Altra falla nella ricostruzione ministeriale alla base della revoca della gara per la bonifica delle discariche 2A e 2B: l’analisi di rischio non serviva, ecco perché!
Confermato quanto anticipato dal Forum H2O che ha pure scoperto che il Commissario, volendo, poteva pure derogare da quelle norme (e non l’ha neanche fatto!)
Dopo quello relativo al parere dell’Avvocatura, che si è scoperto mettere in guardia sul rischio contenziosi ad esito incerto, salta un altro tassello della spericolata ricostruzione fatta dal Ministero dell’Ambiente per annullare la gara per la bonifica delle discariche 2A e 2B nel Sito Nazionale per le Bonifiche di Bussi.
Una delle tre criticità tecniche sollevate dal Direttore del Ministero dell’Ambiente Lo Presti sulla base di un parere interlocutorio del Consiglio Superiore dei lavori Pubblici (spacciato peraltro dal Ministero come esiziale) riguardava la mancanza della procedura di analisi di rischio.
Il Forum aveva immediatamente evidenziato la totale infondatezza dell’assunto sulla base delle leggi vigenti, cosa peraltro stranota a chi si occupa di bonifiche visto che la procedura semplificata introdotta con l’art.242bis del Testo Unico dell’Ambiente permette di saltare completamente la fase di analisi di rischio proprio per velocizzare il disinquinamento. Analisi di rischio, poi, che non si applica ai rifiuti ma solo ai terreni contaminati (e lì ci sono soprattutto rifiuti essendo due ex discariche). Inoltre anche la caratterizzazione (cioè lo studio della presenza dei contaminanti) con la procedura semplificata viene rinviata a dopo l’intervento di rimozione dei materiali.
Ora lo stesso Forum è in grado di divulgare un esplosivo documento dell’ARTA dell’11 agosto 2015 in cui l’agenzia con i suoi tecnici addetti alle bonifiche esaminava, prima dell’indizione della gara, il progetto del Commissario Goio per la bonifica delle discariche 2A e 2B a Bussi.
L’ARTA in maniera esplicita ed inequivocabile spiega che il Commissario aveva deciso appunto di seguire le procedure semplificate di cui all’art.242bis del Testo Unico dell’Ambiente avendo optato per un progetto con rimozione completa di rifiuti e terreni contaminati con raggiungimento della Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC). Non serviva, cioè, quell’analisi di rischio che, tra l’altro, avrebbe potuto portare ad accettare Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR) meno restrittive delle CSC. L’ARTA lo spiega chiaramente e con parole semplici e lineari.
L’Agenzia, quindi, imponeva solo una serie di prescrizioni sul progetto al fine di migliorarlo in fase esecutiva. La gara fu quindi indetta a fine 2015.
Da notare che questo documento era stato inviato anche al Ministero dell’Ambiente che evidentemente non ebbe nulla a che ridire con l’allora direttore Pernice, così come nessuna criticità su questa procedura rilevò l’altro direttore Laura D’Aprile. Ora fuori tempo massimo dopo ben 5 anni, a gara aggiudicata, si vorrebbe far valere una criticità che addirittura NON ESISTE.
Tra l’altro, ad abundantiam, il Forum H2O è andato a rivedere l’Ordinanza 3614 del 04 ottobre 2007 della Presidenza del Consiglio dei Ministri di nomina del Commissario Goio e ha scoperto che il Commissario volendo avrebbe potuto pure derogare a tutte le norme sulle bonifiche, cosa che non ha neanche fatto!
Nei prossimi giorni usciranno altri documenti che demoliranno definitivamente il fragile castello di carta tirato su in questi mesi dai dirigenti ministeriali senza neanche rispettare le norme sulla trasparenza, esponendo il paese a potenziali ricorsi milionari.
Ribadiamo al Ministro Costa di fermare questa assurda procedura di revoca imputando a Edison i costi della realizzazione del progetto del Commissario. Al contempo attivi una verifica interna sull’operato dei propri dirigenti. Sarebbe uno scandalo ripartire da zero, se sono queste le cosiddette criticità, dopo essere arrivati sulla soglia dell’allontanamento dei rifiuti abbandonando un progetto approvato per ridare le chiavi del futuro di Bussi a Edison.