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“Mai fatto allarmismo”. Il consigliere pentasteallato Di Pillo ribatte all’assessore Cuzzi facendogli notare non ha nullla contro la pasta fatta con grano coltivato all’estero. Anzi, se i cittadini risparmiano un milione di euro sul servizio mesa, il merito è anche e soprattutto delle sue denunce

E’ stato uno dei primi argomenti di cui mi sono occupato da quando sono entrato in Consiglio Comunale, e dopo mesi di studio su documenti difficili anche da ottenere, ho capito dove poteva situarsi il losco intreccio tra “politica” e “monopolista” del servizio refezione al Comune di Pescara.

Era il due dicembre del 2014 e in una intercettazione telefonica due dipendenti della ditta che tutt’oggi gestisce in ATI il servizio ristorazione, dicevano…<<dice che c’hanno avuto un’interrogazione dal Movimento Cinque Stelle e vogliono capì che cosa sono stati fatti con sti trentamila euro>>…pochi giorni dopo consegnai un dettagliato esposto alla Guardia di Finanza di Pescara che, prontamente, dopo una settimana perquisì gli uffici del Comune sequestrando documenti e facendo ripartire un’indagine già esistente ma ahimè ferma da tempo. Da questa indagine il Pubblico Ministero Mantini chiese sei rinvii a giudizio, fra dipendenti della ditta e funzionari comunali, sfociati poi in un processo tutt’ora in corso.

Sarà la magistratura, e non Cuzzi, a dare un giudizio definitivo su ciò che ho scoperto in quei mesi di lavoro ma, da intercettazioni e documentazione sequestrata, esce fuori uno scenario a dir poco agghiacciante.

Quanto scoperto è stato in parte pubblicato anche dal quotidiano “Il Centro” ove viene illustrata quella connivenza tra politica e ditta aggiudicataria, esemplificata da un foglio excel dove accanto al lavoratore c’era il politico che aveva effettuato la raccomandazione. Cosa c’è di illegale? Nulla, come hanno detto alcuni politici locali interpellati, visto che una ditta privata può assumere chiunque. Una risposta, invece, ce la saremmo aspettata dalla Procura di Pescara che dovrebbe verificare se tali raccomandazioni siano state utilizzate come moneta di scambio in cambio del voto.

Se poi si viene a conoscenza che al pensionamento di pochi giorni fa di sei cuoche a 30 ore, nessuna delle stesse viene sostituita, è comprensibile perché il prezzo del singolo pasto negli anni precedenti sia lievitato sino a 7,26 €. Su questo aspetto, proprio qualche mese fa, la Corte dei Conti dell’Aquila ha condannato due dipendenti del Comune di Pescara al risarcimento di un danno quantificato in 685.000€.

Solo qualcuno in malafede come l’Assessore Cuzzi non si rende conto che il risparmio ottenuto dal Comune di Pescara è conseguente esclusivamente all’inchiesta partita dall’esposto del Movimento 5 Stelle ed al cambio di ditta appaltatrice. Evidentemente il prezzo pagato in più forse era il prezzo della corruzione.

Per ora, relativamente al nuovo ed ultimo appalto per le mense, c’è solo un indagine in corso conseguente ad un esposto presentato da me e dal Deputato Andrea Colletti che riguarda, esclusivamente, la rispondenza della fornitura con quanto previsto dal capitolato d’appalto, in particolare sulla qualità della pasta servita. Infatti il capitolato giustamente prevedeva l’utilizzo per la pasta di farine di grani prodotti e coltivati esclusivamente italiani ed il Movimento 5 Stelle aveva il dubbio, suffragato da alcuni colloqui con la ditta produttrice, che la pasta fornita derivasse in parte da farine straniere, molto meno costose di quella italiana. Cambiare in corso d’opera un tipo di pasta, non eseguire per tempo le migliorie strutturali elencate nel “progetto tecnico”, non completare il sistema di informatizzazione che permette attraverso il collegamento al registro elettronico di contare le presenze degli alunni e quindi dei pasti preparati realmente diminuendo al minimo lo spreco, sono certamente punti al vaglio degli inquirenti che, seguendo le segnalazioni dell’esposto, hanno ritenuto necessario indagare e sequestrare altra documentazione presso il Comune di Pescara.