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“Nessun chiarimento è purtroppo arrivato dal sopralluogo odierno al Comando di Polizia municipale rispetto a quanto accaduto e filmato lo scorso 17 luglio nella struttura stessa, che ho personalmente trovato vuota, deserta, ma con porte, finestre e uffici aperti, come si vede dal filmato. Evidentemente dovremo attendere gli esiti dell’inchiesta giudiziaria ufficialmente aperta, come annunciato dal maggiore Danilo Palestini, durante lo stesso sopralluogo, per capire cos’è accaduto nel Comando. Restano intanto aperti mille interrogativi ai quali Palestini non ha potuto dare risposta per le indagini in corso, ossia perché la porta era spalancata poco prima delle 20, quando, sulla carta, doveva essere chiusa già dalle 18; perché il piano terra fosse completamente incustodito, cos’è successo al Comando prima del mio arrivo e subito dopo la mia uscita; a che ora il responsabile della guardiola o Urp del pianterreno avesse lasciato la postazione il 17 luglio e perché dentro vi fossero una borsa e un cappello di servizio che potevano essere tranquillamente trafugati”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Sicurezza e lotta al degrado Armando Foschi, consigliere comunale per il Gruppo Lega, al termine del sopralluogo odierno nel Comando di via del Circuito promosso dalla Commissione Controllo e Garanzia, dopo il ‘caso’ sollevato dallo stesso Foschi che il 17 luglio scorso, recatosi al Comando, l’aveva trovato vuoto e aveva registrato le relative immagini. Ad illustrare la vita nella struttura è stato il maggiore Palestini, delegato dal Comandante Maggitti che ha preferito salutare i consiglieri nel proprio ufficio in modo privato solo al termine della seduta di Commissione.

“La seduta in realtà – ha rimarcato Foschi – è servita esclusivamente per conoscere quella che dovrebbe essere la routine all’interno del Comando, quindi come funzionano gli uffici, a che ora si chiudono le porte al pubblico, le modalità di accesso del pubblico, l’orario di servizio dalle 7 alle 24, tutte informazioni utili, ma che comunque non danno risposte circa quanto accaduto mercoledì quando sono entrato in quel Comando anche come consigliere comunale, ovvero pubblico ufficiale, nel pieno dovere di effettuare ispezioni. Ma come sono entrato io, sarebbe potuto entrare chiunque, anche un malintenzionato non essendoci né filtri, né ostacoli. La porta era spalancata e a questo punto faremo accesso agli atti e alle immagini dell’impianto di videosorveglianza del Comando per vedere non frammenti o spezzoni interpretabili e interpretati da qualcuno, ma per vedere il filmato integrale, quindi vedere chi eventualmente non ha mai chiuso alle 18 quella porta d’ingresso, chi ha lasciato la guardiola-Urp spalancata con dentro, in bella mostra, una borsa e un cappello di servizio, alla portata di chiunque, guardiola che peraltro, come abbiamo visto oggi, dà accesso al deposito armi, confidenzialmente chiamata ‘armeria. Che merita un discorso a parte: il maggiore Palestini si è assunto la piena responsabilità della custodia del deposito armi, munizioni e proiettili, sostenendo di essere l’unico depositario delle chiavi delle due porte blindate che sigillano la stanza, accanto alla quale c’è invece un secondo locale dove ogni giorno vengono lasciate le pistole di chi si trova a fare servizio in ufficio e non ha bisogno di avere con sé l’arma. Teoricamente anche quella stanza viene chiusa alle 18, ma purtroppo la teoria e la pratica non sono coincise il 17 luglio scorso. Tradotto – ha specificato Foschi – la chiacchierata odierna non ha dato risposte alle nostre domande che sicuramente non sono mai state un attacco alla nostra Polizia municipale, nessuno ha mai inteso colpire il personale al quale, di nuovo, rinnovo tutta la mia stima personale e la mia solidarietà per il lavoro che i vigili svolgono ogni giorno in condizioni tutt’altro che facili. Ciò non toglie che il 17 luglio troppe cose non hanno funzionato e sicuramente non possiamo far calare il silenzio, ma piuttosto è nostro dovere garantire gli opportuni approfondimenti a tutela degli stessi agenti che devono avere la certezza di lavorare e vivere in un ambiente sicuro sotto ogni punto di vista”.

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