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All’indomani della vittoria, scontata, di Lucianone D’Alfonso e della sua coalizione, eravamo in tantissimi a credere che, finalmente, qualcosa alla regione sarebbe cambiato. Gli abbiamo votato con convinzione e fiducia cieca. Pensavamo, ascoltandolo, che, nonostante le innumerevoli traversie sopportate, fosse ancora quello di prima: il tenace e indefesso sindaco della rinascita e del rilancio di Pescara. Sono trascorsi circa sei mesi e assistiamo impotenti al dissolvimento di un bel sogno: la Regione Abruzzo non solo non è cambiata, ma si sta contraddistinguendo per l’immobilismo del suo esecutivo e l’inefficienza dell’intero Consiglio regionale. Non si salva nessuno, neppure i 5S. Dall’esterno (badate bene da addetti ai lavori e non da semplici e volutamente disinteressati cittadini stanchi di promesse non mantenute e di atteggiamenti che nulla hanno a che vedere con i propositi manifestati in campagna elettorale) non vediamo che immobilismo, squallore e dilettantismo che nulla, ma proprio nulla, hanno a che vedere con le premesse che hanno riportato in sella, complice la cattiva gestione Chiodi, D’Alfonso & C.. E non vale alcunché accampare scuse tipo “è la situazione generale di crisi che attanaglia l’intera nazione a condizionare l’azione del governo e della maggioranza alla Regione”. A giugno lo sapevano benissimo quali erano le condizioni dell’Abruzzo, ma si dissero certi di riportare l’economia e il lavoro della nostra regione su livelli accettabili dichiarando ad alta voce le loro presunte capacità amministrative, le loro innovative idee, la loro capacità di interpretare i sentimenti e le aspettative degli abruzzesi. Invece, dopo sei mesi (non sono certo pochi) l’eredità lasciata dall’insignificante gestione Chiodi non è stata davvero migliorata!. Mi piange il cuore, ma sento di doverlo dire per onestà intellettuale e per coerenza. Che segni hanno lasciato, e stanno lasciando, “grandi personaggi” come D’Alfonso, il suo vice Lolli e gli altri assessori? Solo una sorta di pavoneggiante presenzialismo infarcito di parole, parole e parole senza alcun fatto concreto. Vogliamo parlare di occupazione? Tutti i dati parlano di incremento della disoccupazione, soprattutto giovanile: le poche, coraggiose fabbriche e i malconci laboratori artigianali o hanno chiuso o annaspano con l’acqua alla gola. Persino nel pubblico impiego alla Regione, dove non c’erano esuberi né assunzioni si sta cercando di smobilitare quel poco di spazio che, con illuminata saggezza, la giunta Pace aveva ritagliato ad un certo numero di giovani, soprattutto laureati professionalmente apprezzabili. A fine anno non saranno confermati decine e decine di giovani che da anni stanno tirando la carretta a stenti e tra mille incertezze con la speranza dell’agognata “stabilizzazione”!… Così come non saranno confermati i contratti con autentici professionisti che hanno retto con successo delicati e importanti postazioni (emblematico il caso dr. Franco Gerardini, dirigente pro tempore del Servizio Ecologia). Cosa succederà, ci chiediamo non senza preoccupazione, in quel Servizio così particolare e “pericoloso” già notoriamente scarsissimamente dotato di personale qualificato? Sul versante trasporti (la cui delega non si sa bene a chi sia assegnata) le cose non vanno meglio. L’azienda unica regionale, promessa e ripromessa resta inesorabilmente una chimera. I porti stanno diventando inagibili. L’interporto di Manoppello si sta riducendo, per inattività, ad una cattedrale nel deserto (costato oltre 100 milioni di euro). Non parliamo, poi degli autoporti di S. Salvo e Roseto, né del Centro Smistamento merci di Avezzano dei quali non si sa più nulla… E l’aeroporto d’Abruzzo? Gli ostentati tentativi della Giunta regionale di dargli ossigeno si stanno rivelando una grande “bufala”: la giunta regionale, infatti, si muove sapendo che non caccerà mai un euro perché i provvedimenti di sostegno che adotta sono volutamente inefficaci già in partenza poiché ricalcano, pari pari, le precedenti deliberazioni bocciate dall’UE bollate come “aiuti di Stato”. Mentre il monte debiti della SAGA sale ad oltre 30 milioni di euro… Di questo passo presto D’Alfonso e Lolli all’aeroporto ci realizzeranno un grande campo da golf o, tutt’al più, un campo per amanti del volo di aereomodelli. Dell’industria è meglio non parlarne: