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Comunicato stampa Associazione ‘Pescara – Mi piace’ su indagine della Procura per sversamenti nel fiume

“L’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ è molto attenta all’indagine formalmente aperta dalla Procura della Repubblica di Pescara sugli sversamenti nel nostro fiume e, quindi, nel mare, e che oggi ha portato alla notifica di 14 avvisi di garanzia. Seguiamo la vicenda ormai dal luglio 2015, quando per primi abbiamo denunciato il primo sversamento di 30milioni di litri di liquami in appena 17 ore, episodi che, purtroppo, si sono ripetuti in modo costante per l’apertura degli sfiori degli impianti di sollevamento a ogni acquazzone, e gli ultimi quattro episodi datano 8 e 22 giugno, 17 e 23 luglio. Ora attendiamo gli sviluppi della vicenda sperando che vengano fuori le risposte ai mille interrogativi che da mesi continuiamo a porre alle Istituzioni, ovvero a Comune di Pescara, Aca e Arta, circa la legittimità e la correttezza delle procedure adottate nella gestione degli impianti e del depuratore stesso, domande che sino a oggi sono rimbalzate contro un muro di gomma e di silenzi”. È il commento dell’avvocato Berardino Fiorilli e di Armando Foschi, promotori dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ che da tre anni stanno seguendo la vicenda inquinamento del fiume e balneabilità della costa.

“L’intera vicenda inerente gli sversamenti continui, ripetuti, costanti, di reflui non depurati nel fiume e nel mare merita un approfondimento serio, competente e capillare, che ormai solo la Magistratura può garantire al fine di restituire trasparenza e chiarezza a una governance complessiva che oggi fa acqua da tutte le parti e presenta ancora troppi lati oscuri – hanno sottolineato l’avvocato Fiorilli e Foschi -. Che i conti non quadravano più è emerso in modo chiaro già nell’emergenza determinatasi a fine luglio 2015 quando, per la rottura di una conduttura, emerse che in 17 ore erano stati sversati 30milioni di litri di liquami nel mare, e di lì, a cascata, tutta la telenovela inerente le ordinanze fantasma del sindaco Alessandrini, vicenda già oggetto di una indagine. Ma quell’episodio ha aperto il vaso di Pandora sul quale proprio la nostra Associazione ha acceso i riflettori: all’improvviso è emerso che il depuratore di Pescara è diventato insufficiente e incapace di accogliere il flusso d’acqua che arriva nelle reti in condizioni di maltempo, ma non in seguito a nubifragi di due o tre giorni consecutivi o, peggio, per un’esondazione del fiume, come quella accaduta nel dicembre 2013. In realtà bastano due gocce di pioggia per determinare l’apertura degli sfiori degli impianti di sollevamento di Pescara e ogni volta la nostra Associazione ha puntualmente filmato i liquami non depurati sversati dall’impianto B0 della Madonnina, proprio quello posto oggi sotto sequestro dalla Procura. Parliamo di un fiume di reflui non depurati finito ogni volta nel fiume, milioni e milioni di metri cubi che poi, inevitabilmente, concludono il proprio percorso nel mare. Per mesi abbiamo denunciato tali episodi, chiedendo spiegazioni al primo responsabile della salute dei cittadini, il sindaco Alessandrini, senza, purtroppo, ricevere alcuna spiegazione: per mesi abbiamo chiesto se fosse legittimo che a ogni acquazzone l’Aca interrompesse il flusso dei liquami cittadini verso il depuratore e aprisse gli sfiori degli impianti di sollevamento scaricando nel mare e nel fiume quei reflui; se fosse legittimo che si trasformasse una procedura d’emergenza in procedura ordinaria o piuttosto in quattro anni e mezzo Comune, Arta e Aca avrebbero dovuto comunque adottare soluzioni, seppur temporanee, per impedire o contenere quegli sversamenti in attesa delle ‘grandi opere’ dell’Ersi per le quali a oggi non esistono neanche le progettazioni; se fosse legittimo che, a fronte degli sversamenti, il sindaco Alessandrini una volta firmasse le ordinanze cautelative per vietare la balneazione e la volta successiva non lo facesse, senza alcuna certezza né chiarezza circa i protocolli operativi da impiegare. Non solo – hanno proseguito l’avvocato Fiorilli e Foschi -: abbiamo risollevato la problematica a inizio giugno, dopo che l’8 giugno, alla vigilia dell’Ironman, in seguito a un acquazzone si è verificato l’ormai consueto sversamento, puntualmente filmato con uno scontro verbale anche con un operatore dell’Aca presente sul posto. E proprio per la particolare coincidenza, avevamo anche chiesto al sindaco Alessandrini di fermare le gare di nuoto proprio per tutelare i 1.500 atleti partecipanti alla competizione, chiedendo l’intervento del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri. Purtroppo anche in quella occasione abbiamo dovuto constatare l’assordante silenzio del sindaco Alessandrini e delle altre Istituzioni comunque coinvolte a vario titolo e, peraltro, in quella occasione specifica le gare di nuoto si sono svolte regolarmente. A questo punto la Procura ha aperto un altro capitolo sulla vicenda, quello investigativo che rappresenta sempre un fallimento per la politica, incapace di dare risposte al territorio, di adottare atti e di realizzare opere a tutela dei propri cittadini. In questo caso è la politica del centrosinistra ad aver fallito, un centrosinistra che in quattro anni e mezzo di governo della città ha sperperato centinaia di migliaia di euro per feste, concertini e cotillon e non ha speso un solo euro per realizzare una sola opera a salvaguardia di quelle che sono le vere uniche risorse per il turismo di Pescara, il fiume e il mare. Oggi il sindaco Alessandrini dovrebbe prendere atto di tutto questo e fare le proprie considerazioni politiche, che dovrebbero indurlo a rassegnare oggi stesso le proprie dimissioni”.

