CONDIVIDI

Non è salmonella. A pescara si tira un sospiro do sollievo dopo l’emergenza di gastroenteriti, nellìultimo week, nei bambini, soprattutto che pranzavano nelle mense scolastiche comunali. Tutta colpa di un batterio curabile con antibiotici. Ora i genitori vogliono sapere perchè tutto questo è accaduto e di chi siano le responsabilità.

In particolare, delle 17 coprocolture in corso nel laboratorio della Asl del capoluogo adriatico sui campioni prelevati sui primi bambini arrivati in ospedale, 13 hanno gia’ dato esito positivo al Campylobacter e le restanti potrebbero darlo nelle prossime ore. I dati parziali, dicono alla asl, sono “gia’ significativi”. I prelievi sono stati eseguiti su tutti i pazienti e le analisi, che richiedono tempo, sono ancora in corso. Il batterio puo’ essere trasmesso per via oro-fecale e anche per via orale: liquidi, alimenti e, soprattutto, carne. Gli accertamenti sui campioni prelevati dai pazienti e sul cibo sequestrato da asl e carabinieri del Nas nel centro di cottura che serve le mense scolastiche cittadine, dovrebbero permettere di ricostruire la filiera alimentare e di appurare l’origine della contaminazione. L’attenzione degli investigatori, coordinati dalla pm Anna Benigni, e’ rivolta al cibo distribuito ai bambini nei giorni precedenti ai malori. La scorsa settimana nelle mense scolastiche il menu’ prevedeva, tra l’altro, formaggi, uova, ortaggi e verdure, carne di bovino, di tacchino e tonno.

Sono oltre 180 le persone, principalmente bimbi, finite in ospedale, a partire da venerdi’, con i sintomi di una gastroenterite, provocata, stando ai risultati delle analisi, dal batterio Campylobacter. Circa 150 sono arrivate al pronto soccorso di Pescara; 23 i bambini attualmente ricoverati nel reparto di Pediatria. Ventitre’ persone sono andate all’ospedale di Chieti (4 i bambini ancora ricoverati) e una decina si sono dirette al nosocomio di Atri. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a terapia reidratativa e antibiotica. Anche per le persone che sono andate in strutture sanitarie diverse dal nosocomio pescarese e’ stato seguito il protocollo terapeutico messo a punto dall’azienda sanitaria di Pescara, che ha gestito l’emergenza.