“Un progetto all’insegna della cooperazione internazionale nel campo della chirurgia pediatrica , che di certo rappresenta una delle tante fette di eccellenza dell’Abruzzo. Lo spirito umanitario, l’alto livello professionale dello staff medico della Ada Manes Foundation for Children Onlus, e la volontà di formare nei Paesi in via di Sviluppo chirurghi all’avanguardia, distinguono la buona medicina abruzzese nel mondo”. Così, il capogruppo in Consiglio regionale di Fratelli d’Italia, Guerino Testa, questa mattina, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto “I fili della vita” della Fondazione pescarese, costituita e presieduta dal chirurgo pediatrico Mariagrazia Andriani , che per la sua preziosa attività ha ricevuto ben 6 premi su scala nazionale. “ I fili in questione, sono quelli di sutura necessari per gli interventi di chirurgia – spiega il Consigliere – che si svolgono durante le missioni nei Paesi più poveri del mondo carenti non solo di personale medico ed infermieristico ma anche degli strumenti base per poter operare. Il progetto solidale si pone l’obiettivo di raccogliere fondi per l’acquisto di adeguati fili di sutura, ed una delle tappe vede protagonista Pescara, in un evento in programma il 13 febbraio, nella sede dell’Aurum, e la Regione sarà presente in prima fila, appoggiando pienamente il progetto”. “Un appuntamento che in qualità di assessore comunale ai Grandi Eventi ho fortemente voluto nella nostra città – ha dichiarato Alfredo Cremonese – sia per rendere merito alla grande valenza specialistica della dottoressa Andriani che per il valore di questa e di tutte le attività dalla sua Fondazione. Fin dall’inizio il mio impegno in Comune – ha argomentato – ha rivolto l’ attenzione alla solidarietà facendo sì che l’Istituzione si mettesse a servizio di programmi ed iniziative in tal senso. Per la serata di giovedì 13, la sede dell’Aurum sarà messa a disposizione gratuitamente – fa sapere – e sono certo che amministratori e cittadini parteciperanno attivamente per un’ottima riuscita della manifestazione di beneficenza”. “ L’iniziativa nasce per festeggiare il quinto compleanno della Ada Manes , un quinquennio “ricco di attività nella nostra regione e in alcuni dei Paesi tra i più svantaggiati del mondo – spiega Andriani – e rappresenta un momento importante per riconsiderare con occhio critico tutto ciò che è stato fatto finora e volgere lo sguardo al futuro con più grinta e consapevolezza. Due sono gli obbiettivi primari della Fondazione: supportare la U.O.C. di Chirurgia Pediatrica di Pescara e incentivare la “formazione in Chirurgia Pediatrica” nei Paesi a risorse limitate, compito quest’ultimo decisamente più impegnativo ma di indubbia utilità. Il confronto, infatti, con diverse realtà del terzo e quarto mondo ha permesso di constatare quanto questa disciplina sia di primaria importanza in questi luoghi oramai non più tanto lontani . Li la popolazione al di sotto dei 15 anni si attesta quasi al 50% ed i neonati, i bambini ma anche gli adolescenti soffrono di patologie molto particolari ben diverse da quelle dell’adulto. Di contro, il numero di chirurghi pediatri presenti è veramente esiguo – precisa Andrinani – i pochi in campo lavorano nelle capitali lasciando sguarnite le aree rurali. In tutta l’Africa mancano circa 2800 chirurghi pediatri, solo in Tanzania , dove noi lavoriamo maggiormente, ne mancano ben 224 . Preso atto di questa situazione, abbiamo iniziato il nostro lavoro di trasferimento di know how ai chirurghi generali degli ospedali mete di missioni, nell’ottica di un loro “empowerment “ che li renda autonomi nel trattamento delle affezioni chirurgicho-pediatriche. Finora abbiamo eseguito 20 missioni (Etiopia, Tanzania, Haiti ed in ultimo Sudan) per un totale di 900 bambini operati, lavorando in network con altri associazioni, colleghi e personale infermieristico. Durante gli interventi avviene il “training on the job” del personale locale che assiste volentieri anche alle nostre lezioni frontali. Naturalmente per eseguire gli interventi abbiamo bisogno di fili di sutura il cui costo è oneroso. Siamo tutto sommato soddisfatti del nostro approccio al problema – commenta – che corrisponde a quello dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo che supporta un altro importante progetto in Sudan, di cui la Fondazione è onorata di essere partner. E’ nato tra l’Università di Chieti-Pescara con capofila la Chirurgia Pediatrica diretta dal Prof.Pierluigi Lelli Chiesa, e la più antica Università sudanese di Gezira. Il nostro impegno potrà essere ancora più efficace se accompagnato dal sostegno delle Istituzioni che ci sono sempre state vicine, che ringraziamo per la solidarietà e che ci auguriamo vogliano dedicare alla Cooperazione Internazionale le risorse necessarie perché l’Abruzzo venga annoverato tra le Regioni che determinano il cambiamento” . “ Il progetto ‘Sudan’ è teso ad un miglioramento degli standard di assistenza e cura presso il Gezira National Center of Pediatric Surgery, dove viene accolta la maggior parte dei bambini sudanesi con problemi chirurgici – spiega il Lelli Chiesa–un programma di lavoro intenso che ci sta dando soddisfacenti risultati. Siamo quasi alla fine del triennio, per quattro missioni l’anno effettuate, e con molta probabilità verrà replicato – annuncia il Professore – sempre nell’ottica di una più moderna cooperazione internazionale che veda la formazione per i colleghi sudanesi elemento determinante della nostra attività”. Presente in conferenza stampa anche l’attore abruzzese Federico Perrotta, che sposa appieno la causa, regalando ai partecipanti della serata di beneficenza, lo spettacolo gratuito “Stasera che sera!” insieme con la talentuosa Valentina Olla. “Abbiamo visto un video emozionale che racconta la fame nel mondo, le malattie di cui sono affetti molti, troppi bambini, e le difficoltà di alcuni Paesi nel fronteggiare grandi problematiche – ha affermato – e credo che occorra condividere queste informazioni facendole diventare virali, perché troppo spesso manca la reattività nel dare un segno di impegno reale. Chiunque abbia delle attitudini, del talento, penso ad esempio a me che auspico di far divertire la gente, deve donarsi, perché se non lo facciamo siamo noi quelli sbagliati. Bisogna essere presenti di fronte ad un grido d’allarme, come quello lanciato dalla dottoressa Andriani che fa di tutto affinché la vita di bambini sfortunati sia migliore. Io non posso che esserci – ha concluso – e nel mio piccolo, darò un segnale di reattività”.