CONDIVIDI

Questa mattina la Questura di Pescara ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare nei confronti di sei persone, accusate di aver partecipato alla violenta rissa scoppiata il 12 agosto scorso nel quartiere “Rancitelli”. Le misure cautelari, tre arresti domiciliari e tre obblighi di dimora, sono state disposte dal gip del Tribunale di Pescara Elio Bongrazio su richiesta del pm Anna Benigni. In totale sono dieci le persone indagate: otto sono italiani, appartenenti a famiglie di origine rom residenti a Pescara, e due stranieri. Tra i dieci indagati, che sono accusati di rissa aggravata dall’utilizzo di strumenti atti ad offendere e lesioni volontarie gravi, c’e’ anche un minorenne. Le indagini, stando a quanto riferito in conferenza stampa, hanno confermato come, all’origine della rissa scoppiata in via Lago di Capestrano, vi sia stato un alterco fra tre degli indagati ed i gestori del ristorante, con padre e figlio che entrati nel locale, gia’ alticci, hanno chiesto da bere, ottenendo una risposta negativa. Ne e’ nata una vivace discussione, proseguita poi all’esterno del ristorante, con gli schiamazzi su strada che hanno provocato le lamentele di un nigeriano di 33 anni, residente nella zona, poi rimasto gravemente ferito. La situazione era poi ulteriormente degenerata con l’utilizzo di sedie, tavoli e oggetti contundenti, e con il coinvolgimento di altre persone. “C’e’ stata – ha detto il questore Francesco Misiti – la pronta e immediata risposta delle forze di polizia dopo un fatto grave e che aveva avuto una vasta eco. Devo dire che e’ stata importante anche la collaborazione di testimoni e gestori del ristorante, a riprova del fatto che in un quartiere in cui ci sono dei problemi c’e’ anche tanta brava gente”