“E’ proprio vero che non c’è mai fine al peggio. In questi anni abbiamo assistito a tante dimostrazioni di arroganza da parte del Presidente D’Alfonso ma leggere certe missive, con le quali si chiede addirittura ai dipendenti Tua di fornire giustificazioni in merito alla mancata partecipazione alla Convention aziendale, ha dell’incredibile e dell’assurdo oltre a essere un fatto molto grave. Ciò è quanto accade in Regione Abruzzo dove abbiamo sempre più un solo uomo al comando che richiama alla mente personaggi e certi Presidenti che governano imponendo un regime o una dittatura”. E’ quanto hanno dichiarato il Presidente della Commissione di Vigilanza Mauro Febbo e il Segretario regionale dell’Ugl – Tpl mobilità Abruzzo, Giuseppe Lupo nel corso di una conferenza stampa. “In occasione dell’approvazione del bilancio di Tua avvenuta il 31 luglio scorso – spiegano Febbo e Lupo – il Presidente della Regione D’Alfonso e il Presidente dell’ente Tullio Tonelli hanno organizzato presso l’auditorium del Parco a L’Aquila una specifica Convention invitando dirigenti e dipendenti a prendervi parte. Prontamente, appena il giorno dopo (1 agosto), gli assenti alla parata voluta da D’Alfonso si sono visti recapitare una missiva (vedi allegato) con la quale si chiede di fornire entro cinquegiorni le motivazioni per le quali non hanno partecipato all’appuntamento al quale erano stati invitati dal Presidente e dal Direttore Generale. Praticamente c’è stata una sorta di ‘schedatura’ degli assenti in appena poche ore. Dipendenti che vengono schedati, segnalati e raggiunti da una nota di richiamo. Una vera e propria azione da regime. Siamo di fronte a un atto di arroganza, pari ad un azione di stalking, senza eguali che ci deve indurre a riflettere oltre a denunciare un episodio simile poiché sia i dipendenti sia le istituzioni non possono essere denigrati in questo modo. Adesso la Regione – tuona Febbo – non provasse ad attivare azoni nei confronti di quei dipendenti raggiunti dalle lettera di richiamo, che ringrazio del loro coraggio per aver denunciato l’accaduto, poiché sono pronto ad attivare altri canali e in altre sedi per denunciare e condannare una vicenda inqualificabile che mortifica la figura del lavoratore e le stesse istituzioni. Queste lettere richiamo sono atti vergognosi e indescrivibile che porterò all’attenzione del prossimo Consiglio regionale convocato per venerdì. I dipendenti della Società pubblica di Trasporto non sono delle marionette mosse dalla volontà e dai capricci del Presidente della Regione Abruzzo”. “Su questa vicenda – continuano Febbo e Lupo – indagheremo anche per capire da chi sono stati pagati gli autobus partiti da altre province per raggiungere il Capoluogo. Vorremmo, inoltre, capire com’è stata inquadrata la giornata del dipendente che ha preso parte alla Convention, ovvero se ci sono stati concessi dei permessi, ordini di servizio o, addirittura, straordinari se non addirittura pagata la trasferta. Il Presidente D’Alfonso ha pensato bene quel giorno di propagandare il lavoro fatto sul tema dei trasporti da questa Regione, rassicurando, tra l’altro, il futuro dei dipendenti ma ha omesso, come di consueto, di dire tutta la verità sulla reale situazione economica finanziaria di Tua e anche gli aspetti negativi della legge approvata recentemente. Innanzitutto riteniamo che l’iter seguito poteva essere anticipato nei tempi poiché il decreto Madia è stato approvato nel mese di aprile e pubblicato a giugno. Questa maggioranza ci ha messi di fronte al fatto compiuto, di fronte a un “out out” tra noi e i sindaci che non hanno nella loro città il servizio pubblico riferito a TUA. Abbiamo criticato questa legge perché come fa presente l’Ufficio legislativo è transitoria e quindi può essere impugnata dal Governo o dai privati, perché limita il principio della concorrenza visto che Tua è stata dichiarata in house e quindi diventa “controllore e controllato”. Inoltre, non tutela il trasporto effettuato dai concessionari privati, che conta circa 600 lavoratori che dovevano essere tutelati, e non prevede il coinvolgimento degli enti locali, così come stabilito dalla legge Madia. Si ricorda che il bilancio di Tua si poggia sul nulla in quanto è stato chiuso con un ‘utilino’ di 618 mila euro a fronte di una transazione per debiti pregressi precedentemente non riconosciuti ad Arpa altrimenti avrebbe chiuso con una perdita di ben 7 milioni di euro. Sappiamo per certo – concludono Febbo e Lupo – che questi aspetti, durante la Convention voluta da D’Alfonso, non siano stati menzionati. Nei prossimi mesi vedremo chi aveva ragione e come questo Governo regionale intenda portare a termine la riforma del Trasporto pubblico locale se non apre immediatamente un confronto serio e costruttivo con gli enti locali che sono gli unici responsabili e gestori del trasporto”.