La FP CGIL di Pescara intende denunciare pubblicamente alcuni fatti posti in essere dalla Camera di Commercio Chieti Pescara nei confronti di un nostro iscritto, il dott. Roberto Pierantoni, già Segretario Generale della Camera di commercio di Pescara, già Commissario ad acta per la costituzione della nuova CCIAA Chieti Pescara, già direttore del Centro ESTERO della CCIAA d’Abruzzo.
Ci si riferisce, in particolare, alla determinazione d’“urgenza”, peraltro priva di ogni motivazione in ordine alla pretesa urgenza, che ha costituito presupposto di adozione dell’atto (n. 6 del 19 giugno 2018) del Presidente della CCIAA di Chieti Pescara con cui si afferma che tutti gli incarichi ricoperti dal dott. Pierantoni debbono intendersi cessati dalla data del 21 dicembre 2017 ed alla conseguente determinazione (n.114 del 20 giugno 2018) del Segretario Generale Facente Funzioni dott.ssa Pagliaricci (si noti che, a ben 7 mesi dalla fusione, la Camera di Commercio non ha ancora bandito il concorso per il nuovo Segretario…) con cui, preso atto della cessazione di tutti gli incarichi di cui al provvedimento precedente, si considera risolto anche il rapporto di lavoro con il dott. Pierantoni per cui non sussiste più nessuna ragione che giustifichi la sua presenza nelle sedi dell’Ente.
La FP CGIL di Pescara ritiene che siano atti gravissimi per il loro contenuto e per le loro conseguenze sui diritti di un lavoratore sia sul piano professionale, che su quello patrimoniale e su quello personale; ma anche sotto il profilo della gestione amministrativa di un ente pubblico, ponendosi in maniera assolutamente incoerente con il percorso istituzionale in atto, ed esponendo l’Amministrazione stessa a rischi e ripercussioni di natura economica e funzionale.
Intanto, la revoca degli incarichi è stata effettuata con effetto retroattivo ed efficacia dal 21 dicembre 2017 senza tener conto (oltre che della normativa in essere) dell’attività nel frattempo svolta ed autorizzata dal dott. Pierantoni. Basti pensare che la nota Presidenziale n. 9371, proprio del 21 dicembre 2017, già prevedeva che l’incarico di Segretario Generale della estinguenda e “cedente” CCIAA di Pescara (non potendo certo decidere per la CCIAA Chieti Pescara, “cessionaria” sia del rapporto di lavoro che dell’incarico del Dott. Pierantoni) sarebbe continuato fino alla realizzazione della fusione (29 dicembre) e, conseguentemente, in quel ruolo il dott. Pierantoni aveva svolto ufficialmente (e dimostrabilmente) la propria attività oltre la data del 21 dicembre. Ma oltre all’incarico di Segretario Generale, anche quello di Direttore del Centro Estero e altri eventuali incarichi posseduti sono stati immotivatamente e retroattivamente revocati. Nella nostra esperienza non risulta il verificarsi di analogo paradosso per cui, con sette mesi di ritardo vengono revocati incarichi che hanno comportato nel frattempo lo svolgimento di attività ufficiali in ottemperanza alle direttive ricevute proprio dall’Amministrazione che oggi revoca.
Inoltre, fatto ancor più grave, con il provvedimento del Segretario Generale Facente Funzioni, è stato risolto unilateralmente il rapporto di lavoro che traeva la sua origine da un contratto di lavoro liberamente stipulato tra la Camera di Commercio di Pescara ed il dott. Pierantoni, legittimamente “ereditato” nella nuova Camera di Commercio ed avente scadenza al mese di marzo 2019. Peraltro, sull’argomento la Camera di Commercio aveva già acquisito un parere legale pro veritate ad opera di un avvocato esterno all’uopo consultato, che confermava la continuità del rapporto di lavoro del dott. Pierantoni a seguito di costituzione del nuovo ente, ai sensi dell’art. 2112 c.c., oltre che della specifica normativa sul riordino delle CCIAA. Si tratta di un aspetto della vicenda delicato anche perché espone l’Amministrazione al rischio di responsabilità contabili (oltre che a quello di risarcimento nei confronti del dott. Pierantoni) ed apre ad un ragionamento sulla valutazione di una possibile integrazione di fattispecie penali da parte della condotta assunta.
