“L’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiede l’immediata riapertura del Reparto di Allergologia dell’Ospedale civile di Pescara, praticamente smantellato da gennaio scorso quando la Direzione generale della Asl ha di fatto requisito due delle tre stanze-ambulatorio assegnate alla struttura, oggi relegata in un unico stanzone ridotto a magazzino. Oggi abbiamo protocollato la richiesta di un incontro urgente con il Manager Mancini e con il Direttore sanitario Fortunato per affrontare la vicenda. Nel frattempo presenteremo il ‘caso’ alla Commissione Vigilanza del Comune, chiedendo la convocazione del sindaco Alessandrini, che è Presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci e ha il dovere di tutelare il diritto alla salute dei cittadini”. Lo hanno annunciato l’avvocato Berardino Fiorilli e Armando Foschi, promotori dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ nel corso di una conferenza stampa tenuta stamane dinanzi alla porta chiusa dell’ex Reparto di Allergologia, oggi stipato in uno stanzone-magazzino all’interno della Stroke Unit al settimo piano del nosocomio. Presenti anche alcuni pazienti in lista d’attesa da un anno per effettuare le prove allergiche ai medicinali, che vanno obbligatoriamente eseguite dentro l’ospedale in regime di day hospital.
“Già a gennaio abbiamo lanciato il primo allarme quando, di punto in bianco, tutti i pazienti che da un anno avevano prenotato i test allergici nel reparto di Allergologia dell’Ospedale civile di Pescara, hanno ricevuto una telefonata direttamente dal reparto, in cui è stato loro comunicato l’annullamento dell’appuntamento e l’impossibilità a una immediata riprenotazione dei test – ha ricordato Foschi -. In sostanza ai pazienti è stato detto che, per cause indipendenti dal reparto stesso, non potevano più effettuare la prestazione ambulatoriale e che sarebbe stato il reparto a richiamare per fissare una nuova data non appena si fossero ripresentate le condizioni. Gli appuntamenti annullati erano in realtà i più importanti, ovvero quelli inerenti le prove di sensibilità allergologica ai farmaci, o agli insetti o agli alimenti, per i quali è previsto il day hospital esclusivamente nel nosocomio proprio perché, dovendo verificare la sensibilità del paziente a farmaci che vengono somministrati e che potrebbero scatenare reazioni anche pericolose, che implicano la disponibilità di un’unità di pronto soccorso in emergenza in loco per l’eventuale rianimazione, possono essere eseguite solo in spazi ospedalieri, e non nei distretti di base. Quando abbiamo approfondito la questione, contattando personalmente il reparto, abbiamo scoperto che al settimo piano dell’ospedale civile, dov’è stata trasferita allergologia, il reparto non esiste più. Con il trasferimento dal piano terra al settimo livello, la direzione aziendale Asl aveva assegnato alla struttura, dotata di un primario, tre stanze, adibite all’accettazione dei pazienti, alle prime visite, all’esecuzione dei test, all’attesa e all’elaborazione dei prelievi eseguiti. A metà gennaio la Asl, senza alcun preavviso, ha disposto, dall’oggi al domani, di togliere al reparto due di quelle tre stanze, chiedendone lo sgombero entro ventiquattro ore dalla comunicazione, dovendo destinarle a stanze di ricovero pazienti, dieci posti letto, sembra, per Medicina. Questo significa che in ventiquattro ore, il personale di allergologia ha dovuto liberare le due stanze, ammucchiando tutta la propria dotazione strumentale nella terza e unica stanza rimasta disponibile, e oggi diventata uso magazzino, fermando le attività e le prestazioni ambulatoriali”. “In realtà – ha aggiunto l’avvocato Fiorilli -dietro al ridimensionamento del reparto sembrerebbe esserci una vera volontà di smantellare lo stesso: infatti il Reparto è stato declassato da Unità Operativa Semplice Dipartimentale a HUB, oggi quindi non c’è più un primario, non ha finanziamenti diretti, e i fondi per garantire il funzionamento della struttura vengono pescati dal reparto di Pneumologia, quindi Allergologia non ha più autonomia. I servizi vengono garantiti dai medici di Pneumo che a turno assicurano la propria presenza. I pazienti che si sono visti cancellare le prenotazioni, così come chi tenta oggi di prenotare una prestazione, e le trova chiuse, è costretto a rivolgersi ad altre strutture pubbliche, come Chieti e Avezzano, che hanno però liste d’attesa lunghissime, anche di un anno e mezzo, oppure a strutture private con grossi dispendi economici, o ancora devono andare fuori regione, Civitanova Marche o Roma, favorendo la mobilità passiva con enormi costi a carico della Regione, ovvero degli abruzzesi. Di fatto oggi Allergologia all’ospedale civile di Pescara sembra destinata a scomparire non potendo fare neanche un day hospital, ed è grave pensando che fino a un anno fa la struttura era considerata ed era effettivamente un fiore all’occhiello del nostro nosocomio, un centro d’eccellenza che determinava un elevato livello di mobilità attiva, ovvero di pazienti che venivano a Pescara anche dal Molise, dalla Puglia, dalla Basilicata e dal Lazio, oltre che da tutto l’Abruzzo. Ormai si è passati dalle 12mila prestazioni l’anno alle 8mila prestazioni di adesso con 5 medici e un semplice HUB. Tutto ciò non è tollerabile e per questa ragione già stamattina – hanno proseguito Fiorilli e Foschi – abbiamo protocollato la richiesta di incontro urgente con il Direttore Generale Mancini e con il Direttore Sanitario Fortunato per conoscere formalmente le intenzioni della Direzione Aziendale Asl sul reparto di allergologia: vogliamo sapere quante sono a oggi le prestazioni cancellate dal reparto, ridotto a un magazzino, e quando verranno liberati dai posti letto di Medicina gli spazi destinati ad Allergologia. Nell’attesa, porteremo la questione sul Tavolo della Commissione Vigilanza del Comune di Pescara e della Regione Abruzzo, chiedendo di convocare il Presidente del Comitato ristretto dei sindaci della Asl, che è il sindaco Marco Alessandrini, per chiedergli se fosse al corrente della vicenda e di farsi promotore della convocazione di una riunione urgente del Comitato stesso per affrontare la problematica. Inoltre chiederemo la convocazione dello stesso Manager della Asl Armando Mancini che deve delle spiegazioni a tutti i cittadini che oggi si vedono privati del proprio diritto alla salute. La richiesta nostra e dei cittadini è che Allergologia torni a essere una Unità Operativa Semplice Dipartimentale con un responsabile e personale infermieristico dedicato, e anche questa è una istanza che rivolgeremo direttamente al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. Se non ricevessimo comunicazioni in merito, valuteremo le ulteriori azioni da adottare a tutela del nostro ospedale e dei cittadini