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Si va verso il proscioglimento di Massimo Maravalle, il tecnico informatico di 47 anni affetto da disturbo psicotico atipico, che la notte tra il 17 e il 18 luglio scorsi a Pescara ha ucciso il figlio adottivo Maxim, soffocandolo. Stando alla perizia dello psichiatra bolognese, Renato Ariatti, incaricato dal gip del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, l’uomo all’epoca dei fatti era incapace di intendere e volere e quindi non e’ punibile e il pm titolare dell’inchiesta, Andrea Papalia, una volta ricevuti tutti gli atti, non dovra’ fare altro che formulare la richiesta di proscioglimento. L’incidente probatorio di oggi pomeriggio, fissato dal gip per discutere della perizia, e’ durato pochissimo in quanto tutte le parti hanno concordato con le conclusioni del consulente Ariatti. All’udienza erano presenti Maravalle e la moglie. I due non si sono parlati. Oltre ai periti nominati dalle parti hanno partecipato all’incidente probatorio l’avvocato Alfredo Forcillo, difensore di Maravalle, e l’avvocato Vasile che rappresenta la moglie del tecnico informatico. La donna e’ parte lesa. Il pm Papalia e’ stato sostituito all’udienza di oggi dal pm Barbara Del Bono, che, alla luce della perizia, non ha eccepito nulla circa la responsabilita’ di Maravalle. Per quanto riguarda invece la pericolosita’ del tecnico informatico, attualmente in carcere a Pescara, ha chiesto al gip di applicare la misura di sicurezza in un luogo idoneo alle condizioni dell’uomo. Il provvedimento del gip e’ atteso per domani. Il bimbo era di origine russa ed era stato adottato nel 2012. Le indagini sono state svolte dalla squadra mobile di Pescara, diretta da Pierfrancesco Muriana. (AGI)

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