Questi i fatti, mentre le modalità con cui sono stati portati a compimento sono anche peggiori. Al dott. Pierantoni è stato impedito di accedere al proprio ufficio, anche solo per ritirare gli effetti personali, predisponendo (presumibilmente non gratis) uno specifico servizio di sorveglianza armata (sic), a fronte di un dirigente che ha tenuto un comportamento civile ed esemplare, nonostante il pregiudizio sofferto. Alla Camera di Commercio di Macerata (di cui il dott. Pierantoni è dipendente a tempo indeterminato, attualmente in aspettativa proprio per ottemperare al contratto stipulato con la CCIAA di Pescara) non è stato notificato nulla da parte della CCIAA Chieti Pescara, contravvenendo, così, a regole fondamentali in materia di relazioni istituzionali e di cooperazione pubblica ed impedendo, nei fatti, che a Macerata potessero disporre le misure organizzative necessarie a consentire il suo rientro: a tutt’oggi, infatti, il dott. Pierantoni è in attesa di poter tornare a lavorare, nonostante la titolarità di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, in conseguenza di come è stata gestita la situazione.
E tutto ciò avviene a valle di una serie di azioni scorrette e penalizzanti adottate, negli ultimi mesi, nei confronti del nostro rappresentato, che avrebbero già di per sé legittimato il ricorso alla tutela giurisdizionale della sua persona (si pensi, per citarne alcuni, alla mancata assegnazione di incarichi dirigenziali come da suo diritto contrattuale, che ha determinato una riduzione della sua professionalità e della sua dignità di lavoratore; al tentativo maldestro, in una fase precedente, di contattare la CCIAA di Macerata perché lo riprendesse con urgenza alle proprie dipendenze, nonostante la volontà e la potestà di Pierantoni di proseguire il suo rapporto di lavoro fino a naturale scadenza; all’isolamento “istituzionale” e alla sua estromissione dalle fasi decisionali dell’Ente di cui era formalmente dirigente, nonché profondo conoscitore, visti gli incarichi ricoperti ed il pieno successo negli obiettivi assegnati. Da uomo delle istituzioni, Pierantoni ha provato fino all’ultimo a trovare una soluzione adeguata al proprio ruolo e funzionale agli interessi della Camera di Commercio, cercando, in tal modo, di non ricorrere alla Magistratura.
Ma questi ultimi atti rappresentano un attacco talmente grave e brutale da non poter essere in alcun modo tollerati.
Ed è per questo motivo che la FP CGIL di Pescara ha deciso di denunciare pubblicamente i gravi fatti avvenuti. Ma, anche, per opporre un baluardo sicuro rispetto ad una forma finora sconosciuta di accanimento nei confronti di un lavoratore pubblico e pubblico dirigente, per impedire che altri possano anche solo pensare di ispirarsi ad un precedente di questo tipo (e solo nel caso delle Camere di Commercio sono numerosi gli accorpamenti a venire e le conseguenti possibili vicende analoghe). Perciò, oltre ad esprimere la propria solidarietà al dottor Roberto Pierantoni, la FP CGIL non può fare a meno di schierarsi dalla parte di un lavoratore assurdamente e grossolanamente colpito nella sua più alta dignità umana e professionale, mettendo a disposizione non solo il proprio supporto morale e quello di tutti i lavoratori del Sindacato, ma anche, sul piano più concreto, i propri uffici legali (nella fattispecie, avvalendosi della professionalità dell’avv. Angelo Tenaglia) per ricorrere nei confronti di azioni inqualificabili e gravemente censurabili sul piano civile, penale, amministrativo e contabile. Per questo motivo è necessario rendere pubblica una vicenda che, per quanto abbia come vittima un solo lavoratore, per gravità ed efferatezza, va stigmatizzata con forza a tutela di tutto il mondo del lavoro pubblico.