circa 1 caso /100000 abitanti). Subito intubata e trattata con embolizzazione della malformazione artero-venosa (MAV) in Radiologia Interventistica, scopo del trattamento era quello di chiudere la MAV, poiché un secondo sanguinamento poteva risultare fatale,  è stata, poi, portata in sala operatoria per decomprimere la raccolta ematica. I sanitari dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia diretti dal Prof. Annunziato Mangiola, in stretta collaborazione con i medici della Neuroradiologia Interventistica coordinati dal Dott. Vincenzo Di Egidio, sono rapidamente intervenuti con una duplice procedura endovascolare e chirurgica.  Entrambi gli interventi si sono avvalsi del fondamentale supporto del team di anestesisti e dei colleghi del reparto di rianimazione dove la paziente è stata assistita subito dopo l’intervento chirurgico. Attualmente la piccola paziente è ricoverata presso la Neurochirurgia, le sue condizioni neurologiche sono in netto e progressivo miglioramento e oggi andrà a casa.