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130 finanzieri del G.I.C.O. dell’Aquila della Compagnia di Giulianova e di altri reparti della Guardia di Finanza di Teramo, Pescara, Chieti, Avezzano, Ancona, Pesaro, Macerata, Ascoli Piceno e Bari anche con l’ausilio di unita’ cinofile, stanno procedendo all esecuzione di ordinanze di misure restrittive nei confronti di 27 soggetti, di cui 17 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 8 con l’obbligo di firma presso la Polizia Giudiziaria. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal Gip del Tribunale di L’Aquila, Guendalina Buccella, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia del capoluogo abruzzese, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti. L’operazione è scattata questa mattina e sono in corso di esecuzione anche numerose perquisizioni. Con l’attività odierna si conclude una vasta ed articolata investigazione, iniziata nel settembre 2012 e coordinata dal Procuratore della Repubblica di L’Aquila – Fausto Cardella e dal Sostituto Procuratore, Fabio Picuti. L’indagine ha consentito di disarticolare un clan malavitoso formato principalmente da appartenenti alla famiglia di etnia rom Di Giorgio, da anni stanziale nella cittadina di Giulianova ove si è affermato, lottizzando quasi integralmente le principali piazze di spaccio. Il clan nel quartiere Annunziata, ove l’attività era più redditizia, utilizzava una vasta rete di vedette per segnalare eventuali ingressi di Forze dell’Ordine. L’associazione a delinquere, era guidata da una sessantenne G. A., personaggio di spessore nel traffico di stupefacenti, coadiuvata da 7 dei suoi figli e da altri soggetti, anche minorenni. Nel periodo dicembre 2012 giugno 2013, sono stati eseguiti una decina di interventi repressivi nei territori di Giulianova, Tortoreto, Martinsicuro ed in altri limitrofi. Il risultato è stato il sequestro di oltre 5 chilogrammi di droghe, in prevalenza eroina ma anche cocaina e marijuana e l’arresto in flagranza di reato di 10 trafficanti. Sono stati ricostruiti ben 120 casi di cessione a consumatori finali, per quantitativi non determinabili. Sottoposti a sequestro preventivo beni per un valore di circa 100.000 euro. (AGI)