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Il Ministero delle Infrastrutture mette nero su bianco una vera e propria resa sul fronte della sicurezza delle autostrade A24 e A25 tra Roma, L’Aquila, Teramo e Pescara che presentano un pesante degrado dei viadotti.

All’esposto inviato il 22 agosto a 9 procure e notificato anche al Ministero in cui si descriveva il degrado delle pile dei viadotti, con copriferro ammalorati e ferri ossidati, e si chiedeva di conoscere lo stato di sicurezza dell’infrastruttura, la direzione Vigilanza ha risposto il 28 agosto con una lettera scarna e molto franca, cosa apprezzabile, da cui emerge incredibilmente che (riportiamo testualmente gli estratti più significativi):

1)la drastica riduzione di  personale di quest’Ufficio non ha consentito negli ultimi anni di effettuare visite ispettive adeguate per verificare lo stato di degrado delle infrastrutture assentite in concessione.

2)Conseguentemente non è possibile allo stato attuale dare un riscontro sui contenuti tecnici citati nella missiva” (le richieste contenute nell’esposto, NDR);

3)si condivide la manifestata preoccupazione resa dal Nuovo Senso Civico Onlus sulla base delle poche visite eseguite da quest’Ufficio negli anni passati, circa la necessità di interventi urgenti di manutenzione ordinaria e straordinaria, oltrechè per la messa in sicurezza ai fini sismici delle opere d’arte“;

4)potrà eseguire visite di dettaglio per valutare l’effettivo avanzamento dello stato di degrado delle opere d’arte, non appena saranno rese disponibili adeguate risorse di personale“.

Dichiara Augusto De Sanctis, presidente della SOA e attivista del Forum H2O “È un documento sconvolgente, praticamente una vera e proprio resa dello Stato davanti a questioni centrali della vita quotidiana di milioni di persone che vivono o frequentano il Lazio e l’Abruzzo e che percorrono l’autostrada. Ricordiamo che seguiamo la questione autostrade da tempo e due anni fa avevamo anche divulgato la convenzione e gli allegati completi durante la vittoriosa campagna contro il faraonico progetto di Toto da 6,5 miliardi, che prevedeva trafori per decine di chilometri nelle montagne abruzzesi. Ora, davanti a semplici richieste formulate in una lettera sulla sicurezza dell’infrastruttura non solo si mette nero su bianco che non si è in grado di dare risposte tecniche ai quesiti posti in quanto i controlli sono, testualmente, inadeguati, ma che si aderisce alle preoccupazione delle associazioni perchè le poche visite sul campo hanno comunque fatto emergere criticità rilevanti. Si ammette, infatti, la necessità di lavori, definiti urgenti, di manutenzione, addirittura anche quella ordinaria. Una lettera pazzesca”.

Dichiara Alessandro Lanci, presidente di Nuovo Senso Civico “Lo stato dei viadotti è sotto gli occhi di tutti, con ferri scoperti e ossidati e degrado del calcestruzzo; tutte questioni che ricadono nella manutenzione ordinaria. Davanti a questa evidenza e dopo questa lettera, pur prendendo atto di quanto dichiarato dal Concessionario che sostiene di aver speso circa 200 milioni di euro in poco meno di una decina in attività ordinarie di manutenzione, non possiamo più basarci solo sui comunicati stampa. Intanto è indifferibile che il Governo assicuri tutto il personale necessario per realizzare nel più breve lasso di tempo i controlli sullo stato di sicurezza non solo di ponti e viadotti ma anche del resto del tracciato (gallerie ecc.) autostradale.

Le nove procure e le sezioni regionali della Corte dei Conti, a cui abbiamo inviato l’esposto, dovrebbero assicurare una verifica estremamente approfondita di quanto accaduto negli ultimi anni per valutare la correttezza di chi ha operato. Magari potrebbero anche coordinarsi tra di loro. Tenuto conto dell’entità delle cifre in gioco, centinaia di milioni di euro pagati dagli utenti, è possibile che lo stesso Ministero vigilante ritenga ora necessari interventi urgenti di manutenzione ordinaria?

Infine crediamo sia indispensabile ricostruire lo stato dell’arte sugli investimenti straordinari previsti nel Piano Economico Finanziario vigente, visto che, ad esempio, si prevedeva la costruzione di quattro nuove aree di servizio, di cui 2 in valle peligna, che dovevano essere concluse entro il 2013: che fine hanno fatto? Vogliamo parlare del rifacimento, sempre entro il 2013, delle recinzioni per 2 milioni di euro, quando recentemente sono entrare addirittura le vacche in autostrada?”

In generale, data l’assoluta ed inaudita gravità della situazione, le associazioni ritengono che il Ministero delle Infrastrutture debba procedere anche con una vera e propria “operazione trasparenza totale” su tutte le carte. A questo punto siano pubblicate sul sito WEB del Ministero o almeno siano messe a disposizione le relazioni, le ispezioni, la rendicontazioni del concessionario, le relazioni dei collaudi delle opere, le lettere interne pregresse a cui fa riferimento il dirigente del Ministero delle Infrastrutture nella sua nota. Anche il Parlamento dovrebbe illuminare la vicenda con atti conseguenti.

Vogliamo ricordare che le autostrade sono state costruite totalmente con fonti pubblici ed è veramente inaccettabile che ora sia in queste condizioni nonostante pedaggi stratosferici.