A Rigopiano e’ il giorno del ricordo e del dolore, ma anche della richiesta di giustizia e verita’. Ad un anno dalla tragedia dell’hotel spazzato via da una valanga che causo’ 29 morti, il ‘vuoto’ lasciato dalle vittime resta intatto. Nella commemorazione tenuta stamani a Farindola si sono ritrovati con un groppo in gola i familiari delle vittime e alcuni degli 11 sopravvissuti. “Oggi e’ una giornata particolare. E’ l’anniversario di una tragedia che ha colpito non soltanto me personalmente e il mio paese, ma l’intera opinione pubblica italiana. Cercheremo di viverla come meritano di essere ricordate le 29 vittime affinche’ non si dimentichi e tragedie del genere non si ripetano piu'”, ha detto l’ex sindaco di Farindola, Massimiliano Giancaterino, che nella tragedia ha perso il fratello, Alessandro, capo cameriere del resort. “L’auspicio – ha aggiunto Giancaterino – e’ che si continui a parlare della tragedia affinche’ si arrivi alla ricostruzione esatta del fatto storico e giudiziario e affinche’ si mettano in campo gli accorgimenti utili per evitare il ripetersi di tali eventi luttuosi in altri luoghi” . Giancaterino, che e’ tra i 23 indagati nell’inchiesta della Procura di Pescara, ha preferito non parlare della vicenda giudiziaria, ma ha sottolineato di aver fiducia nell’operato della magistratura.
A Rigopiano i familiari delle vittime, raccolti in silenzio di fronte a cio’ che resta dell’albergo, hanno ricordato alle 9,45 i propri cari e quei momenti terribili. Poi alle 11 una processione, con 29 fiaccole accese, fino alla chiesa di San Nicola Vescovo a Farindola, per una messa solenne alla quale partecipa anche uno dei superstiti, Giampaolo Matrone. “Quando ci sono morti tragiche – ha detto nell’omelia l’arcivescovo di Penne-Pescara, monsignor Tommaso Valentinetti – se ci sono responsabilita’, vanno accertate, ma noi non possiamo rimanere schiacciati sotto il peso del dolore, dobbiamo affrontarlo e andare al di la’ del dolore, a questo serve la fede”. “Chissa’ quante volte – ha aggiunto Valentinetti – da quel 18 gennaio ad oggi, ci siamo ripetuti, vi siete ripetuti, ma perche’ quella valanga nessuno l’ha fermata? Perche’ la mano potente di Dio non l’ha fermata? A questa domanda non c’e’ una risposta perche’, purtroppo, mi sono scontrato con la morte, cosi’ come vi ci siete scontrati voi”. Nel primo pomeriggio la giornata di ricordo intitolata “Mai piu'” e’ proseguita al Palazzetto dello sport di Penne, che un anno fa fu la base logistica dei soccorritori. All’interno del percorso pedonale della cittadella sono state messe a dimora 29 piante di leccio, una per ogni vittima. “Mi sento un miracolato. Non so cosa abbiamo fatto per meritare cio’ e cosa dovro’ fare in futuro per sdebitarmi di tutto questo bene ricevuto”, ha detto Giampiero Parete, superstite, insieme alla moglie e ai loro due figli. “Ho sempre nel mio cuore – ha aggiunto – i 29 angeli perche’ ho vissuto il loro ultimo giorno. E’ difficile dimenticare. Oggi sono qui perche’ voglio stare vicino ai parenti delle vittime e voglio ricordare insieme a loro il dolore che abbiamo vissuto in quei giorni”. Parete, parlando poi della sera della tragedia, ha detto di non ricordare molto. “Ero sotto choc. Ricordo pero’ che abbiamo fatto tantissime telefonate affinche’ venissero a salvarci”.
Dal quel terribile 18 gennaio la vita della famiglia Parete e’ cambiata: “Associamo la neve al pericolo e pure i miei figli lo fanno con gli alberghi”. Stamani, intanto, si e’ appreso che il 25 gennaio i familiari delle vittime di Rigopiano incontreranno Papa Francesco. La conferma e’ arrivata da monsignor Tommaso Valentinetti. “E’ stata una richiesta – ha detto a margine della messa – avanzata da qualche famiglia. Me ne sono fatto portavoce e ho trovato la benevolenza del Santo Padre, che ha accolto questa richiesta e ci ha assegnato tutti i 50 posti disponibili all’interno della chiesa di Santa Marta, dove celebrera’ insieme con loro la messa. Credo che – ha concluso il vescovo – anche questo possa essere un momento di consolazione”.
Nel corso della messa a Farindola, durante l’offertorio, alcuni studenti del posto hanno deposto davanti all’altare, dove c’erano le foto delle vittime incorniciate all’interno di cuori rossi, 29 rose rosse.