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La  Procura di Pescara sta facendo notificare 23 avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulla tragedia all’Hotel Rigopiano, nel comune di Farindola. Il resort fu travolto  e distrutto  da una valanga lo scorso 18 gennaio provocando 29 morti.

Tra i nuovi indagati c’è l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo trasferito a Roma alcune settiamnate fa. Erano già indagati, come emerso ad aprile, il Sindaco Farindola Ilario lacchetta e il Presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, il direttore dell’hotel, Bruno di Tommaso, il dirigente delegato delle Opere pubbliche Paolo d’Incecco, il geometra comunale Enrico Colangeli e il responsabile della Viabilità provinciale Mauro di Blasio. Nell’informazione di garanzia sono anche indicate le cause della morte delle 29 persone: Asfissia, ostruzione vie respiratorie e compressioni del torace, violenti traumi contusivi e da schiacciamento a seguito del crollo della struttura, crash syndrome con compartecipazione di un progressivo quadro asfittico, emorragie subracnoidea traumatica, asfissie da valanga e in presenza di basse temperature.
Tra i nuovi indagati anche  cinque funzionari della Regione Abruzzo repsonsabili della prevenzione rischi e della cosiddetta Carta Valanghe che avrebbe forse potuto evitare la tragedia se realizzata: Pierluigi Caputi, Carlo Giovani, Vittorio Di Biase, Emidio Rocco Ernesto Primavera, Sabatino Belmaggio, Andrea Marrone, Luciano Sbaraglia, Marco Paolo Del Rosso, Massimiliano Giancaterino, Antonio De Vico, Antonio Sorgi, Giuseppe Gatto, Giulio Honarati, Tino Chiappino, Francesco Provolo, Leonardo Bianco, Ida De Cesaris.

Gli inquirenti, guidati dal procuratore capo Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, ipotizzano a vario titolo i reati di omicidio e lesioni plurime colpose per tutta la catena dei soccorsi, che va dagli indagati della prefettura al Comune di Farindola. Alle altre persone sotto inchiesta vengono contestati anche i reati di falso e abuso edilizio.

Dichiarazione del Presidente Antonio Di Marco

“Stamane mi è stato notificato un avviso di garanzia dal quale apprendo di essere indagato unitamente ad altre 22 persone sulla vicenda di Rigopiano. Questo avviso, che riguarda sempre il procedimento n. 2586/17, mi pare che superi, e per così dire sostituisca, quello che ho ricevuto nell’aprile 2017 e nel quale risultavano indagate solo sei persone.

Prendo atto dell’intenso lavoro di indagine sin qui svolto dagli inquirenti.

Ritengo inopportuno e prematuro ogni altro commento per ossequio alla magistratura che svolgendo – con coscienza – il suo compito,  e per la dovuta considerazione che si deve alla disgrazia accaduta”.

 

Antonio Di Marco, presidente della Provincia di Pescara