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Un presidio simbolico davanti all’ area su cui sorgerà il centro commerciale ‘Mirò’, meglio noto come Megalò 2, è stato organizzato a Chieti da associazioni di categoria e ambientalisti – Wwf, Legambiente, Cna, Confesercenti, Confcommercio, Aniac, Upa, Claai, Una Claai, Italia Nostra, Chieti Nuova 3 febbraio, Ecoistituto Abruzzo e Mila Donnambiente – che hanno ribadito il loro no all’ insediamento. Presenti anche diversi esponenti politici di vari partiti. “È uno scempio che va fermato – dice il delegato regionale Wwf Abruzzo Luciano Di Tizio – perché cementificare questo territorio comporterebbe un ulteriore aumento del rischio”. L’iniziativa è coincisa di fatto con l’apertura del cantiere, comunicata nei giorni scorsi dalla Sile Costruzioni, ditta del Bergamasco. Intanto è arrivata una grande ruspa con operai che hanno effettuato una ricognizione. L’area è di circa 8 ettari, nei territori di Chieti e Cepagatti, per un importo complessivo di oltre 25 milioni di euro.

“Quello del Movimento 5 stelle è un no per tutta una serie di motivi, non è un no ideologico. E’ un no perché esistono studi che provano che per ogni posto di lavoro che si guadagna con l’apertura di un nuovo centro commerciale, se ne perdono sei nelle piccole attività e dunque apre un centro commerciale e chiudono tutti i commercianti”.
Lo ha detto il consigliere regionale pentastellato Sara Marcozzi partecipando a Chieti al presidio delle associazioni di categoria e degli ambientalisti contro la realizzazione del centro commerciale cosiddetto Megalò 2.
“Inoltre è un no anche per ragioni evidenti ambientali – ha aggiunto Marcozzi – Megalò e chi ha autorizzato Megalò, che ricordo essere il centrodestra, perché mi sembra che fosse il sindaco Cucullo, ha autorizzato la costruzione di un’opera su quella che era l’area di naturale esondazione del fiume Pescara.
Per cui più si alzano gli argini, più si protegge Megalò, ma meno si proteggono tutti gli abitanti e tutti i commercianti che sono a monte e a valle. Infatti da quando esiste Megalò e da quando questa area di esondazione è stata tolta al fiume, tutto ciò che è a valle si allaga. Ricordiamo che ogni volta che piove, Spoltore, S. Teresa, Cepagatti si allagano. Poi, da quello che abbiamo letto noi sui documenti, le autorizzazioni per costruire Megalò 2 sarebbero tutte scadute per cui questo cantiere oggi non ha motivo di esserci e dovrebbe venire a nostro avviso qualcun a fermali e a chiuderlo”.
Secondo il consigliere regionale Mauro Febbo (Forza Italia) “il permesso a costruire è illegittimo perché è scaduto, deve di nuovo iniziare completamente la pratica. Manca l’indicazione del direttore del cantiere – ha detti Febbo – e secondo me mancano molti dati come la denuncia di inizio attività. Credo che sia una messa in scena – ha aggiunto Febbo – solo per cercare di attirare l’attenzione ma l’iter deve essere iniziato di nuovo perché il primo passaggio fondamentale è la valutazione di impatto ambientale che è necessaria perché i due Comuni poi possano riattivare la conferenza dei servizi per decidere se poter rilasciare l’autorizzazione, così come prescrivono le norme”.

Sinistra Italiana Abruzzo, che ha partecipato al sit-in promosso dalle associazioni ambientaliste e dei commercianti contro la realizzazione del centro commerciale cosiddetto ‘Megalò 2’ con una delegazione guidata dal capogruppo in consiglio comunale di Si-L’altra Chieti Enrico Raimondi, in una nota ribadisce piena adesione alla piattaforma di opposizione al progetto.
”Ci impegniamo a promuovere un incontro tecnico con le associazioni e il consigliere Leandro Bracco a piena disposizione per affrontare la questione sul piano istituzionale regionale, con l’obiettivo di individuare gli strumenti giusti per bloccare i lavori. Al tempo stesso – si legge in una nota – vista l’imponenza dell’opera e i grandissimi rischi, ci stiamo attivando per interessare il piano nazionale e il Governo tramite i nostri parlamentari. Come si può leggere in un apposito rapporto di Legambiente già Megalò 1 rientra tra gli edifici commerciali a forte rischio idrogeologico e la proliferazione di strutture simili nella zona – conclude la nota – non giustificano il progetto nemmeno sotto il profilo economico legato alla domanda”.

“Si impone un fermo di qualsiasi attività, in attesa di verificare le reali condizioni in cui la Sile si sta muovendo. L’Amministrazione comunale, in questo momento così difficile per il sistema produttivo, è al fianco dei commercianti che non possono essere lasciati soli di fronte all’insediamento di un nuovo mostro commerciale”.
Lo dice l’assessore al commercio e alle attività produttive del Comune di Chieti Carla Di Biase, che ha partecipato al presidio di protesta contro l’avvio dei lavori del centro commerciale ribattezzato ‘Megalò 2’. Di Biase, che auspica un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati e chiede che “la stessa solerzia dedicata alle questioni pescaresi da parte del presidente della Regione Luciano D’Alfonso venga applicata anche a quelle teatine, facendosi portatore degli interessi del nostro capoluogo nel tavolo tecnico che verrà convocato dal Comune di Cepagatti nei prossimi giorni, il cui ufficio tecnico ha richiesto il rinvio della documentazione necessaria per la ripresa dei lavori e la riattivazione del titolo riabilitativo”.
“‘La città di Chieti non ha bisogno di un nuovo centro di grande distribuzione che metterebbe in ginocchio il commercio al dettaglio- aggiunge la Di Biase. Rimane inoltre il dubbio, per nulla fugato dalle incertezze della Regione, sulla possibilità tecnica di poter costruire in quell’area”. “Come ha avuto modo di evidenziare il sindaco Di Primio – conclude l’assessore – oggi l’intervento denominato Megalò 2, a distanza di 15 anni dall’approvazione del Prusst, ha perso tutta la sua attualità perché sono mutate le condizioni socio-economiche cittadine”.