“Sul progetto di riqualificazione delle aree di risulta il sindaco Alessandrini e la sua maggioranza stanno scrivendo l’ennesima brutta pagina di un’esperienza amministrativa sicuramente deludente e dannosa per la città. Ostinarsi a portare in aula un progetto mai condiviso con il territorio, un progetto che, anzi, non piace a nessuno, né ai cittadini, né alle Associazioni di categoria, né alla classe imprenditoriale, né ad ampie fette della maggioranza stessa, significa voler condannare Pescara ad anni di ulteriore paralisi progettuale, una responsabilità grave per un primo cittadino che, peraltro, neanche si preoccupa di difendere, dal proprio scranno, la sua idea, la sua opinione, rimanendo indifferente persino al clima da far west che si respira nell’aula. Azione Politica Pescara chiede oggi ufficialmente al sindaco Alessandrini di fermare l’esame di una delibera inutile, impossibile da approvare a sei mesi dal ritorno alle urne, e piuttosto, se veramente intende lavorare nell’interesse della città, di aprire la fase del confronto e della concertazione imprescindibile a fronte di un intervento che andrà a decidere il futuro di uno degli ultimi ‘vuoti urbani’ di Pescara”. Lo ha detto l’avvocato Berardino Fiorilli, Coordinatore di ‘Azione Politica Pescara’.
“Cambia l’oggetto del contendere, ma la musica resta sempre la stessa – ha commentato l’avvocato Fiorilli -. Ormai il sindaco Alessandrini ci ha tristemente abituati ai suoi inutili ‘colpi di testa’: lo sta facendo con il mercatino fintamente etnico, ostinandosi su un cantiere che l’intera città rifiuta memore di ciò che hanno rappresentato quelle bancarelle sulle aree di risulta, smantellate su ordine della prefettura in quanto individuate come la ‘principale centrale di contraffazione del centrosud Italia’. E oggi si sta ripentendo portando in aula un progetto di presunta riqualificazione delle aree di risulta che non ha né capo né coda, tanto da non aver neanche deciso quale dovrà essere la struttura culturale ‘portante’ dell’intera area: una sala espositiva, anzi no, un palaeventi, anzi non si sa. Quel che oggi è certo, dell’intero progetto, è solo la cessione al privato per oltre vent’anni della gestione dei parcheggi a pagamento dell’intero centro cittadino, privando, fra l’altro, il Comune stesso di un incasso fondamentale per l’equilibrio del bilancio e senza neanche giustificare come intende coprire quel ‘buco’. E che il progetto sia caotico, confusionario, ma finanziariamente pericoloso, lo dimostra la ferma contrarietà non solo delle opposizioni politiche, ma delle realtà produttive, imprenditoriali e commerciali di Pescara che hanno pubblicamente bocciato l’iniziativa. Tant’è che anche alcune frange della stessa maggioranza hanno iniziato a storcere il naso, addirittura facendo saltare la seduta del Consiglio per assenza del numero legale in aula. Non solo – ha aggiunto l’avvocato Fiorilli -: è stato sufficiente assistere a qualche seduta per annusare l’aria da far west, quasi resa dei conti, che si respira in aula, con la maggioranza che comincia a mostrare segni di chiaro nervosismo dinanzi alla fermezza e al rigore delle opposizioni nel portare avanti la discussione degli emendamenti che puntano a ottenere un ‘ravvedimento’ in corso d’opera del sindaco. Un sindaco fra l’altro assente al dibattito, che non si preoccupa neanche di difendere il proprio convincimento che, evidentemente, tanto forte non è. La verità è che il sindaco Alessandrini, dopo quattro anni dal bilancio fallimentare, cerca disperatamente di lasciare la propria firma sulla città, passando alla storia come il ‘sindaco che ha deciso il volto delle aree di risulta’. Ovviamente non sarà così: è impensabile portare avanti un progetto che la città non vuole, che non ha suscitato il benchè minimo entusiasmo, che non è stato condiviso con il territorio. È impensabile agire su una fetta tanto importante del territorio, ovvero su 13 ettari di vuoto urbano situati nel pieno centro di Pescara, senza aver intercettato le esigenze del territorio e aver garantito la partecipazione democratica di tutti, perché le aree di risulta non sono né di destra, né di sinistra, ma sono dei pescaresi che ne hanno pagato l’acquisizione da Ferrovie con le proprie tasse. Azione Politica – ha detto l’avvocato Fiorilli – crede che questa sia una ragione più che valida per fermare l’inutile dibattito aperto in Consiglio comunale su un progetto che non ha evidentemente le gambe per camminare. Chiediamo al sindaco di non terminare la propria esperienza amministrativa da primo cittadino con una pagina nera del proprio mandato e di utilizzare, piuttosto, i sei mesi che ancora ha davanti prima di lasciare il Palazzo, per favorire il dibattito con tutte le forze politiche e produttive di Pescara, affinchè con la prossima consiliatura si possa giungere a un progetto realmente scritto dai cittadini e finalmente realizzabile”.