quel poco di buono che restava in alcune parti ed istituzioni pubblico/private dell’Abruzzo lo stanno delapidando inesorabilmente per inerzia e per incapacità di porre mano ad una riforma seria ed efficace. Pensate agli ex Consorzi Industriali, riuniti improvvidamente dall’ex giunta Chiodi in piena zona Cesarini sotto un carrozzone di nome ARAP messo nelle avide mani di fidi scudieri che reclamavano, prima della fine della legislatura un “posto al sole”: Un presidente e un CDA del tutto “politico” inadeguati e impreparati scelti dall’ex assessore Alfredo Castiglione (presidente, ovviamente, è tale rag. Petrucci suo ex segretario particolare e membri due emeriti Carneade, il geom. Marzola, funzionario regionale di indefessa fede castiglioniana e dall’avv. Di Marzio, ex uomo di fiducia di De Matteis) che non hanno mai avuto dimestichezza o esperienze in direzione aziendale e in attività amministrative. Anziché “tagliare” i rami secchi notoriamente con i conti perennemente in “rosso” e improduttivi (Teramo e Val di Sangro in particolare), li hanno accorpati caricando tutto il peso finanziario sulle spalle dell’ex Consorzio Industriale del vastese che sta assistendo impotente alla perfida dilapidazione del suo “tesoretto” accumulato grazie ad una buona (e forse anche “fortunata”) gestione dell’Ente disciolto. Se andate a parlare di queste cose con Giovanni Lolli, persona e politico ritenuto, finora, serio e capace, otterrete risposte vaghe e senza senso. Il D’Alfonso, che conoscevamo una volta, tutti questi problemi li avrebbe risolti, come si dice da noi “con una girata di culo!”… E della sanità pubblica? E’ meglio non parlarne. Accendete ceri ai vostri santi protettori affinché vi tengano lontano da malattie che richiedono esami, anche di routine, tipo gastroscopia o colonscopia, ecocardiogramma, tac, risonanza magnetica o visite specialistiche, altrimenti avete buone possibilità che, se state davvero male, facendo i dovuti scongiuri, quasi certamente arriverete tardi a conoscere in tempo la diagnosi della vostra malattia perché per fare quegli accertamenti ci voglionodai cinque ai sei, sette mesi di attesa (quando va bene!). Si salvano, come al solito, quelli che hanno la possibilità di usufruire di servizi a pagamento (gli stessi esami li fanno in 48 ore massimo!). Gli altri, quelli che storicamente per condizione economica ed estrazione famigliare provengono e votano PD e a sinistra, hanno solo da sperare che i loro sintomi non corrispondano effettivamente a reali situazioni di grave malattia. Sul fronte delle riforme e del risparmio, poi, è meglio non parlarne: quasi tutti i consiglieri sono d’accordo a mantenere compensi, prebende e privilegi, in barba alle promesse fatte in campagna elettorale e alle lamentele dei cittadini che reclamano a gran voce la riduzione dei costi della politica e della spesa pubblica. Il problema più preoccupante è, a mio avviso, che anche chi, all’interno della maggioranza, la pensa diversamente e vorrebbe che fossero mantenute le promesse elettorali (Monticelli ed altri) alla fine sono costretti, obtorto collo, ad accodarsi se non vogliono essere “isolati” e messi alla porta. Da apprezzare, in tal senso, il gesto coraggioso dell’assessore Di Matteo (subito richiamato dai capi politici e amministrativi) che ha votato contro, insieme alla minoranza, il provvedimento con cui si volevano mantenere i privilegi e super stipendi/pensioni… Allora che fare? Due sono le ipotesi: 1) D’Alfonso & C. prendano apertamente atto che non ci sono le condizioni per governare la Regione, a seguito dei tagli statali, e per protesta si dimettono in massa per dare un segnale forte (cosa che, probabilmente, li premierebbe in caso di nuove elezioni); 2) Oppure restano lì a vegetare e a continuare a beneficiare dei loro privilegi, in barba delle nuove e tante povertà che assillano la nostra regione. E, poi, che dire della barzelletta della ricostruzione dell’Aquila con il balletto dei miliardi di euro a disposizione dell’Amministrazione Cialente che non riesce neppure a spenderli, dove la mettiamo? Cari miei: facciamo ridere! Siamo ridotti davvero male se l’unica nota quantomeno “diversa” nel panorama della sinistra abruzzese, è stata offerta dalla senatrice Pezzopane assurta alle cronache nazionali per la sua improbabile love story con un ragazzotto che potrebbe essere suo figlio o suo nipote…
Bianchino de’ Vitis