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La musicoterapia in vetrina. Accade sabato 12 maggio al conservatorio statale di musica “Luisa d’Annunzio” dove è in programma dalle 9 una giornata di studio per comprendere meglio e di più una delle tipicità dell’istituto di alta formazione pescarese, diretto dal maestro Alfonso Patriarca, a tre lustri dall’avvio della sperimentazione che ha prodotto 175 iscritti e ben 60 dottori in Musicoterapia, un corso di studio di cui è referente il maestro Silvio Feliciani. Grazie alle testimonianze ed alle esperienze in Italia ed all’estero, l’appuntamento, coordinato anche dal maestro Fabio Trippetti, sarà l’occasione anche per il ministero di poter acquisire significativi contributi: attesa la dottoressa Maria Letizia Melina della direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore. Si tratta di un momento di riflessione sui risultati ottenuti, sulla qualità dell’offerta formativa, sul grado di coerenza delle competenze acquisite con il mercato del lavoro. La formazione della maggior parte dei musicoterapeuti in Italia è assicurata sostanzialmente dal settore privato. Da qui l’esigenza istituzionale di un titolo accademico spendibile nel mondo del lavoro. “Non può che essere un musicista il professionista capace di utilizzare la musica nell’area della relazione terapeutica”, spiegano il direttore Patriarca e il professor Feliciani. L’auspicio è quello che il ministero condivida l’idea di incardinare la formazione dei musicoterapeuti fra i corsi di laurea sperimentali ad orientamento professionale introdotti dall’articolo 8 del decreto ministeriale n.987 del 2016. Un’idea che vedrebbe tale formazione collocata naturalmente nei conservatori di musica.

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