«Pescara ha difeso il proprio territorio da un condono bipartisan, voluto dal centrosinistra e dal centrodestra della Regione Abruzzo» commenta la consigliera comunale M5S Erika Alessandrini, prima firmataria del provvedimento «che avrebbe permesso di legittimare come locali residenziali quegli ambienti che, per normativa nazionale – Decreto Ministeriale 05/07/1975 – non potrebbero mai diventarlo, non avendo altezze – 2,70 mt – e dimensioni minime. Il rispetto della legalità va di pari passo con il diritto alla salute e la dignità di tutti i cittadini, e questa legge vergogna avrebbe permesso di vivere e lavorare dentro garage, scantinati e sgabuzzini, tornando indietro di 40 anni, quando la parte più povera della popolazione viveva nei bassifondi degli edifici, invece che in appartamenti degni di questo nome. La “legge contro legge” è stata finalmente fermata».
Il Comune più grande d’Abruzzo, con l’approvazione di questo atto dà un duro colpo alla Legge regionale n. 40/17 che anche a livello nazionale ha subìto un’importante battuta d’arresto. Grazie all’interrogazione parlamentare dell’on. Andrea Colletti, il Governo italiano, lo scorso 6 Ottobre, ha impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale tale provvedimento. Il Consiglio dei Ministri aveva aderito a tale richiesta, rinviando ai massimi giudici la norma regionale “in quanto, nel disciplinare il recupero dei vani e locali accessori e seminterrati, situati in edifici esistenti o collegati direttamente ad essi, da destinare ad uso residenziale, direzionale, commerciale o artigianale, presenta profili di illegittimità con riferimento a varie disposizioni, che appaiono invadere la competenza legislativa statale in materia di tutela dell’ambiente (art. 117, comma 2, lettera s), della Costituzione) e di governo dei territori (art. 117, comma 3, della Costituzione), consentendo interventi di recupero anche in deroga ai limiti e prescrizioni edilizie degli strumenti urbanistici ed edilizi comunali vigenti, ovvero in assenza dei medesimi”.
La delibera comunale, proposta dalle consigliere Erika Alessandrini ed Enrica Sabatini, ha utilizzato la facoltà prevista per i Comuni proprio dalla Legge 40, all’art. 5 comma 1, di poter escludere sui propri territori gli interventi di recupero previsti, in ragione di specifici motivi di carettere ambientale, storico, artistico, urbanistico ed architettonico. Lo stesso è accaduto anche nei Comuni di Giulianova e Tortoreto, sempre su forte sollecitazione dei portavoce del M5S.
«Il consiglio comunale di Giulianova all’unanimità dei presenti» puntualizza la consigliera M5s Margherita Trifoni «ha fatto proprie le perplessità e le criticità sollevate dal Movimento 5 stelle, escludendo – con grande senso di responsabilità – la possibiltà di tali interventi, sulla totalità del territorio comunale».
«Anche nel Comune di Tortoreto» aggiunge il Consigliere M5s Riccardo Straccialini «ci siamo ritrovati a fare i conti con questa legge, che nasconde, dietro la giustificazione del contenimento dell’uso di suolo, un incivile ed ipocrita condono, che scippa ai territori il diritto di governare in modo ordinato e sostenibile il proprio sviluppo urbano ed aggrava il problema della già eccessiva antropizzazione e della mancanza di servizi essenziali. Abbiamo portato questo tema all’attenzione di tutti i gruppi consiliari, riuscendo a trovare, prima in commissione e poi in Consiglio, una soluzione approvata all’unanimità per limitare fortemente gli ambiti di applicazione, con l’esclusione di tutto il Lido – dal lungomare alla pedecollinare – e del centro storico. Una vittoria per il nostro territorio importante e concreta, ottenuta grazie alle sinergie tra i nostri Portavoce a tutti i livelli, Parlamento, Regione e Comuni».
«Quando si tratta di sfregiare il territorio con i condoni palesi o mascherati o con gli incentivi a pioggia per sommergere di cemento le nostre città, destra e sinistra si ritrovano sempre fianco a fianco» concludono i Consiglieri dei 3 Comuni. «Il M5s si batte strenuamente, ogni giorno, per limitare i danni, e oggi finalmente possiamo festeggiare il raggiungimento di questo obiettivo ambizioso, che ci rende orgogliosi del lavoro svolto. La politica deve andare oltre la stagione dei condoni e deve avere il coraggio di prendere strade diverse, per una rinascita urbana sostenibile a favore dell’intera collettività».