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Hanno sfilato anche gli abiti tradizionali abruzzesi di inizio ‘800 dell’Associazione Fontevecchia alla rievocazione storica ‘Sona Carmagnola’ che lo scorso week end ha chiuso a Napoli le celebrazioni in onore di Sant’Antonio. L’evento, promosso dall’Associazione ‘I Sedili di Napoli’ di Giuseppe Serroni, ha ricostruito lungo le vie del centro storico del capoluogo partenopeo il rientro del Cardinal Ruffo dopo i moti giacobini e l’arresto di Michele Pezza, ovvero Fra’ Diavolo, per il rientro del Re Ferdinando, una manifestazione che dal rione Forcella, attraversando San Gregorio Armeno, per concludersi dinanzi alla Chiesa di San Lorenzo Maggiore, ha richiamato centinaia e centinaia di napoletani e di turisti.

“Per l’Associazione Fontevecchia – ha spiegato il Presidente Luciano Troiano – si tratta ormai della conferma di una collaborazione importante, costruttiva e straordinaria con l’Associazione I Sedili di Napoli, dopo la prima edizione della Processione dei Frati Morti lo scorso novembre e, a maggio, della partecipazione dei Pulcinella abruzzesi all’evento ‘O Ghinnéss’. L’obiettivo comune è quello di incrociare, mescolare gli usi e i costumi del territorio abruzzese e campano, riscoprire le nostre reciproche tradizioni e radici, per poi svelare i punti di congiuntura, di incontro, ovvero quei dettagli che fanno parte di entrambe le culture, tutte originate dall’appartenenza al Regno di Napoli, e che, seppur attraverso nomi o dialetti diversi, ci sono stati tramandati, entrando a far parte del nostro vivere.  E ovviamente oggi è nostro dovere lavorare per poter passare il testimone ai giovani, consentire loro di avvicinarsi a quelle tradizioni, vivendole a volte anche attraverso il lato più o meno folcloristico, ma proprio per questo più facilmente comprensibile. Grazie alla partnership ormai consolidata con I Sedili di Napoli, abbiamo partecipato alla rappresentazione di ‘Sona Carmagnola’ facendo sfilare i tipici abiti tradizionali dell’area del pescarese di inizio ‘800 dei nostri briganti, uomini e donne, accanto ai figuranti del reame di Carolina e Ferdinando, suscitando la curiosità dei napoletani e dei turisti che hanno chiesto notizie sulle particolarità di quegli abiti ricostruiti nella loro forgia tradizionale, dunque con le  gonne e il guarnello di lana per la donna, e il copricapo in lino,  coperti da una mantella di seta autentica, e, per l’uomo, i calzettoni di lana con la camicia in lino e il gilet a nascondere, nella tradizione storica, delle possibili armi. Ed è stata l’Associazione Fontevecchia ad accompagnare il corteo rievocativo con le nostre bandiere dell’Esercito della Santa Fede”. L’evento che nel fine settimana ha mobilitato Napoli, sotto il profilo religioso, è di pari importanza alla festa dedicata al patrono San Gennaro. Il corteo, che ha visto la presenza anche degli artisti del Teatro Gelsomino di Afragola con il Direttore artistico Antonio Nardiello nelle vesti di Pulcinella-narratore, dei Pistonieri di Santa Maria del Rovo di Cava de’ Tirreni, di Fantasie d’Epoca con gli abiti di fine ‘700, e la partecipazione di Enzo Geri nel ruolo del Cardinale Fabrizio Ruffo in abiti militari, è partito dall’Ospedale della Pace, alla fine di via Tribunali, una delle strade più antiche della Napoli greco-romana, quindi prima tappa dinanzi a Castel Capuano per raccontare al pubblico la storia del capoluogo partenopeo e i personaggi dell’evento, quindi la sfilata ha attraversato il popolare e colorato quartiere di Forcella, per raggiungere via Duomo, dinanzi al murales di San Gennaro realizzato dall’artista Jorit, per transitare in San Biagio dei Librai, ovvero Spaccanapoli, seconda sosta dinanzi a San Gennaro all’Olmo, la chiesa di Giambattista Vico, attraversare ancora la via dei Presepi, San Gregorio Armeno e chiudere l’evento in piazza San Gaetano, dinanzi a San Lorenzo Maggiore con l’arresto di Michele Pezza e il ritorno trionfale di re Ferdinando di Borbone. Ancora una volta la manifestazione è stata seguita dai fotografi Ferdinando Kaiser, Ada Bagella e Alfredo Forte

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