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Sentire l’opposizione che con toni profetici disegna scenari apocalittici scatenati da un fantascientifico caos sulla riviera, il I Maggio, a causa di ordinanze e mascherine, dovrebbe far sorridere per umorismo involontario, se solo non stessimo vivendo un frangente storico drammatico e doloroso.  Sarebbe altrimenti incomprensibile giustificare attacchi a testa bassa così scomposti, nella forma e nel merito, da parte di chi prima contestava i miei provvedimenti più restrittivi rispetto a quelli nazionali per combattere la pandemia da Covid-19 e adesso allo stesso modo contesta il riallineamento alla normativa nazionale dopo 53 giorni di lockdown.

Insomma, prima di andare alla guerra l’opposizione dovrebbe fare pace con se stessa. E magari ripassare la cronologia dei fatti e dei provvedimenti da me adottati per tutelare e proteggere la comunità pescarese, i cui risultati sono davanti agli occhi di tutti coloro che non si rifiutano di volerli vedere.

E non voglio neppure pensare che sia scattata una rancorosa rabbia per aver visto e sentito Pescara indicata a esempio su scala nazionale e persino internazionale (dalla Gran Bretagna all’Australia, dalla Norvegia alla Cina) come una delle città capofila nell’adozione e nel tempismo delle misure per arginare il contagio da coronavirus.

Questi sono i fatti e mi amareggia che chi dovrebbe comunque essere lieto per come sono finora andate le cose, vorrebbe adesso rovesciare la verità o comunque mistificarla, così come è stato fatto nel momento di massima emergenza evocando con faciloneria gli sceriffi e altre becere e fuorvianti immagini intrise di banalità.

Ho emanato quei provvedimenti restrittivi nei momenti di massimo contagio così come l’ordinanza per il I Maggio, perché rispondevano tutti a esigenze concrete in un quadro reale. Quando la scienza medica e i dati epidemiologici hanno consentito di ammorbidire le limitazioni, ho provveduto a riallineare i pescaresi agli altri italiani. I pescaresi sono stati responsabili durante 53 giorni e hanno dimostrato per la quasi totalità uguale maturità e senso civico sulla riviera, nonostante ci sia stato chi ha voluto per forza vedere assembramenti, violazioni e atteggiamenti fuori le righe.

Il bersaglio delle opposizioni, se avessero un minimo di coerenza che è invece virtù assai rara da quell’angolazione, non è pertanto il Comune, ma proprio il governo ideologicamente a loro affine, alle cui indicazioni guarda caso ci stiamo attenendo, avendo superato presto e bene il momento più acuto della crisi.

Non posso neanche pensare per un attimo che questo dia fastidio, invece che suscitare approvazione.

Io, in ogni caso, sono orgoglioso di quanto fatto da questa amministrazione e del comportamento dei pescaresi tutti.

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