Inchiesta sul fiume Pescara, finalmente un’azione incisiva della Procura di Pescara dopo anni di esposti, dossier e manifestazioni.
Depurazione, fallimento epocale di una classe dirigente, vogliamo “mare e fiumi puliti!
In Abruzzo quasi tutti gli agglomerati urbani sono fuori norma, rischiamo multe da decine di milioni di euro dalla UE.
Il Forum H2O plaude all’iniziativa della Procura di Pescara che finalmente ha messo in campo forze importanti per evidenziare le criticità del fiume Pescara che sono sotto gli occhi di tutti da decenni.

Le associazioni da sempre reclamano azioni forti e risolutive. Ricordiamo i dossier annuali sullo stato dei fiumi e gli esposti inviati anche alla Procura di Pescara proprio sulle condizioni del corso d’acqua pescarese alla foce, con concentrazioni rilevantissime di Escherichia coli (lettere del 23 maggio 2016 e del 06 giugno 2016). Purtroppo in quelle note facevamo rilevare che le criticità erano note a tutti.

Ricordiamo anche la manifestazione di marzo 2016 a Pescara per il mare e fiumi puliti.

Purtroppo dobbiamo constatare che quelle lettere e quelle iniziative, indirizzate in primo luogo agli enti pubblici a vario titolo responsabili, non hanno trovato che risposte vacue e che solo la Procura ha dato una risposta reale e concreta.

La Magistratura non può fare le veci della pubblica amministrazione anche per la gestione di questioni ordinarie come la depurazione. Dovrebbe intervenire solo in casi estremi, mentre in Abruzzo quasi tutti gli agglomerati sono fuori norma non gestendo il carico di liquami prodotto dalla popolazione e dalle attività economiche che, quindi, in buona parte si riversa nei fiumi non depurati.
Se pensiamo che nel Masterplan per i 5 km della fondovalle Sangro si sta spendendo praticamente una cifra dello stesso ordine di grandezza di quella destinata per la depurazione per l’intera regione, si offre il quadro delle vere priorità della politica.
Siamo davanti ad una foto di un fallimento epocale a cui oggi anche la Magistratura ha messo il timbro. Ovviamente i tribunali accerteranno le responsabilità ma è fondamentale cambiare radicalmente approccio da parte delle amministrazioni.

 

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